Negroni fissa gli obiettivi «A ottobre in doppia cifra per pesare in Consiglio La coerenza è il nostro asso»
TRENTO Paolo Negroni, consigliere comunale a Trento dei 5 Stelle, già candidato sindaco nel 2015, in città il Movimento ha confermato le sue percentuali: 20,15% alla Camera e 22,63% al Senato nel 2013, rispettivamente 22,44% e 22,47% domenica.
«Il sindaco Alessandro Andreatta ha dichiarato che la città rimane una roccaforte del Pd (Corriere del Trentino di ieri, ndr) ma noi siamo primi in quattro circoscrizioni: Meano, Bondone, Mattarello e Ravina Romagnano. È un risultato straordinario. In termini percentuali il voto di domenica rispecchia quello del 2013, sono soddisfatto per l’esito complessivo riscontrato in Trentino, vuol dire che si continua a crescere».
Rimane, però, un risultato in chiaroscuro: ha fruttato solo l’elezione di Riccardo Fraccaro.
«È vero, ma ne eravamo consapevoli: purtroppo il sistema elettorale è questo. Per vincere nei collegi uninominali occorreva andare oltre il 35 o il 40% e per il Movimento da solo è ancora troppo presto in Trentino».
Fra pochi mesi sarà tempo di elezioni provinciali: quali ambizioni per i pentastellati?
«Cinque anni fa, pur reduci dal boom del Movimento a livello nazionale a febbraio, alle provinciali non avevamo raggiunto il 6%, vuoi per il mancato radicamento sul territorio, vuoi per i volti nuovi che si proponevano. Da lì si riparte: dando per certo che correremo da soli, perché la coerenza è l’aspetto che alla lunga paga più di tutti, andare in doppia cifra ed eleggere tre o quattro consiglieri sarebbe un grandissimo successo anche perché consentirebbe di ottenere un grosso peso all’interno del consiglio provinciale». Non pensa che bissando le
percentuali odierne si possa andare nella direzione di un assetto tripolare anche in provincia?
«Sono certo che rispetto a cinque anni fa la situazione migliorerà sensibilmente, ma ripetere il risultato di oggi sarebbe eccezionale. La nostra base di elettorato così ampia per le elezioni politiche coagula anche un voto di protesta contro il governo nazionale: se riuscissimo a traghettarlo sul locale con un programma credibile e persone competenti ce la potremmo fare. È un obiettivo ambizioso, ma non siamo più volti sconosciuti e abbiamo lavorato bene in Provincia e nei Comuni».
Prima ha citato il mancato radicamento territoriale del Movimento: cosa fare per rimediare?
«Ascoltare tutti quelli che si avvicinano, come stiamo facendo in questi anni. Cercare di coinvolgere le persone, far conoscere loro chi siamo, il nostro codice etico, le regole. La strada del dialogo, dell’ascolto e soprattutto della coerenza è quella da percorrere. L’obiettivo è trasmettere fiducia per farcela dare. Ma la migliore conquista sarebbe ottenere un voto consapevole sul programma piuttosto che uno dato per mandare via qualcun’altro». Lo scenario nazionale, infine, è ancora incerto.
«Credo che il Movimento ottenga maggior consenso se mantiene fede ai suoi ideali e non scende a patti con nessuno. Non credo ci siano forze politiche disposte ad appoggiare il nostro programma senza avere nulla in cambio. Prevedo piuttosto la nascita di un governo di centrodestra con qualche fuoriuscito dal Pd. L’unico modo per continuare a crescere, per il Movimento, è la coerenza».