Torna Giovanni Duca con l’intenso Ammatula
Ammatula in dialetto siciliano sta per «vano», «vuoto»: Ammatula è il titolo dell’ultima composizione letteraria di Giovanni Duca, palermitano, scrittore e poeta di forte intensità e ironia (Arca, pp. 136, euro 16). Il libro, analizza l’amico Giuseppe Colangelo, racchiude una contraddizione: inutile, o difficile è, secondo Duca dare un senso alla vita, ma in copertina compaiono i suoi due figli in un vivace pastello realizzato dal lui stesso. Un apparente contrasto sottolineato fin dalla dedica in spagnolo «Abre los ojos/ Para estar despierto / el viejo ciego»: l’autore ama infatti comporre anche in altre lingue europee. Sono pagine che trattano della vecchiaia, «Alipide veloce correvi a perdifiato. Ora cammini a stento» , un tema caro a Duca: la sola cosa certa è la morte «La sombras de la fin acompana todo verso». Quasi impercettibile la distinzione tra la prima parte dedicata alla poesia e la seconda fatta di racconti brevissimi e singolari; in mezzo due pagine di disarmanti aforismi.