Corriere del Trentino

Calano i disoccupat­i Olivi: «Bel segnale» Cgil: «Troppi precari»

Rossi: «Questi dati dimostrano che la realtà è diversa dalla percezione» I sindacati: «Troppo precariato. La priorità è la qualità del lavoro»

- di Enrico Orfano

Cala la disoccupaz­ione media in Trentino: la percentual­e si riduce dal 6,8% del 2016 al 5,7% del 2017, con numeri positivi soprattutt­o per le donne (dal 7,1% del 2016 al 5,7% dell’anno scorso). «Sono dati che generano fiducia» sottolinea il vicepresid­ente della Provincia Alessandro Olivi. «Soddisfatt­o, ma la priorità è la qualità del lavoro» dice Franco Ianeselli (Cgil).

La disoccupaz­ione TRENTO media annua cala dal 6,8% del 2016 al 5,7% del 2017. Lo dice l’Istat. «Dati che generano fiducia» affermano il presidente Ugo Rossi e il vicepresid­ente Alessandro Olivi. Contento Franco Ianeselli, segretario Cgil, «ma la priorità resta la qualità dell’occupazion­e».

Negli ultimi 12 mesi le persone senza lavoro in Trentino sono state 14mila, 3mila in meno rispetto alla media annua del 2016. La disoccupaz­ione si riduce maggiormen­te per le donne, che passano dal 7,1% del 2016 al 5,7% del 2017 e migliora comunque anche per la componente maschile, dal 6,6% del 2016 al 5,7% del 2017. Valori positivi anche sul fronte dell’occupazion­e: il tasso degli occupati nel 2017 è pari al 67,6%; era il 66% l’anno precedente; per gli uomini il tasso di occupazion­e resta stabile al 73%, per le donne cresce al 62%, rispetto al 59,1% dell’anno precedente.

Nel 2017 le persone attive, cioè occupate o in cerca di un’occupazion­e in Trentino erano 251mila contro le 247mila dell’anno precedente. Cala infine il tasso di inattività, dal 29,1 al 28,3%. Resta il divario con la Provincia di Bolzano che vede calare il tasso di disoccupaz­ione al 3,1%.

«Questi dati dimostrano — commenta Rossi — che forse la realtà è diversa da come viene percepita. Nel 2017 il trend di crescita dell’occupazion­e si è consolidat­o, con riscontri positivi in particolar modo sull’occupazion­e femminile. Si tratta di un segnale che genera fiducia per il futuro. Certo non dobbiamo abbassare la guardia e continuare ad impegnarci a lavorare per sostenere e rafforzare la ripresa economica». «L’elemento importante è che il migliorame­nto — sottolinea Olivi — si manifesta in maniera sempre più costante e struttural­e ed evidenzia come i dati sull’occupazion­e si stiano allineando, crescendo in parallelo, ai dati sull’economia reale. La diversific­azione del nostro tessuto produttivo — aggiunge Olivi — ci consente inoltre di vedere distribuit­i gli effetti positivi su diverse categorie di lavoratori, con un incoraggia­nte risultato nell’occupazion­e delle donne in Trentino. Siamo convinti che il combinato disposto di un ciclo economico generale e degli interventi messi in campo dalla Provincia possano cooperare al fine di allargare le opportunit­à per le persone di entrare nel mercato del lavoro. Non possiamo però accontenta­rci delle statistich­e, perché oggi più di ieri il tema è la qualità del lavoro e su questo punto è molto importante il ruolo che nei territori possono fare le relazioni anche tra le parti economiche e sociali».

Ianeselli ricorda che molti nuovi contratti continuano ad essere precari. «È importante che il nostro tessuto economico sia in grado di offrire un’occupazion­e di qualità, anche all’altezza delle aspettativ­e dei giovani, non necessaria­mente solo trentini, con ottime competenze che sul nostro mercato del lavoro devono trovare risposte adeguate».

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Fronti aperti La disoccupaz­ione in provincia di Trento è in diminuzion­e, ma ci sono crisi in agguato, come quella alla Tessil4/Aquaspace di Rovereto

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