Corriere del Trentino

«Né di destra né di sinistra Pronti a lanciare una statonota»

Il programma di Valore umano. Parise: «Pensiamo al sociale»

- Ma.Da. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TRENTO L’ispiratore del programma è uno degli economisti più noti d’Italia: Antonino Gallone, funzionari­o prima e dirigente poi del ministero del Lavoro. Alle sue teorie attinge a piene mani Valore Umano, una delle liste che per la prima volta si presentano all’appuntamen­to elettorale del 4 marzo. Tre i capisaldi del partito («e non un movimento», precisano i portavoce): emissione di una moneta sovrana a debito anziché a credito, una «statonota» per fare investimen­ti che interpreta­ndo il Trattato di Maastricht affianchi l’euro; poi una riduzione dell’orario di lavoro fino a 4 ore a giorno e un reddito di dignità per chi non ha un’occupazion­e di 1.500 euro.

«Non siamo né di destra né di sinistra — premette Michela Parise, primo nome nel listino regionale di Valore Umano — Scendiamo in campo per un nuovo umanesimo, quindi per mettere al centro l’essere umano e la dignità delle persone perché, in primis, il nostro obiettivo è la formazione di uno Stato solidale per abbattere le disuguagli­anze». Dignità e riequilibr­io delle asimmetrie sono i due perni programmat­ici. «Con una moneta sovrana potremo creare dai 7 agli 8 milioni di posti di lavoro, attraverso investimen­ti mirati che possono rigenerare la nostra economia», spiega. Non un’uscita dall’Eurozona, ma una soluzione mediana. «Si tratta di una moneta emessa a debito e non a credito per far fronte a una situazione sociale che sta sempre più lacerando il nostro Paese — prosegue Parise — Ci sono 15 milioni di persone in una condizione di povertà e altri 25 milioni stanno scivolando verso il baratro, senza paracadute o forme di protezione adeguate».

Una chimera emettere una statonota? «No, è una possibilit­à prevista da Maastricht» precisa Parise. La gratuità dei servizi (sanitari e trasporti in testa) è uno dei capisaldi del programma che per far uscire le popolazion­e dalle secche dell’indigenza pensa anche a un reddito di dignità di 1.500 euro. Ancora: per sottrarre le persone alla frenesia del lavoro, il «nuovo umanesimo» invocato dal partito suggerisce una riforma del lavoro, con la rimodulazi­one dell’orario a 4 ore per ogni turno (a parità di stipendio).

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