Brahms rivive stasera a Trento sullo Stradivari di Isabelle Faust
Il concerto Accanto alla musicista tedesca il pianista Alexander Melnikov
Correndo sulla spiaggia Rilke bambino si scontrò con Johannes Brahms: fu quello il momento in cui per la prima volta gli balenò in testa l’idea dell’agilità della poesia rispetto alla stazza più «massiccia» della musica. Decisamente non è un caso che lo fece di fonte a Brahms, protagonista del concerto di stasera presso la Filarmonica di Trento con le sue tre sonate per violino, il cui Scherzo della prima sonata, ancora non per caso, fu composto nello stesso anno in cui conobbe il virtuoso violinista Joseph Joachim, dando il via ad un legame che durò per tutta la vita.
Era il 1953. Ci vollero ben venticinque anni perché Brahms, la cui severità autocritica fu riconosciuta perfino in spiaggia, desse alla luce la sua prima sonata, le cui citazioni liederistiche invitano subito al collegamento con l’amore spassionato per Clara Schumann.
E se l’atmosfera del Lied caratterizzerà anche le due sonate successive, non si può certo dire esse si somiglino strettamente, pur essendo state composte sulla stessa riva.
Alle ore 20:30 venerdì saranno Isabelle Faust e Alexander Melnikov a interpretare l’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Brahms: un duo che, oltre ad una collaborazione decennale, può vantare di un altro integrale, quello di Beethoven, per il quale ricevette un Gramophone Award.
E se di Melnikov oltre alle eccezionali doti strumentali si narra anche della profonda conoscenza filologica, della Faust, oltre alla sensibilità comunicativa che la ha condotta a fianco di orchestre quali quelle dei Berliner o dei Wiener, si racconta anche del suo violino.
Soprannominato evocativamente «Bella Addormentata», quello magistralmente suonato dalla violinista tedesca è uno Stradivari del 1704 che rimase per ben 150 anni dimenticato nella casa di un’aristocratica famiglia in Germania senza che nessuno lo toccasse: forse anche questo fa parte del mistero che continua ad avvolgere questa violinista che ama sottrarsi a microfoni e riflettori. Ascoltarla è il modo migliore per sentire la sua voce e le cose da dire, certo, non le mancano. Veronica Pederzolli