Rinnovo A22, una chimera La concessione ora traballa
L’operazione è bloccata su un nodo interpretativo Il governo è di là da venire e i termini sono in scadenza
«Mi auguro che tutti si TRENTO rendano conto dell’importanza di attuare il rinnovo della concessione di A22» ha detto lunedì Ugo Rossi commentando il voto del giorno prima. Un auspicio che lo scenario uscito dalle urne rende di difficile, se non di impossibile, attuazione. È la più urgente delle partite aperte con Roma, dato che la firma finale dovrebbe arrivare prima del 30 settembre 2018, ma non l’unica.
Come noto, l’annosa questione del rinnovo della concessione autostradale ad Autobrennero — «gallina dalle uova d’oro» controllata da Province di Trento e Bolzano e Regione — ha trovato un’isperata soluzione legislativa grazie all’accordo siglato con Graziano Delrio, che consente il rinnovo senza gara a una società in house, ossia interamente pubblica. Mentre l’Italia si preparava al voto, è sorta una difficoltà tale da poter bloccare l’operazione. L’interpretazione ministeriale della norma non prevede un’assegnazione diretta alla società autostradale divenuta nel frattempo interamente pubblica, vuole che siano gli enti locali a riaffidare la concessione ad Autobrennero. Potrebbe sembrare una differenza formale, ma non lo è. Gli enti locali dovrebbero infatti pagare alla società 190 milioni di diritti di subentro e allo Stato la prima «rata» del valore della concessione, ossia 160 milioni. Quei soldi anche le ricche Province autonome non sanno dove andarli a pescare.
Lo stallo pare superabile solo con una nuova «interpretazione» della norma, che può passare solo da un via libera politico. Con un governo pienamente operativo, chance di successo ci sarebbero, anche perché al momento della firma finale, Autobrennero devolverà al fondo ferrovia una cosa come 630 milioni di tesoretto accumulato in questi anni.
La situazione, però, non lascia prevedere quando l’Italia avrà nuovamente un governo pienamente operativo, data l’assenza di una maggioranza parlamentare. Non solo: esponenti di primo piano di Forza Italia, come Renato Brunetta, hanno più volte criticato il rinnovo della concessione e non è chiaro quale sarebbe la posizione del Movimento 5 Stelle sulla questione.
Sarà l’antipasto della nuova legislatura. La scorsa si è conclusa con il più alto numero di norme di attuazione dello Statuto di autonomia approvate. La prossima potrebbe segnare il record inverso. Tra le altre cose, è non è un dettaglio, restano ancora da definire alcuni aspetti dei rapporti finanziari tra Stato e Autonomie.