SINISTRA, IL VOTO DEGLI OPERAI E I TERRITORI ABBANDONATI
Ho sempre votato a sinistra e anche il 4 marzo ho riconfermato tale scelta. Sono però un elettore deluso da come il centrosinistra abbia ormai perso il contatto con la realtà. Ne ho avuto conferma diretta nel leggere il servizio che il Corriere del Trentino ha pubblicato sul voto degli operai. Un lavoratore dichiara: «Ho votato Lega, sì. Vediamo qualcuno di giovane. Prima avevo votato Pd, però mi ha deluso. Gli immigrati no, hanno avuto un peso relativo nella mia decisione». L’articolo poi prosegue con altre interviste, ma queste parole rappresentano un umore diffuso. Ormai le fabbriche, vecchio feudo della sinistra, si sono omologate. Non c’è più il voto ideologico, monta piuttosto la rabbia. Si vota Lega o Cinque Stelle quando prima il riferimento era il Partico democratico. Temo che riportare a casa tali elettori sarà molto difficile. Soprattutto se a sinistra si continuerà l’assurda guerra del tutti contro tutti. Non è più tempo di chiacchiere, le urne hanno decretato vincitori e sconfitti. Mancano pochi mesi alle Provinciali, i tempi quindi sono molto stretti, speriamo che il centrosinistra non lo sprechi dando fiato a inutili tavoli di lavoro. Bisogna andare sul territorio a raccontare quale Trentino vuole la sinistra. Insomma, si deve tornare a fare politica. Luigi Cestari, TRENTO Caro Cestari,
Il voto nelle fabbriche — il discorso vale anche per il Trentino — già da qualche tempo ha cambiato colore. Un malessere conosciuto, quindi. A lasciare maggiormente perplessi è che, nonostante i molti segnali mandati dagli operai, la sinistra abbia di fatto abdicato: ecco perché chi un tempo votava Pd stavolta ha scelto Lega o Movimento Cinque Stelle.
Anch’io penso che non sarà facile per il centrosinistra autonomista riconquistare la fiducia di chi è passato sul fronte opposto. La facilità con cui gli elettori si sono spostati da un fronte all’altro dello scacchiere politico, ci dice però che nulla è perduto, a patto che si ritorni ad ascoltare veramente il territorio, senza quell’arroganza spesso tipica per chi detiene il potere.
Il 4 marzo anche il Trentino è stato travolto da un vento che non è solo protesta fine a se stessa. Se gli operai si sono aggrappati a Salvini è perché hanno gridato invano la loro paura. La Provincia, così come i sindacati, sostengono che molto è stato fatto per l’occupazione. Qualcosa evidentemente non ha funzionato leggendo i risultati elettorali. Sicuramente è mancata la comunicazione, l’andare tra la gente a illustrare le scelte fatte. Si è dato tutto per scontato. Un errore che è stato pagato a caro prezzo.