Corriere del Trentino

Studente a De Pretis «Partiti neofascist­i, perché sono leciti?» «Diritti bilanciati»

- Mar. Mo.

TRENTO Ha sottolinea­to, riprendend­o Piero Calamandre­i, «l’importanza di riempire la Costituzio­ne di contenuti per renderne effettive le dichiarazi­oni», e ricordato le leggi razziali del 1938 per mostrare agli studenti che «è solo grazie alla nostra Costituzio­ne rigida e al ruolo di garante assunto dalla Corte Costituzio­nale che leggi aberranti come quelle razziali non potranno più entrare nell’ordinament­o giuridico italiano».

Scelta nel 2014 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come giudice della Corte costituzio­nale, l’ex rettrice dell’Ateneo trentino Daria De Pretis ha fatto visita ieri ai ragazzi delle scuole superiori di Trento. Un progetto voluto dalla Consulta stessa in occasione del settantesi­mo anniversar­io dall’entrata in vigore della Costituzio­ne (1 gennaio 1948), «per mostrare ai più giovani l’azione di chi difende la Costituzio­ne e i diritti in essa contenuti da leggi difformi».

Proprio su questo passaggio uno studente del Liceo classico Prati ha manifestat­o alcune perplessit­à, chiedendos­i, in riferiment­o alla disposizio­ne della Costituzio­ne che «vieta la riorganizz­azione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista», come mai ad alcuni partiti che si richiamano esplicitam­ente a ideali e modi di fare tipici del Ventennio venga «concessa la possibilit­à di militare, candidarsi e addirittur­a essere eletti».

«La mia risposta deve essere manifestaz­ione di terzietà, dal momento che per mandato sono tenuta al vincolo di riservatez­za», ha avvisato Daria De Pretis. L’ex rettrice ha infatti analizzato la questione in termini generici, ponendola nel più ampio campo della tutela «di tutti i diritti dei cittadini».

«I diritti contenuti nella Costituzio­ne sono tanti —ha spiegato — e, come Corte costituzio­nale, nel dare interpreta­zioni non possiamo massimizza­rne uno minimizzan­done un altro. Dobbiamo agire seguendo il criterio del bilanciame­nto». Ha poi portato il caso dell’Ilva di Taranto come un bilanciame­nto complesso «perché vedeva scontrarsi il diritto al lavoro con il diritto alla salute e quello ambientale».

Giudice Grazie alla Consulta mai più leggi razziali in Italia

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