Mag di Riva, doppia inaugurazione
Guerra e pace, da domani «No War No Peace» e «Kriegsmaler. I fratelli Stolz»
«Volevamo dedicare un intero progetto alla chiusura del centenario della Grande Guerra, ci siamo allora chiesti da quali prospettive affrontare un tema così importante e allo stesso tempo al centro dell’attenzione di molti. Da questa riflessione è scaturito Guerre e Pace |
1918-2018, il progetto che inauguriamo venerdì con due mostre, cui se ne aggiungerà un’altra a giugno in contemporanea con l’apertura dei forti del Brione».
Ci introduce con questo sguardo Claudia Gelmi, curatrice del Museo Alto Garda, alla stagione 2018 del Museo di Riva del Garda che sarà aperta domani alle 18 con una duplice inaugurazione: la mostra all’insegna del complesso ossimoro No War No Peace e quella che offre una visione sui Kriegsmaler. I fratelli Stolz | Pittori dal fronte di Riva del Garda 1915-1916.
«Due esposizioni che in certo modo si completano — osserva Gelmi — una storica dedicata ai Kriegsmaler, che propone un ciclo di opere provenienti dal Museo Rudolf Stolz di Sesto, in Alta Pusteria. Si documenta la vita al fronte sopra Riva del Garda tra il 1915 e il 1916, che durante la Grande Guerra costituisce una terra di confine».
A quell’epoca, il battaglione degli Standschützen di Bolzano era infatti di stanza nell’Alto Garda e i fratelli Albert e Rudolf Stolz furono arruolati nella Compagnia come pittori di guerra. Da tale esperienza prende origine un ciclo di una trentina tra disegni e dipinti, che restituiscono la quotidianità dei soldati dell’Impero austroungarico al fronte. Trincee, pattugliamenti, trasporti di artiglieria, esercitazioni di tiro, scene di vita venivano prima schizzati e poi completati con precisione ad acquerello, guazzo, matita o pastello.
«Non volevamo però soffermarci solo sul ricordo del Centenario e farne una commemorazione memorialistica — riprende la curatrice — ma creare un collegamento con il contemporaneo attraverso No War No Peace, che ci riporta all’interrogativo dal quale ha preso vita la nostra riflessione attorno all’anniversario della conclusione della Prima guerra mondiale: che cosa ha significato la fine della guerra, e che cosa significa parlare di pace? Si tratta di una pace effettiva o, come spesso accade ed è accaduto anche un secolo fa, si gettano le basi per future ostilità?». No War No Peace è realizzata dal Mag in collaborazione con Associazione 46° Parallelo | Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, a cura di Andrea Tomasi e della stessa Gelmi su un progetto di Raffaele Crocco.
Per provare a dare risposta a questi quesiti il Museo di Riva del Garda propone un excursus che attraversa il secolo, sottolineando alcune date emblematiche tra il 1918 e il 2018. Si parte dalle installazioni al piano terra del museo — costituite dalle immagini del fotoreporter Fabio Bucciarelli, dalle strutture create dallo studio di architettura Weber+Winterle, da video storici, interviste e materiale di approfondimento consultabile attraverso touch screen — che richiamano i diversi e così simili «dopo» che accomunano i momenti della fine dei conflitti, raccontandone le contraddizioni e le criticità. Le foto di Bucciarelli, in particolare, «restituiscono l’immaginario del tema delle migrazioni — aggiunge Gelmi —. Una pace quali conseguenze ha? Spesso le fragili condizioni sociali ed economiche che ne derivano producono proprio la fuga di molte persone» — conclude.
A giugno, poi i conflitti saranno narrati attraverso la fotografia contemporanea di Paolo
Ventura. Racconti di guerra. E, fuori dal museo, saranno riaperti i forti del Monte Brione, in particolare Forte Garda avrà un ulteriore piano visitabile.