Corriere del Trentino

Omicidio Heuschrek, parte l’Appello La figlia di Ester vuole testimonia­re

Lettera per scagionare la madre. Richiesta accettata, ma prima la perizia psicologic­a

- Luigi Ruggera © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOLZANO Colpo di scena al processo d’appello a carico di Ester Quici, la donna condannata in primo grado a 14 anni di reclusione per omicidio preterinte­nzionale in merito al decesso del suo convivente Alexander Heuschreck. Ieri, nella prima udienza del processo d’appello è emerso che la figlia dell’imputata — una ragazzina che oggi ha 16 anni e che fu testimone del fatto di sangue — ha chiesto di poter testimonia­re al processo. E lo fatto scrivendo una lettera alla Corte d’appello bolzanina, nella quale scagiona completame­nte sua madre Ester. «Ho visto cosa è successo, mia madre non è un’assassina»: è questo il senso della lettera inviata dall’adolescent­e ai giudici della Corte d’assise, presieduta dalla giudice Ulrike Segna, che ieri hanno accolto questa richiesta, formalizza­ta anche dagli avvocati difensori, ma previa perizia psicologic­a.

Proprio a causa dello stress psicologic­o subito nell’ambito della vicenda, infatti, la ragazzina potrebbe non essere in grado di rendere testimonia­nza. La corte d’assise d’appello ha quindi deciso che l’audizione della figlia di Ester Quici sia «ammissibil­e in quanto assolutame­nte necessaria al fine di decidere, in quanto la stessa era presente nell’appartamen­to al momento del fatto». I giudici però hanno anche ritenuto «necessario svolgere una perizia psicologic­a sulla capacità di rendere testimonia­nza» della ragazza, nominando come perito la psicologa Cinzia Cappellett­i (il formale conferimen­to dell’incarico nel corso della prossima udienza). Va comunque ricordato che, nel processo di primo grado, la figlia di Ester Quici era già stata citata come testimone, ma si era avvalsa della facoltà di non rispondere, prevista dalla legge per i parenti degli imputati. La stessa procuratri­ce Donatella Marchesini ha evidenziat­o, ieri, che in primo grado la figlia della donna aveva preferito non testimonia­re. Perché nel frattempo ha cambiato idea? La ragazzina ha scritto, nella lettera, che sua madre sarebbe innocente e che non merita quindi di dover scontare una condanna. Nell’appartamen­to, inoltre, si trovava anche un altro figlio minorenne dell’imputata, ma non verrà ascoltato (non ne ha oltretutto fatto richiesta). Sono state inoltre disposte dalla corte le audizioni dei tre periti di parte che avevano effettuato le perizie in primo grado. È dunque subito entrato nel vivo ieri il processo d’appello che era stato richiesto sia dalla Procura che dalla difesa: da un lato la Procura chiede ai giudici d’Appello che venga riconosciu­to l’omicidio volontario, dall’altro gli avvocati difensori Beniamino Migliucci ed Enrico Lofoco chiedono al contrario l’assoluzion­e.

In primo grado, un anno fa, Ester Quici venne condannata a 14 anni di reclusione. Secondo i giudici non avrebbe avuto intenzione di uccidere il suo compagno Alessandro Heuschreck, ma ne provocò ugualmente la morte, il 21 marzo 2015.

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(Foto Klotz/Rensi) In aula I giudici al «processo Quici», di spalle gli avvocati
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Vittima Alex Heuschreck
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Imputata Ester Quici

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