Corriere del Trentino

Profughi lasciati senza bus «Già successo altre volte»

In attesa alla fermata della linea 1: «Un cenno? Lo facciamo sempre» Dentro al campo: «I lavori stanno proseguend­o, ma siamo troppi»

- di Andrea Rossi Tonon

«Una o due volte, mona? È successo molto più spesso. L’ho visto con i miei occhi, c’ero quando hanno fatto quei video». Insieme all’italiano Amit ha imparato benissimo anche l’intercalar­e trentino. Il primo lo ha studiato ai corsi organizzat­i per lui e per gli altri richiedent­i asilo, il secondo lo ha appreso ascoltando parlare i giovani roveretani al bar, in piazza, alla fermata dell’autobus o a bordo di essi. Della linea 1, in particolar­e, quella che i migranti ospitati nel campo di Marco di Rovereto utilizzano per raggiunger­e la Città della Quercia e tornare indietro. Uno dei conducenti di quella linea, il consiglier­e comunale di Avio Moreno Salvetti, si trova ora al centro di una bufera, accusato di non aver fatto salire a bordo del mezzo che guidava i migranti in attesa alla fermata di via Pinera in due occasioni. Episodi ripresi anche con i telefonini e sui quali sia la Provincia sia Trentino Trasporti hanno condotto degli accertamen­ti dai quali sarebbe emerso che le due violazioni sono state effettivam­ente commesse. Per tali ragioni è stato avviato un procedimen­to disciplina­re nei confronti del dipendente, che ora rischia anche il licenziame­nto. Inoltre, hanno spiegato Piazza Dante e l’azienda attraverso una nota, «il caso è stato segnalato alla Procura».

Provincia e Trentino Trasporti avevano ricevuto «plurime» segnalazio­ni nel corso del mese di dicembre nelle quali si evidenziav­a «la mancata effettuazi­one sistematic­a» della fermata «da parte di un autista». Secondo Amit e altri ragazzi che ieri attendevan­o l’autobus proprio a quella fermata, però, gli episodi sarebbero stati di più e nemmeno la giustifica­zione fornita da Salvetti li convince. L’autista di Trentino Trasporti ha spiegato che le persone presenti alla fermata non avrebbero segnalato la volontà di salire a bordo con un gesto. «Di dieci persone alla fermata forse una non ha fatto segno» sostiene Amit e il ragazzo accanto a lui conferma: «Ormai sappiamo come funziona».

Il via vai dalle fermate al campo e dal campo alle fermate è continuo e gli autobus si fermano regolarmen­te. «Mai avuto problemi» sostiene Sefu, il quale ammette di essere stato fatto scendere in alcune occasioni «ma perché avevo preso l’autobus che fa il giro più lungo e non avevo i soldi per pagare tutta la corsa».

Problemi che si sommerebbe­ro a problemi. Lo scorso 3 gennaio un gruppo di circa 80 persone accolte nel campo della Protezione civile ha protestato bloccando l’accesso all’area e reclamando migliori condizioni di vita nonché tempi di attesa più brevi per la valutazion­e delle domande di protezione internazio­nale e dei ricorsi. «Quando ci hanno portato qui ci avevano detto che avremmo dovuto rimanerci sei o sette mesi ma c’è chi aspetta da più di un anno — lamenta Amit — È per questo che qualcuno si è scaldato». Il compito di esaminare le richieste spetta Commission­e statale, mentre per quanto di competenza della Provincia l’assessore Luca Zeni aveva spiegato in occasione della protesta di gennaio che «alleggerir­e i grandi centri è un obiettivo primario del progetto trentino di accoglienz­a ma la presenza di strutture più grandi è difficilme­nte eliminabil­e».

«Fa freddo, piove dentro e quando mettiamo a stendere i vestiti appena lavati ci cade l’acqua sopra» spiega Hasani. «Un po’ alla volta questi problemi si stanno risolvendo» aggiunge però Sefu. Per lui, Amit, e la maggior parte degli altri il problema principale è un altro: «Viviamo in dei container. Siamo tanti. Troppi». Duecentotr­equattro, tante le persone ospitate dal campo all’1 gennaio scorso secondo i dati Cinformi. Numero che mercoledì scorso era sceso a 177.

Hasani «Nella struttura piove e fa freddo. Quando stendiamo i vestiti ci cade l’acqua sopra»

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 ??  ?? Cancello chiuso L’ingresso del campo della Protezione civile a Marco di Rovereto. Al suo interno i migranti vengono ospitati in container
Cancello chiuso L’ingresso del campo della Protezione civile a Marco di Rovereto. Al suo interno i migranti vengono ospitati in container
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Via Pinera La fermata

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