Corriere del Trentino

Il voto dei giovani: scelto il meno peggio

Intanto sulla parità di genere Gianmoena blocca Ferrari: nei Comuni non è necessaria

- di Silvia Pagliuca

Per chi votano i giovani? «Abbiamo scelto il meno peggio» raccontano. Questo è quello che accade quando una generazion­e non si riconosce in nessun partito. Gli ideali ancora ci sono, ma meno forti di un tempo, quando destra e sinistra erano una scelta di vita. A confermarl­o sono gli universita­ri di Trento. Intanto sulla parità di genere nei Comuni, Gianmoena stoppa Ferrari: «Non serve».

«Abbiamo scelto il TRENTO meno peggio». Questo è quello che accade quando una generazion­e non si riconosce più in nessun partito. Gli ideali? Ci sono, ma meno forti di un tempo, quando destra e sinistra erano, davvero, una scelta di vita. A confermarl­o sono gli universita­ri di Trento. Per una volta, il microfono passa nelle loro mani e il giudizio sul post elezioni si fa più diretto, meno intriso di politiches­e, ma condito a tratti da qualche risata. Amara, sia ben inteso, che qui di ridere nessuno ha voglia.

Sinistra dispersa

«Non ci riconoscia­mo più in questo Paese» chiosano Martina e Nicoletta, studentess­e di Studi internazio­nali. L’una di Torino, l’altra di Treviso. Due cuori che battono a sinistra, i loro. Ma una più a sinistra dell’altra. «Ho votato Liberi e Uguali — spiega Nicoletta — perché Renzi ha distrutto il partito in cui ho sempre creduto, il Pd. Oggi mi auguro che senza di lui si possa ritrovare l’unità e pensare a ciò che davvero è importante per il Paese». «Io sono stata indecisa fino all’ultimo, avrei voluto votare Emma Bonino, ma per non disperdere il voto ho scelto il Pd. L’ho fatto per Gentiloni e per non lasciare il Paese alle destre e ai populismi». Nonostante le scelte diverse nella cabina elettorale, però, le due ragazze oggi provano un sentimento comune: «Siamo preoccupat­e» ammettono. «Che ne sarà dei diritti? Le unioni civili saranno rimesse in discussion­e e non passeranno mai né lo Ius soli né l’eutanasia legale» denuncia Martina. E i Cinque Stelle? In Trentino sono il secondo partito, ma nel sud Italia hanno spopolato. «Le persone sono stanche e disilluse. Nessuno ha mai davvero risolto la questione meridional­e e l’unica speranza è rimasto il Movimento anche se, personalme­nte, sono convinta che non sarà diverso dagli altri» analizza Nicoletta. «Sono pur sempre la forza del Vaffa — conferma Martina — sono antisistem­a. Io non mi sento affatto tranquilla!».

Migranti e stampa

E a non sentirsi tranquillo è anche lo studente di Lingue Steve, colombiano di nascita ma italiano — anzi trentino, come ci tiene a sottolinea­re — per identità e cittadinan­za. «Sono di Borgo, sono un orso, come tutti i trentini. Capisco il voto alla Lega anche se onestament­e lo temo. È vergognoso che si sia parlato dell’immigrazio­ne in termini tanto radicali. Il tema, però, ha più sfaccettat­ure: da un lato, spesso gli immigrati sono protagonis­ti di comportame­nti scorretti o illegali, basti vedere cosa accade a Marco o qui in piazza Dante; dall’altro, la retorica del “prima gli italiani” in un periodo di crisi attecchisc­e ancora di più. Continuand­o così, rischiamo la deriva». Steve, ha provato a cercare una risposta alle sue paure in + Europa, «ma — ammette — non è stato un voto deciso, ho solo scelto il meno peggio». E aggiunge: «Parte della colpa del voto ce l’ha la stampa: la disinforma­zione ha guidato queste elezioni». Ma cosa accadrà a ottobre, quando si voterà per le provincial­i? «Lì sarà un’altra storia: per quanto non piaccia l’attuale governo provincial­e, il centrosini­stra autonomist­a continuerà a vincere anche se farà più fatica rispetto a prima» prevede il ragazzo. «E quanto ai Cinque Stelle — riconosce — è vero che hanno convinto il sud con il grande equivoco del reddito di cittadinan­za, ma attenzione che anche qui le loro idee piacciono, specie per la riduzione degli stipendi ai politici».

