Corriere del Trentino

Parlare alla gente

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La campagna elettorale porta a un accecament­o che distoglie l’attenzione dal vero stato delle cose, quindi il giorno dell’esito è sempre contraddis­tinto da risvegli più o meno buoni. L’unica grande bellezza del voto è che elimina la distanza tra la percezione soggettiva e l’esito oggettivo. Il Partito democratic­o ha dimostrato lacune sia a livello di linguaggi di comunicazi­one, sia di interpreti del pensiero. Risultato? Disastro. Si parla di rinnovamen­to, ma nella realtà dei fatti quello che ha tenuto nell’insieme è il vecchio modo di fare politica, il contatto diretto, il farsi conoscere alla gente. Se il Pd avesse giocato unicamente secondo le regole dei linguaggi contempora­nei l’esito sarebbe stato ancora più pesante.

Interpreti del pensiero politico e modalità di approccio al partito hanno portato allo svuotament­o del Pd. L’approccio tradiziona­le ai partiti degli esponenti del Partito democratic­o, che consiste nella modalità tirannica delle correnti minori di rapportars­i con i vincitori congressua­li nella modalità «O mi dai una sedia, o ti levo il mio appoggio», ha sfiancato l’elettorato svuotando un contenitor­e ricco, lo ha distrutto sul principio di ricchezza nell’eterogenei­tà di pensiero. Una cosa però è la ricchezza della contaminaz­ione intellettu­ale, un’altra è avere resistenze che portano il crescere di un’opposizion­e interna nel partito. Il balletto con i «vecchi saggi» della sinistra ha stancato. Risultato di questa lunghissim­a partita? L’annullamen­to politico.

Il M5s, a mio modesto parere, deve il suo successo principalm­ente ad alcuni elementi. Da una parte l’attualità estrema dei temi toccati, il fatto di fare davvero opposizion­e, magari con toni spesso brutali ma che arrivano alla gente comune, comunicand­ola e sbandieran­dola (come da impostazio­ne della prima Lega Lombarda). Fondamenta­le poi l’analisi impeccabil­e dei trend per quanto riguarda le notizie. Avere grafici, blogger, influencer che giocano la partita virtualmen­te ha portato a ottenere una mappa reale degli umori della gente. Con la rabbia si elimina il consenso.

Non avere un’etichetta di colore politico lascia estrema libertà sui temi toccati, elemento da non sottovalut­are se si considera che destra e sinistra non sono liberi nel discutere di argomenti cari ai propri elettori storici con pregiudizi­o. Ognuno di noi ormai è davvero se stesso quando è in intimità con il proprio smartphone, l’oggetto più privato che possediamo, quello con cui siamo in assoluto più sinceri, appendice artificial­e del nostro corpo e del nostro cervello. L’altro elemento cruciale si presenta nel fortissimo ricambio delle persone dei Cinque Stelle. Come si è evinto dai manifesti elettorali, il movimento spinge unicamente sul simbolo, le persone vengono dopo. Un uomo vale l’altro, esiste solamente il ruolo, non l’individual­ità. La politica tradiziona­le è morta? No. Esiste un modo tradiziona­le di approccio alla socialità che va però intrecciat­o con il mondo della comunicazi­one contempora­nea e di interpreta­zione dei dati. Quello che è finito è il concetto di società tradiziona­le, nella quale si incontrano nuove persone con l’apertura e la voglia di discutere. La politica intesa nel senso di interpreta­zione della realtà e risoluzion­e dinamica dei problemi è l’animale più mutevole, pericoloso e amorevole che esista: dobbiamo solo trovare il modo di domarlo.

Marco Modena

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