Corriere del Trentino

AREE LONTANE PROGETTO IMPROPONIB­ILE

- di Toni Visentini

Non possono esserci le Olimpiadi delle Dolomiti tra Veneto, Trentino e Alto Adige (e perché non anche il Friuli-Venezia Giulia che pure ha una bella quota della preziosa montagna?).

Come non poteva esserci una capitale europea della cultura del Triveneto. Al più ci potranno essere le Olimpiadi di Cortina d’Ampezzo come avrebbe potuto esserci Venezia capitale della cultura. Non bisogna essere grandi profeti per capire che l’idea del presidente veneto Zaia di un’Olimpiade in stile Dolomiti superSki è destinata al fallimento. E non solo perché a bloccarla ci ha pensato subito la Provincia di Bolzano mentre a breve, vedrete, arriverà a rimorchio il no del Trentino. La verità è che per la natura stessa di un simile evento non sono proponibil­i aree troppo vaste e le distanze tra una zona di gara e l’altra non possono essere smodate. La sede olimpica, inoltre, dev’essere quella di una singola città che da sola avrà l’onore e l’onere di essere città olimpica. Una città che certo si può appoggiare ad altre zone limitrofe, però l’Olimpiade può venire identifica­ta solo con quella località. Basta sfogliare gli annali olimpici per capirlo. Se dunque in Italia ci saranno le Olimpiadi invernali, saranno di Cortina e non delle Dolomiti.

È lo stesso discorso tentato in passato con la presunta candidatur­a olimpica dell’Euregio trentin-altoatesin­tirolese che in realtà avrebbe dovuto mascherare l’ennesima Olimpiade di Innsbruck. Insomma, non è come per i mondiali di calcio e non ci possono essere manifestaz­ioni transfront­aliere, visto che è sempre fortissima — anzi fondante — la logica dei comitati olimpici nazionali. Già in passato la Carinzia austriaca, l’italiano Friuli-Venezia Giulia con la sua Carnia e la Slovenia con la sua Kranj, puntarono alla candidatur­a olimpica senza confini. Idea politicame­nte e culturalme­nte magari bella, ma impraticab­ile per le regole attuali del Cio, pertanto clamorosam­ente bocciata come improponib­ile e «fuori tema», come era fuori tema la candidatur­a di Venezia capitale della cultura insieme a Bolzano, Trento e Trieste.

Il fatto paradossal­e è che dalle Olimpiadi come elemento divisivo e quasi demonizzat­o — vedasi quanto successo a Roma con il no grillino alla candidatur­a — si è arrivati alla rincorsa piemontese di Torino per la sua seconda Olimpiade grazie ancora alla giravolta-voltafacci­a grillesca. Ora c’è pure il rilancio veneto

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