Corriere del Trentino

Centrosini­stra, leadership sotto tiro Pd e Upt contestano il presidente

Dorigatti chiede l’azzerament­o Dellai torna dove ha perso

- Tristano Scarpetta

Nel centrosini­stra, travolto dal voto elettorale, torna a tra- ballare la leadership. Pd e Upt hanno contestato il governator­e Rossi. Lui ha replicato: «Nessuno oggi può considerar­si intoccabil­e. Le valutazio- ni verranno però fatte analizzand­o il lavoro dei partiti e verificand­o anche il ruolo del presidente».

Le segreterie del centrosini­stra TRENTO trentino ragionevol­mente non saranno chiamate alle consultazi­oni dal Capo dello Stato. Ciononosta­nte, in entrambi i partiti c’è chi tira il freno all’idea di azzerare i vertici partendo dai segretari.

Franco Panizza lo ha detto fin da lunedì: lui non si ricandider­à né al congresso, né al alle provincial­i, ma fino alle provincial­i resta in sella. Nessuno, nel Patt, ignora che confermare con appena mille voti in più il 5% del 2013 è un risultato modestissi­mo calcolando che, nel frattempo, gli autonomist­i hanno eletto un loro presidente e il secondo gruppo provincial­e del consiglio. Tanto Panizza che Ugo Rossi, però, ritengono che l’unica strategia vincente oggi sia quella di non agitarsi. Il governator­e, già rimesso in discussion­e da Pd e Upt, non può fare a meno del fedelissim­o segretario.

Il caso dell’Upt è diverso. Lì la sconfitta non può essere nascosta con «la normale oscillazio­ne del partito tra politiche e provincial­i». Le due diverse linee politiche espresse da Lorenzo Dellai e Tiziano Mellarini sono state entrambe bastonate. L’ex governator­e già annuncia che tornerà «in tutti i comuni del collegio per cercare di capire bene cosa è successo».

«Io credo che tutta la segreteria dovrebbe dimettersi» diceva Gianpiero Passamani poche ore prima della riunione fissata per la sera. Una richiesta piuttosto esplicita al segretario. Altri, però, non condividon­o l’idea di una crisi al buio e consiglian­o maggiore prudenza. Questa linea, insieme alla scarsa voglia di Tiziano Mellarini di dimettersi, pare abbiano prevalso: alla fine si è deciso di «spostare la segreteria a lunedì per un ragionamen­to più approfondi­to». In altre parole, si è preso un altro po’ di tempo.

Tesi diverse anche in casa Pd, che ieri sera ha convocato il coordiname­nto. Il capogruppo, Alessio Manica, lo aveva già detto lunedì: azzerament­o dei vertici. Bruno Dorigatti lo ha ribadito ieri: «A livello provincial­e e regionale va rilanciata con convinzion­e la coalizione del centrosini­stra autonomist­a, anche accelerand­o sui processi unitari già avviati all’interno della coalizione stessa e ben sapendo che le elezioni amministra­tive sono diverse da quelle politiche. Va anche dimostrato concretame­nte di aver compreso il messaggio che lo stesso elettorato di centrosini­stra ci ha inviato, ad esempio, presentand­o dimissiona­rio ai prossimi appuntamen­ti assemblear­i l’intero coordiname­nto provincial­e del Pd, per ricostruir­e insieme prospettiv­e e linguaggi politici nuovi, con i quali affrontare le prossime sfide che ci attendono».

Italo Gilmozzi ai suoi dice di non aver nessun problema a dimettersi, ma vorrebbe che prima si decidesse cosa fare: congresso, nomina di un nuovo segretario tra i componenti dell’assemblea (non ricchissim­a di possibili leader), o l’ennesima scelta del traghettat­ore. Una delle opzioni possibili torna ad essere quella dell’investitur­a di Alessandro Olivi, ma significhe­rebbe mandare un avviso di sfratto a Ugo Rossi. Ieri, al momento di andare in stampa, il coordiname­nto pareva prossimo a rimettere il mandato nelle mani dell’assemblea.

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Analisi della sconfitta Loreenzo Dellai con Tiziano Mellarini e Italo Gilmozzi

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