Asili, il caso dei bambini trasferiti Tommasini: i posti sono garantiti
Rabini aveva denunciato il problema. Arrivano le rassicurazioni dell’assessore
BOLZANO «Non mi sembra che ci sia un problema negli asili, se un paio di bambini sono stati esclusi da una scuola dell’infanzia ma possono comunque venire iscritti in un’altra sede». Con queste parole il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini getta acqua sul fuoco delle polemiche sollevate da Chiara Rabini. Secondo la consigliere comunale dei verdi il nuovo sistema di iscrizioni centralizzate nelle scuole dell’infanzia in lingua tedesca, riservato ai bambini italiani e stranieri, starebbe creando problemi ai genitori degli alunni del Fratelli Grimm e del Positano, dove una decina di piccoli si sono ritrovati esclusi. «Da quello che ho appreso, nel leggere la notizia, nessun bambino è rimasto del tutto escluso, visto che si tratta solo di trasferimenti. Un problema si verificherebbe piuttosto se non ci fossero posti disponibili negli asili» ha commentato ieri Tommasini, rispondendo ad una domanda sul tema, che comunque non è di sua diretta competenza trattandosi della scuola dell’infanzia tedesca. Anche il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, ieri, ha inteso rassicurare: «Negli asili cittadini non ci sono al momento problemi od emergenze». I responsabili di Provincia e Comune, quindi, smorzano le polemiche sollevate da Chiara Rabini, che aveva intercettato la preoccupazione di alcuni genitori di alunni degli asili «Fratelli Grimm».
In seguito alla pubblicazione degli esiti delle domande, infatti, dieci bambini si erano sono ritrovati trasferiti, sulla carta, all’asilo tedesco Marienheim, di via Visitazione. «In realtà i bimbi risultano ancora in lista d’attesa per la scuola della prima preferenza espressa dai genitori — ha commentato Rabini — i quali si trovano ora in una sorta di limbo. Un risultato che arriva dopo che negli asili tedeschi è stato adottato un sistema di iscrizioni centralizzato per smistare i bimbi di madrelingua italiana o stranieri. Le motivazioni sono legate alla riduzione delle concentrazioni di questi ultimi, riequilibrando così i gruppi linguistici, ma anche a intenti logistici, e cioè di disponibilità di aule, e alla volontà di ridurre il numero di iscritti per classe, da 25 a 23». Un fatto che potrebbe aver spinto gli addetti all’analisi delle domande a dare la precedenza ai residenti nello stesso quartiere della scuola, in base ad una norma già in vigore. «Se i criteri fossero applicati solo ai nuovi iscritti, il problema non si porrebbe, per lo meno non negli stessi termini — ha aggiunto Rabini — mentre appare davvero poco opportuno spostare da una scuola all’altra i bimbi che già hanno cominciato il proprio percorso didattico. Inevitabili sono infatti le ripercussioni legate alla perdita di familiarità con ambienti, compagni ed educatori, senza dimenticare — ha concluso Rabini — le possibili ricadute negative sull’apprendimento».