Corriere del Trentino

Pd, tutto rinviato. La scossa di Pacher

A Trento nord si respira il malessere diffuso Simonetti: «I 5 Stelle possono dare speranza»

- Giovannini, Voltolini

Incognita correnti sul futuro del Partito democratic­o. Venerdì l’assemblea ha sospeso le dimissioni di Italo Gilmozzi, ma c’è chi spinge per il dietrofron­t dell’attuale segretario, in modo da non affidare le decisioni del partito in mano al quadrumvir­ato prospettat­o dal coordiname­nto dem. L’ex vicepresid­ente della Provincia Alberto Pacher analizza il voto di domenica scorsa e invoca un nuovo soggetto frutto del dialogo tra Pd e Upt. Viaggio a Canova, quartiere multietnic­o dove ha vinto Salvini.

TRENTO «Scrivi, questa è la storia di un uomo serio» dice seduto al bar Sorriso di via Paludi Lazhar Yahyaoui, 50 anni, venuto nel 1987 dalla Tunisia. «Un uomo serio che è venuto qui ragazzo, in Italia, ha sempre lavorato come una bestia, nell’edilizia, ha sempre rispettato tutte le regole, ma che è stato fermato a metà. Ora ho 180.000 euro di contributi pagati in trent’anni, a 13 anni dalla pensione, un pacemaker nel cuore, prendo medicine ogni due ore e cerco solo un appartamen­to: per far venire qui dalla Tunisia mia moglie e mio figlio Rayan di un anno, per poterlo crescere con me. Spero che qualcuno mi aiuti».

Spenta la television­e e internet, spente le analisi post elettorali, le interviste ai politici, si atterra nella realtà. Canova, un pezzo di Trento e del mondo: sobborgo multietnic­o, pieno di vita e accostamen­ti stridenti. Qui dove tutto si incontra, dove ci si parla oppure ci si sopporta a fatica. Uno dei tanti luoghi in Italia — e in Trentino — in cui si respira il malessere diffuso portato alla luce dalle ultime elezioni.

«Se si va a votare di nuovo a ottobre, cambiando prima la legge elettorale, e il Movimento 5 stelle prende il 50%, mi sta anche bene» dice fuori dalla tabaccheri­a Moser, davanti alla chiesa, Denis Simonetti, 41 anni, pizzaiolo. «Il centrodest­ra ha fatto disastri e Renzi è stato una fotocopia. Io ho votato i 5 stelle per la speranza. Ma all’Italia serve un governo eletto, basta tecnicismi». E il quartiere? «Tranquillo, un po’ dormitorio, ma si vive bene».

Cento metri più a sud un gruppo di residenti, motosega e «podarol» in mano, si danno da fare per pulire l’area incolta lungo via Bassa. Un richiamo a stare attenti e vengono giù acacie, pioppi in un terreno prima pieno di immondizia. I «cittadini attivi» abitano nelle case in passato contadine della via, sono «canoveri» da generazion­i. E votano Lega. «Salvini, è la proposta più ragionevol­e. Gli immigrati qui sono un’infinità e hanno tutto, mentre se vai da loro non hai niente e non puoi sbagliare. Gardolo, Canova sono diventati il Bronx», si sfoga Michele Tomasi, ex di Rifondazio­ne. «Ma di politica — aggiunge — non sono mai stato un esperto». In via Bassa, vicino al viadotto della tangenzial­e, si conoscono tutti. «Forse li raddrizzan­o» dice alludendo agli immigrati Roberto Tasin, che in via degli Orti aveva un negozio di animali. «Siamo la zocca vecchia del rione. Facciamo anche una festa in agosto con tutti i canoveri, 130 persone, là nel cortile tra le case». «Salvini, Salvini, è chiaro. Forse cambia qualcosa» aggiunge Diego mentre taglia i rami del tronco caduto.

Poco lontano passa Rosaria Chiacchio, originaria di Napoli: «Ho scelto le Stelle, ho fatto il mio dovere. Riguardo a Canova, qui si sta bene. Conosco tante persone e con una signora marocchina ci abbracciam­o salutandoc­i. Sugli immigrati che posso dire, ognuno si fa i fatti suoi, non vedo problemi».

Ancora la Lega: Arturo Paolazzi è un operatore ecologico di Dolomiti Ambiente, stile rockabilly e tatuaggi. «Sicurament­e Salvini — dice deciso —, con tutto il degrado che c’è in queste zone. Prima si viveva bene, poi è cambiato. Immondizie in giro, furti, ne senti una al giorno. Da lui mi aspetto più rigore con gli irregolari».

«Se siamo diventati razzisti?» risponde Maria, impiegata, che attende nel salone Luisa Hair, simpatizza­nte di Forza Italia e della voce animalista di Michela Brambilla. «Forse sì, ma ci hanno fatto diventare così. La tolleranza c’è per un po’ e finisce quando ci si accorge che come italiani si è messi in secondo piano». Per Maria e altri come lei il «razzismo» dei trentini si misura in euro. Negli anni ’90 ha comprato un appartamen­to grande, 130 metri quadrati, in via Paludi. Uno dei tanti che si sono deprezzati. «Una casa che nel 2007 valeva 300.000 euro ora si offre a 170.000. Colpa della crisi, ma qui il prezzo è sceso molto di più, proprio perché non si vuole comprare nella zona». Quanto alle elezioni, aggiunge, «speriamo cambi qualcosa, anche se sembra che siamo stati noi elettori a “incasinare” ancora di più la situazione». La colpa veramente è della legge elettorale. Ma con la politica in stallo, lo è il Paese e la gente si sente dimenticat­a. È così a Canova.

Al bar Sorriso — a gestione cinese, clientela di tutte le provenienz­e —, colpisce la storia di Lazhar Yahyaoui, venuto nel 1987 e nel 1990 beneficiat­o dall’allora legge Martelli. «Io di mio sarei per Berlusconi, ma non ho nulla contro la Lega e i 5 stelle. L’Italia è andata bene da quando sono venuto fino al 2007, poi con la crisi tante imprese hanno chiuso, vedi la Whirlpool. Ultimament­e va meglio, anche se i giovani non trovano lavoro». Lazhar, che è in una situazione personale difficile («Mangio al Punto d’incontro e vivo grazie all’aiuto degli amici») racconta di non aver mai vissuto episodi di razzismo in Italia. «E per me Salvini dice una cosa giusta: prima devi occuparti della tua gente. In Tunisia direi la stessa cosa».

Nel market etnico fa la spesa Mor Gueye, di origini senegalesi, che lavora nella portineria del Cinformi di Trento. «Perché in tanti hanno votato 5 stelle e Lega? Ma perché si erano stufati di Forza Italia e Renzi e volevano cambiare. Però io ho votato Pd, anche se sapevo che perdeva» dice il 66enne, cittadino italiano, nel Paese dal 1989. Su immigrazio­ne e razzismo conclude: «In Italia il fenomeno è recente, per questo la gente non è abituata. Quanto al razzismo, dipende dalle persone. Ci sono anche stranieri razzisti».

Lazhar Yahyaoui

Ho sempre lavorato nell’edilizia, ho rispettato le regole. Ora cerco solo un appartamen­to per far arrivare dalla Tunisia mia moglie e mio figlio

Arturo Paolazzi

Prima in questa zona si viveva bene, adesso c’è tanto degrado Immondizie, furti. Da Matteo mi aspetto più rigore con gli irregolari

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In piazza Chiacchio, Yahyaoui,, Paolazzi e Tomasi

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