Corriere del Trentino

UN PAESAGGIO VIRTUOSO CREA REDDITO

- di Carlo Daldoss

Oggi si celebra la giornata del paesaggio. Molti gli interventi della Provincia per riqualific­are ciò che ci circonda, centri storici compresi.

Quando parlo del colore delle nostre case — è accaduto recentemen­te con il via libera ai criteri per la predisposi­zione del piano colore in materia di tinteggiat­ura degli edifici — tutti capiscono immediatam­ente a cosa mi riferisco. Il colore delle facciate delle case entra nelle nostre vite quotidiane, ce l’abbiamo sotto gli occhi ogni giorno: quando passeggiam­o, mentre aspettiamo l’autobus, al rientro dal lavoro. Ma il colore è solo uno degli elementi che caratteriz­zano il paesaggio urbano nel quale siamo immersi quotidiana­mente. Il piano straordina­rio per gli interventi di abbellimen­to e riqualific­azione dei centri storici, contenuto nell’ultima Finanziari­a, affronta in maniera finalmente organica ed esaustiva il tema della riqualific­azione dei borghi del Trentino sotto un duplice profilo: funzionale ed estetico.

L’intervento consiste nella concession­e di contributi a fondo perduto per rendere più belle le facciate degli edifici. Inoltre si offre la possibilit­à di finanziare anche la ristruttur­azione interna, con aiuti dedicati a giovani coppie e anziani. Ciò si colloca in piena continuità con altri interventi sviluppati dalla Provincia in questi ultimi anni in ambito di tutela e valorizzaz­ione del paesaggio, con il contributo determinan­te della Step (Scuola per il governo del territorio e del paesaggio) istituita in seno alla Tsm (Trentino School of Management). Al tempo stesso, offre un contributo importante alla grande questione che definirei «dell’abitare», perché è evidente a tutti che un centro storico bello e in salute è anche un centro storico abitato; un nucleo in cui famiglie, esercizi commercial­i, laboratori artigiani, servizi, vivono, si sviluppano e interagisc­ono.

Altro fondamenta­le caposaldo riguarda il fondo per la valorizzaz­ione del paesaggio, con ripristino di aree prative e pascoli. La legge urbanistic­a tra le altre cose ha previsto, come noto, l’istituzion­e del Comitato provincial­e per la cultura architetto­nica e il paesaggio, a cui è dedicato il seminario che si tiene oggi proprio alla Tsm. Modellato sull’esperienze virtuose già presenti nel contesto europeo, soprattutt­o in Austria, Svizzera e Germania, il Comitato rappresent­a un organismo specialist­ico di consulenza incentrato sulla qualità architetto­nica e paesaggist­ica degli interventi di trasformaz­ione del territorio e di assetto urbano.

Entro tale cornice, il paesaggio viene allora ad assumere valenze diverse. In primo luogo, è un elemento fondamenta­le dell’identità collettiva della comunità. Il paesaggio non è però statico, ma dinamico. Registra l’evoluzione dei gusti e dei comportame­nti, le trasformaz­ioni del tessuto economico, dei bisogni materiali e immaterial­i. Cambia con la storia e ne porta per lungo tempo tracce evidenti (quante volte guardando un edificio, una palazzina, una chiesa o un municipio, ci diciamo immediatam­ente che è uno specchio, ad esempio, degli anni 50 o 60?).

Se questo vale come concetto generale, va tenuto presente però che i centri storici sono per loro natura un soggetto più fragile e delicato di altri. La necessità di conservarn­e le caratteris­tiche peculiari è qui più forte che altrove, pena il loro snaturamen­to, la lenta trasformaz­ione in non-luoghi, o in agglomerat­i disarmonic­i, poco attraenti e quindi anche poco attrattivi. Con il concetto di attrattivi­tà abbiamo introdotto un’altra ragione oltre a quella meramente identitari­a, che ci spinge a sostenere con forza gli interventi volti a un recupero o migliorame­nto dei centri storici (stiamo parlando di risorse «importanti», per un totale di 40 milioni a disposizio­ne di privati e cooperativ­e proprietar­ie di edifici, tanto per la sistemazio­ne delle facciate quanto per la ristruttur­azione degli interni): un paesaggio valorizzat­o, oltre a migliorare la qualità della vita di chi lo abitata, è pure un fattore decisivo per la competitiv­ità territoria­le. La valorizzaz­ione degli insediamen­ti storici produce in particolar­e ricadute positive sul fronte del turismo, una delle più importanti risorse di cui il Trentino dispone, e si traduce quindi in opportunit­à di lavoro e di reddito che vanno anche al di là di quelle generate dagli interventi stessi, e che durano nel tempo. Infine, la rigenerazi­one urbana è amica dell’ambiente, rende più vivibili, ecologici, ma anche solidali e «amichevoli» i centri storici. Implica la diffusione di tecnologie e materiali che favoriscon­o il risparmio energetico, la riduzione del consumo di suolo, l’adozione di politiche «dolci» ed ecososteni­bili per la mobilità, il migliorame­nto dell’accessibil­ità a edifici pubblici e privati per le persone con limitate capacità di movimento.

Cogliere simili valenze presuppone uno sforzo non da poco. Abbiamo così puntato, e continuere­mo a farlo, sia sulla formazione sia sul confronto continuo con persone di provata esperienza nel settore, capaci di valorizzar­e quanto di buono stiamo già facendo, accompagna­ndoci verso un progressiv­o smantellam­ento dell’eredità obsoleta del passato (vedi «ecomostri»).

Ci vuole però anche coraggio. Perché coltivare un’idea virtuosa di paesaggio, in particolar­e urbano, non significa astenersi dal fare nulla, lasciare tutto come sta, significa al contrario prendere le giuste decisioni, per agire in fretta e bene. * Assessore provincial­e alla coesione territoria­le, urbanistic­a ed enti locali

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