Premiato Hunter Tumori, cruciali le sue ricerche
Il medico ha studiato il rapporto tra nuove classi di enzimi e cellule tumorali
È stato già ribattezzato il Cristoforo Colombo della medicina oncologica. Una delle menti scientifiche più brillanti al mondo. Anthony Rex Hunter, classe 1943, con le sue scoperte è riuscito da imprimere una significativa svolta nella lotta ai tumori, aggiudicandosi il Premio Pezcoller 2018, prestigioso riconoscimento istituito dal professor Alessio Pezcoller, primario all’ospedale di Trento che alla fine della sua carriera decise di donare tutto alla Fondazione che aveva creato per promuovere la lotta contro il cancro. Hunter, laureatosi in biologia a Cambridge, insegna all’Università della California e dirige il Salk Institute for Biological Studies.
A lui si deve la scoperta di una nuova classe di enzimi fondamentali nella regolazione di molte funzioni delle cellule tumorali. «Hunter è riuscito a identificare la chiave che accende e spegne l’attività delle cellule: la proteina Tirosina Kinasi. La sua è stata una scoperta rivoluzionaria per la medicina perché ha consentito di sviluppare una categoria completamente nuova di farmaci antitumorali: gli inibitori di Tirosina Kinasi, chiamati anche Terapie Target o teradi pie a bersaglio molecolare» spiega il presidente della Fondazione, l’oncologo Enzo Galligioni. L’intuizione di Hunter si inserisce perfettamente nella nuova era della medici- na anti-tumorale, fatta sempre meno di chemioterapie standard e sempre più di cure personalizzate, biologiche e immuno-oncologiche. Sono già venti, infatti, gli inibitori Tirosina Kinasi approvati per uso clinico in numerose tipologie di tumori e molti altri sono al vaglio della comunità internazionale. E lo scienziato, che sarà proclamato ufficialmente vincitore il prossimo 15 aprile a Chicago durante il meeting dell’Associazione americana ricerca sul cancro, il 19 maggio sarà Trento per ritirare il riconoscimento (pari a 75.000 euro) tenendo per l’occasione un incontro pubblico al teatro Sociale alle ore 10.30, una lectio magistralis all’università di Trento e una all’università di Padova.
«Premiare Hunter è per noi un grande onore non solo perché è uno dei benefattori dell’umanità, visto che con i suoi studi ha aperto nuove strade nella conoscenza della biologia del cancro, ma anche per la straordinaria passione e tenacia che ancora oggi, a 74 anni, continua a dimostrare, lavorando a nuove ricerche e perseverando di fronte alle difficoltà» ribadisce Galligioni.
Ma non è tutto. La Fondazione celebra quest’anno il 30° anniversario del Simposio internazionale che si terrà a Trento il 25 e 26 giugno con la partecipazione di più di 200 ricercatori da tutto il mondo. Il Simposio sarà dedicato ai «tumori cattivi» per i quali ancora non si è trovata una cura e sarà aperto dalla lectio di Harold Varmus, premio Nobel nel 2009. Infine, il prossimo 3 luglio, ad Amsterdam, sarà consegnato il Premio Pezcoller–Earc assegnato a un giovane ricercatore europeo con non più di 15 anni di laurea alle spalle, almeno 5 anni di attività in istituti di ricerca europea ed eccellenti risultati raggiunti nella ricerca sul cancro. Un premio che per l’edizione 2018 andrà a Jan Korbel, biologo molecolare tedesco all’European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg, distintosi per studi avanguardistici sulle modificazioni del genoma umano e sulle relative conseguenze.
Galligioni È un benefattore dell’umanità e ancora oggi a 74 anni porta avanti ricerche cruciali