«C’è tanta confusione Molti si affidano ai social Spesso sono fuorvianti»
«Qualche cittadino che ha fatto domanda o comunque ha chiesto informazioni relative al reddito di cittadinanza c’è stato sicuramente, ma si tratta di casi sporadici che non hanno nulla a che fare con quanto accaduto in altre regioni. Il vero problema è che c’è tanta confusione».
È la disinformazione, secondo il presidente delle Acli del Trentino, Luca Oliver, la vera responsabile di quanto sta accadendo in alcune aree del sud Italia. Non sono solo le promesse elettorali e i proclami ad aver scatenato false speranze nei cittadini, ma anche notizie che rimbalzano sul web. «Abbiamo notato che i cittadini sono molto confusi — spiega — non sanno e le loro convinzioni, maturate informandosi qua e là, spesso anche leggendo notizie su internet che non corrispondono alla realtà. Le persone si fanno condizionare totalmente da quanto leggono, a prescindere dalla fonte. Vengono a chiedere gli aiuti, ma talvolta non ne hanno diritto».
C’è una grande confusione anche tra il reddito di cittadinanza, proclamato dai Cinque Stelle, e il reddito di garanzia della Provincia di Trento. Non sanno qual è la differenza, alcuni pensano sia la stessa cosa. «I social network sono spesso fuorvianti — continua Oliver — ci sono molte persone che si presentano nel nostro patronato convinti di poter accedere al reddito di garanzia ma non hanno i requisiti. I nostri impiegati spiegano loro quali sono le regole e che in Trentino la situazione è diversa rispetto al resto d’Italia perché ci sono misure di aiuto attive già da molti anni, ma servono dei requisiti precisi e c’è un percorso da seguire, legato anche all’inserimento nel mondo del lavoro».
I proclami durante la campagna elettorale hanno alimentato anche la speranza di molti cittadini, che si sono presentati nei patronati trentini, di cancellare la legge Fornero e poter così andare in pensione prima.