UN PAESAGGIO VIRTUOSO CREA REDDITO
Oggi si celebra la giornata del paesaggio. Molti gli interventi della Provincia per riqualificare ciò che ci circonda, centri storici compresi.
Quando parlo del colore delle nostre case — è accaduto recentemente con il via libera ai criteri per la predisposizione del piano colore in materia di tinteggiatura degli edifici — tutti capiscono immediatamente a cosa mi riferisco. Il colore delle facciate delle case entra nelle nostre vite quotidiane, ce l’abbiamo sotto gli occhi ogni giorno: quando passeggiamo, mentre aspettiamo l’autobus, al rientro dal lavoro. Ma il colore è solo uno degli elementi che caratterizzano il paesaggio urbano nel quale siamo immersi quotidianamente. Il piano straordinario per gli interventi di abbellimento e riqualificazione dei centri storici, contenuto nell’ultima Finanziaria, affronta in maniera finalmente organica ed esaustiva il tema della riqualificazione dei borghi del Trentino sotto un duplice profilo: funzionale ed estetico.
L’intervento consiste nella concessione di contributi a fondo perduto per rendere più belle le facciate degli edifici. Inoltre si offre la possibilità di finanziare anche la ristrutturazione interna, con aiuti dedicati a giovani coppie e anziani. Ciò si colloca in piena continuità con altri interventi sviluppati dalla Provincia in questi ultimi anni in ambito di tutela e valorizzazione del paesaggio, con il contributo determinante della Step (Scuola per il governo del territorio e del paesaggio) istituita in seno alla Tsm (Trentino School of Management). Al tempo stesso, offre un contributo importante alla grande questione che definirei «dell’abitare», perché è evidente a tutti che un centro storico bello e in salute è anche un centro storico abitato; un nucleo in cui famiglie, esercizi commerciali, laboratori artigiani, servizi, vivono, si sviluppano e interagiscono.
Altro fondamentale caposaldo riguarda il fondo per la valorizzazione del paesaggio, con ripristino di aree prative e pascoli. La legge urbanistica tra le altre cose ha previsto, come noto, l’istituzione del Comitato provinciale per la cultura architettonica e il paesaggio, a cui è dedicato il seminario che si tiene oggi proprio alla Tsm. Modellato sull’esperienze virtuose già presenti nel contesto europeo, soprattutto in Austria, Svizzera e Germania, il Comitato rappresenta un organismo specialistico di consulenza incentrato sulla qualità architettonica e paesaggistica degli interventi di trasformazione del territorio e di assetto urbano.
Entro tale cornice, il paesaggio viene allora ad assumere valenze diverse. In primo luogo, è un elemento fondamentale dell’identità collettiva della comunità. Il paesaggio non è però statico, ma dinamico. Registra l’evoluzione dei gusti e dei comportamenti, le trasformazioni del tessuto economico, dei bisogni materiali e immateriali. Cambia con la storia e ne porta per lungo tempo tracce evidenti (quante volte guardando un edificio, una palazzina, una chiesa o un municipio, ci diciamo immediatamente che è uno specchio, ad esempio, degli anni 50 o 60?).
Se questo vale come concetto generale, va tenuto presente però che i centri storici sono per loro natura un soggetto più fragile e delicato di altri. La necessità di conservarne le caratteristiche peculiari è qui più forte che altrove, pena il loro snaturamento, la lenta trasformazione in non-luoghi, o in agglomerati disarmonici, poco attraenti e quindi anche poco attrattivi. Con il concetto di attrattività abbiamo introdotto un’altra ragione oltre a quella meramente identitaria, che ci spinge a sostenere con forza gli interventi volti a un recupero o miglioramento dei centri storici (stiamo parlando di risorse «importanti», per un totale di 40 milioni a disposizione di privati e cooperative proprietarie di edifici, tanto per la sistemazione delle facciate quanto per la ristrutturazione degli interni): un paesaggio valorizzato, oltre a migliorare la qualità della vita di chi lo abitata, è pure un fattore decisivo per la competitività territoriale. La valorizzazione degli insediamenti storici produce in particolare ricadute positive sul fronte del turismo, una delle più importanti risorse di cui il Trentino dispone, e si traduce quindi in opportunità di lavoro e di reddito che vanno anche al di là di quelle generate dagli interventi stessi, e che durano nel tempo. Infine, la rigenerazione urbana è amica dell’ambiente, rende più vivibili, ecologici, ma anche solidali e «amichevoli» i centri storici. Implica la diffusione di tecnologie e materiali che favoriscono il risparmio energetico, la riduzione del consumo di suolo, l’adozione di politiche «dolci» ed ecosostenibili per la mobilità, il miglioramento dell’accessibilità a edifici pubblici e privati per le persone con limitate capacità di movimento.
Cogliere simili valenze presuppone uno sforzo non da poco. Abbiamo così puntato, e continueremo a farlo, sia sulla formazione sia sul confronto continuo con persone di provata esperienza nel settore, capaci di valorizzare quanto di buono stiamo già facendo, accompagnandoci verso un progressivo smantellamento dell’eredità obsoleta del passato (vedi «ecomostri»).
Ci vuole però anche coraggio. Perché coltivare un’idea virtuosa di paesaggio, in particolare urbano, non significa astenersi dal fare nulla, lasciare tutto come sta, significa al contrario prendere le giuste decisioni, per agire in fretta e bene. * Assessore provinciale alla coesione territoriale, urbanistica ed enti locali