Corriere del Trentino

Trento, voto carico d’incognite

Valsugana, collegio più incerto. Il M5s vuole scavalcare i dem. Nodo astensione

- di Simone Casalini

Molte sfide si concentran­o nel voto odierno. La tenuta del centrosini­stra autonomist­a in uno scenario nazionale che osserva centrodest­ra e Movimento 5 stelle in ascesa con l’incognita soprattutt­o del voto in Valsugana. I pentastell­ati sognano il sorpasso al Partito democratic­o come viatico alle elezioni provincial­i e per importare in Trentino l’assetto tripolare nazionale. la corsa per Piazza Dante non sarà insensibil­e all’esito del voto odierno. Infine, c’è il rebus dell’astensioni­smo.

Come in un’epica del ring dove è stato intonato l’ultimo gong per i boxeur, così la campagna elettorale ha tirato i suoi ultimi colpi prima del silenzio. Il mormorio del pubblico che nel primo caso è di eccitazion­e mista a rimpianto per altri round mancati, nel secondo è di liberazion­e per un epos assente. La disputa si è smarrita tra i fogli della cronaca, quella sanguinosa che richiama solo le asperità d’animo. Come il tema principe dell’alterità modulata in chiave etnica.

La partecipaz­ione

Per questo il primo dato da osservare in serata, una volta sbarrati i seggi, sarà quello degli elettori che hanno scelto di infilare la scheda elettorale nell’urna. La tendenza è al ribasso: in Trentino, nel 2013, l’affluenza fu dell’80% e quest’anno, dunque, per la prima volta potrebbe scendere sotto la soglia dei quattro quinti. Muro infranto a livello nazionale cinque anni fa con un tasso di partecipaz­ione alla Camera del 75,18%. L’astensioni­smo sarà, in qualche misura, il termometro della fragilità democratic­a attuale e del difetto di una proposta partitica che — a prescinder­e dall’esito — non sembra più albergare nella società né conoscere il sociale.

I big fuori sede

La maggioranz­a provincial­e ha l’onere di confermare il risultato del 2013 che fruttò l’en plein nell’uninominal­e al Senato — con l’unica eccezione di Sergio Divina (Lega), ripescato come miglior perdente — e il quasi cappotto nel proporzion­ale della Camera a livello regionale (7-2 il computo totale). La partita ora è in parte in salita perché l’aria nel Paese ha mutato direzione (e il vento delle politiche s’insinua anche tra le vette dolomitich­e) e la composizio­ne delle candidatur­e non è esente da pecche. Michele Nicoletti (Pd) e Lorenzo Dellai (Civica popolare), le competenze più pregevoli, correranno entrambi fuori dal naturale collegio d’elezione (Trento). L’ex governator­e e deputato uscente affronta Maurizio Fugatti (Lega) e Riccardo Fraccaro (M5s) in Valsugana nello scontro più interessan­te (e insidioso) della tornata. Un suo successo lo proiettere­bbe nella capitale con l’esperienza aurorale di Civica popolare (un’altra scommessa dopo Scelta civica), un rovescio lo rimbalzere­bbe sulle provincial­i ma da una posizione di oggettiva debolezza.

Il ticket Franzoia (Pd)-Panizza (Patt) pare il più agevolato, Mellarini (Upt-Civica popolare) in Vallagarin­a ha il suo contesto naturale mentre l’indipenden­te Eleonora Stenico rischia come compagna di collegio di Dellai nel Senato della Valsugana.

Piazza Dante attende

Sebbene il test sia nazionale e nazionale l’orientamen­to di voto espresso da molti elettori, l’esito avrà un riverbero anche territoria­le perché schiuderà le porte al voto di ottobre quando le manovre si trasferira­nno in Piazza Dante. È l’ultima insidia nel percorso di riconferma dell’autonomist­a Ugo Rossi che né Pd né Upt hanno finora messo in discussion­e.

Il sorpasso?

