Corriere del Trentino

Folla per l’addio commosso a Marco Boni I genitori: «Avevi un cuore puro, vivremo per te»

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TRENTO «Muore giovane chi è caro agli dei». Questo celebre verso di Menandro sarebbe stato senz’altro agevolment­e tradotto dal greco da Marco Boni, il giovane studente liceale di 16 anni scomparso venerdì 16 febbraio e ritrovato lunedì scorso, senza vita, immerso a più di venti metri di profondità nel lago di Garda.

Marco quel venerdì si era allontanat­o a piedi da Riva per una passeggiat­a, avvisando la mamma per telefono che si sarebbero visti alle 16. le telecamere di sicurezza hanno ripreso il sedicenne verso le 15 mentre saliva lungo il selciato che conduceva alla prima galleria del sentiero del Ponale. Poi più nulla, nessuna notizia. Diciotto giorni di continue e strenue ricerche, con una flebile speranza dentro, spezzata definitiva­mente dal ritrovamen­to del corpo del giovane nelle acque del lago. Ieri pomeriggio nella chiesa parrocchia­le della natìa Tione, tutta la comunità si è stretta attorno ai genitori di Marco, al fratello e ai tanti familiari e amici. Centinaia le persone accorse a dare l’ultimo saluto a Marco, tra cui moltissimi giovani, i compagni di classe del liceo Maffei, coi volti pieni di tristezza e di sgomento per quanto accaduto a un loro coetaneo, a una vita ancora in procinto di sbocciare, a un ragazzo così pieno di curiosità per il mondo che lo circondava, al quale il destino della morte ha assegnato una giovinezza perenne.

Il parroco di Tione, don Ferdinando Murari, legge una lettera dei genitori di Marco, Giulio Boni e Silvia Caramatti: «Caro Marco, tu e Luca (il fratello minore, ndr) eravate il nostro futuro. Tu avevi interessi infiniti, dalle discipline umanistich­e alla pittura, dagli scacchi alla storia locale. Sul tuo diario avevi già riempito le pagine di giugno con titoli di libri da leggere e attività da fare coi tuoi amici, come raccoglier­e funghi, andare in bicicletta e giocare a carte. C’era qualcosa di speciale in te, Marco, avevi un’anima generosa e un cuore puro. D’ora in poi noi tre vivremo per te e per tutti quelli che ti hanno voluto bene». A queste parole, dopo l’eucaristia, sono seguite quelle degli amici di Tione («Facciamo ancora fatica a pensare che non ci sei più; il tempo passato assieme è stato raro, prezioso e indimentic­abile») e infine quelle dei compagni di classe del liceo classico «Maffei» di Riva del Garda: «Era semplice volergli bene e ammirarlo per la sua sensibilit­à, la sua ironia, il suo umorismo sottile e intelligen­te, la sua curiosità innata per il sapere. Marco era la nostra classe, senza di lui non sarà più la stessa. Ora quel banco in prima fila rimarrà vuoto ma il ricordo di Marco ci guiderà, vivrà nei nostri cuori, saremo quel che saremo anche grazie a lui». Il ricordo di Marco tornerà forte il prossimo anno, quando quei liceali leggeranno la poesia «Amore e Morte» di Leopardi — un autore che il giovane avrebbe certamente amato — e vi troveranno in esergo quel verso in greco di Menandro. E una lacrima scenderà dai loro occhi, apprendend­o come «Muore giovane colui che al cielo è caro».

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(Foto Rensi\Nardelli) L’ultimo saluto La chiesa affollata per l’addio a Marco Boni
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