AREE LONTANE PROGETTO IMPROPONIBILE
Non possono esserci le Olimpiadi delle Dolomiti tra Veneto, Trentino e Alto Adige (e perché non anche il Friuli-Venezia Giulia che pure ha una bella quota della preziosa montagna?).
Come non poteva esserci una capitale europea della cultura del Triveneto. Al più ci potranno essere le Olimpiadi di Cortina d’Ampezzo come avrebbe potuto esserci Venezia capitale della cultura. Non bisogna essere grandi profeti per capire che l’idea del presidente veneto Zaia di un’Olimpiade in stile Dolomiti superSki è destinata al fallimento. E non solo perché a bloccarla ci ha pensato subito la Provincia di Bolzano mentre a breve, vedrete, arriverà a rimorchio il no del Trentino. La verità è che per la natura stessa di un simile evento non sono proponibili aree troppo vaste e le distanze tra una zona di gara e l’altra non possono essere smodate. La sede olimpica, inoltre, dev’essere quella di una singola città che da sola avrà l’onore e l’onere di essere città olimpica. Una città che certo si può appoggiare ad altre zone limitrofe, però l’Olimpiade può venire identificata solo con quella località. Basta sfogliare gli annali olimpici per capirlo. Se dunque in Italia ci saranno le Olimpiadi invernali, saranno di Cortina e non delle Dolomiti.
È lo stesso discorso tentato in passato con la presunta candidatura olimpica dell’Euregio trentin-altoatesintirolese che in realtà avrebbe dovuto mascherare l’ennesima Olimpiade di Innsbruck. Insomma, non è come per i mondiali di calcio e non ci possono essere manifestazioni transfrontaliere, visto che è sempre fortissima — anzi fondante — la logica dei comitati olimpici nazionali. Già in passato la Carinzia austriaca, l’italiano Friuli-Venezia Giulia con la sua Carnia e la Slovenia con la sua Kranj, puntarono alla candidatura olimpica senza confini. Idea politicamente e culturalmente magari bella, ma impraticabile per le regole attuali del Cio, pertanto clamorosamente bocciata come improponibile e «fuori tema», come era fuori tema la candidatura di Venezia capitale della cultura insieme a Bolzano, Trento e Trieste.
Il fatto paradossale è che dalle Olimpiadi come elemento divisivo e quasi demonizzato — vedasi quanto successo a Roma con il no grillino alla candidatura — si è arrivati alla rincorsa piemontese di Torino per la sua seconda Olimpiade grazie ancora alla giravolta-voltafaccia grillesca. Ora c’è pure il rilancio veneto