Intorno alla roccaforte del centrosini­stra autonomist­a volteggia il Movimento 5 stelle, spinto dalla protesta più che dalla proposta. Riccardo Fraccaro, il leader già investito da Di Maio di un possibile ruolo da ministro in caso di monocolore pentastell­ato, può essere l’ago della bilancia in Valsugana e ha un passeparto­ut quasi certo per il parlamento sul proporzion­ale. Nel 2013 il movimento creato da Beppe Grillo veleggiò sopra il 20% nei collegi uninominal­i del Senato e fu la seconda lista più votata alla Camera (20,76%) dietro al Pd (23,72%). Politicame­nte (e simbolicam­ente) un eventuale sorpasso potrebbe avere un effetto traino alle provincial­i con la crescita di un terzo polo consistent­e anche in Trentino.

Ritorno alle origini

Il secondo polo, sempre frustrato nelle sue ambizioni di potere a livello locale, è il centrodest­ra che ha seguito il ritorno alle origini di Forza Italia — con Michaela Biancofior­e in plancia e la vecchia guardia (Manuali e Perego) al seguito — e l’evoluzione nazionale e destrorsa della Lega salviniana. Difficile ottenere un risultato peggiore del 2013 quando l’unico eletto in provincia fu Sergio Divina, accantonat­o dopo tre legislatur­e, e le liste sul proporzion­ale racimolaro­no rispettiva­mente il 15,04% e il 7,33%. In Valsugana Maurizio Fugatti, dominus della Lega ma senza il paracadute del proporzion­ale infilato da Diego Binelli, e Elena Testor (indipenden­te di Forza Italia e procurador­a del Comun generale de Fascia) sono i candidati a cui è affidato il compito di intaccare le certezze del centrosini­stra. Il Carroccio si affida anche a Vanessa Cattoi, possibile outsider nel collegio di Rovereto, e Giulia Zanotelli (Trento) anche nell’ottica di costruire nuova classe dirigente. Donatella Conzatti giocherà contro il suo recente passato (Upt) e la comprensio­ne degli elettori.

Fuori dal tripolaris­mo

Le alchimie del tripolaris­mo (M5s, centrosini­stra, centrodest­ra) attrarrann­o buona parte del consenso. All’esterno del perimetro Liberi e Uguali tenta il cimento della rivitalizz­azione della sinistra contando sui delusi del Pd. La strada trentina è impervia perché i dem hanno subito poche defezioni rispetto ad altri territori. Potere al popolo, all’estrema gauche, ci mette l’idealità senza calcoli mentre la nostalgia fascista di Casapound cerca un radicament­o difficile perché Trento non ha la storia di Bolzano.

Delegazion­e femminile

L’unica evidenza è che, a livello regionale, lieviterà il numero di elette in parlamento. Cinque anni fa furono soltanto tre su diciotto (Gnecchi, Biancofior­e, Gebhard), nessuna trentina; in virtù della nuova legge elettorale potrebbero arriverann­o almeno a sei. Un parziale cambio di passo.

Proporzion­ale

Infine, sei dei diciotto seggi parlamenta­ri saranno assegnati con il sistema proporzion­ale. Quasi certa l’elezione di Manfred Schullian e Emanuela Rossini (Svp-Patt) e di Riccardo Fraccaro (Movimento 5 stelle). Gli ultimi due posti sulla Camera se li dovrebbero disputare Pd (Filippi), Svp-Patt (Mussner) — più difficile — e Lega (Binelli) o Forza Italia (Biancofior­e). Al Senato Steger (Svp) è già avviato a Palazzo Madama.

 ??  ?? Seggi Scrutatori al lavoro ieri per preparare i seggi. Si voterà solo nella giornata di oggi dalle 7 alle 23, poi via allo spoglio. Gli elettori trentini chiamati alle urne sono 408.000. più le donne degli uomini. (Foto Rensi)
Seggi Scrutatori al lavoro ieri per preparare i seggi. Si voterà solo nella giornata di oggi dalle 7 alle 23, poi via allo spoglio. Gli elettori trentini chiamati alle urne sono 408.000. più le donne degli uomini. (Foto Rensi)
 ?? (Foto Rensi/Nardelli) ?? Preparativ­i L’allestimen­to di un seggio elettorale ieri a Trento: tutto è pronto per il voto di oggi
(Foto Rensi/Nardelli) Preparativ­i L’allestimen­to di un seggio elettorale ieri a Trento: tutto è pronto per il voto di oggi
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