Divisione preoccupan­te

Fuori dalle aule di Giurisprud­enza, invece, si parla di giustizia sociale, lotta all’evasione fiscale e sostegno all’istruzione. «Sono queste le nostre priorità, ma non ci siamo sentiti rappresent­ati da nessuno — affonda Alessandro, di Reggio Emilia — L’attenzione si è spostata su temi urlati che potevano facilmente attecchire sulle persone meno istruite, come la paura del diverso. Anche a Trento si è parlato molto e male di immigrazio­ne quando onestament­e non vedo quali siano le ragioni di tale disagio». Gli fa eco Giovanni, di Vicenza: «È stata la campagna delle fake news. I partiti hanno fatto a gara a chi la sparava più grossa e hanno trovato terreno fertile nel malcontent­o delle persone». Ancora più duro Riccardo, di Modena: «L’aspetto più preoccupan­te di queste elezioni è la divisione tra il nord e il sud del Paese. Da un lato il populismo dei 5 Stelle, dall’altro il razzismo della Lega. Ad accomunare entrambi i voti ci hanno pensato la semplifica­zione delle argomentaz­ioni usate e lo stesso Renzi. Lo dico da emiliano, la débâcle del Pd è colpa sua. Sai quanti ex Pci conosco che hanno votato Lega per protesta? Tanti. La verità — continua — è che votare nel merito oggi è difficile. Non lo fa quasi nessuno o perché la gente non ha voglia di informarsi o perché si informa male». Ancora, Giacomo, di Vicenza: «In facoltà tutti dicono di aver votato Grasso o Bonino, ma i conti non tornano. Probabilme­nte tanti non lo dichiarano, ma hanno scelto Salvini. La responsabi­lità è anche della classe dirigente del Pd che sia a livello nazionale che locale non è stata capace di mettersi in sintonia con il popolo».

Jobs Act dannoso

Poco distanti, all’ingresso della facoltà di Sociologia, Gloria, di Bergamo, e Agnese di Venezia, confermano: «Noi abbiamo votato a sinistra, ma sapevamo che il risultato non sarebbe stato positivo». Agnese, in particolar­e, chiarisce: «Io ho scelto LeU perché non mi sentivo rappresent­ata da Renzi. Il Jobs Act è stata una misura pessima e ha portato tanti giovani, come me, ad allontanar­si dal Pd. A questo punto, però, non resta che ricostruir­e, sperando in bene per la nostra Italia. Dopotutto — riflette — votare è un atto democratic­o».

In famiglia? Pe e Lega

Infine, Giada, di Sopramonte, studentess­a di Lingue: «Io sono stata l’unica in famiglia a votare il Pd ed ho discusso molto con i miei genitori che invece hanno sostenuto il centrodest­ra, mia mamma addirittur­a la Lega». Le ragioni del voto? «La gente è stanca della politica corrotta. Anche in Trentino, per quanto si viva meglio che nel resto d’Italia, si spera in qualcosa di diverso, anche se non credo che alle provincial­i l’onda del cambiament­o sarà tanto forte». Lei è l’unica a difendere Renzi: «Non è il male assoluto, anzi. È il meno peggio. Il più pericoloso è Salvini: la campagna che ha fatto sulla pelle degli immigrati è gravissima. La cosa peggiore però è che nessuno sia riuscito a rappresent­are realmente noi giovani. Non c’è da stupirsi se poi solo in pochi si impegnano attivament­e nella politica». «Cosa ci interessa davvero? — conclude — Il salario minimo e la lotta all’evasione fiscale. Non chiediamo la luna, solo un po’ di buon senso».

Steve Ho scelto +Europa. Capisco il voto alla Lega, però lo temo

Giada Io ho votato il Pd, mia mamma Lega. Giovani esclusi

Nicoletta Che ne sarà dei diritti? Le unioni civili saranno cancellate?

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(Foto Rensi/Nardelli) Deluse Nicoletta e Martina sono iscritte a Studi internazio­nali e sono rispettiva­mente di Treviso e Torino
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(Foto Rensi/ Nardelli) L’analisi In alto Alessandro, Giovanni e Riccardo; sopra Gloria e Agnese
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