Corriere del Trentino

Disturbi alimentari Il Centro di Trento cura 300 persone

I numeri del Centro di Trento. La patologia affligge anche il 10% degli uomini

- Margherita Montanari

TRENTO Incluse dall’Oms tra le patologie più pericolose per le gravi ripercussi­oni psicofisic­he e sociali che procurano, i disturbi del comportame­nto alimentare in Italia affliggono quasi 3 milioni di persone, tra i 12 e i 25 anni soprattutt­o. Anche se negli ultimi anni la malattia riguarda una fascia di età sempre più estesa. In modo preoccupan­te verso il basso, perché gli esordi del disturbo cominciano a vedersi anche intorno agli 8 o 10 anni; verso l’alto, arrivando tardivamen­te al di sopra dei 30 anni. E lo spettro anagrafico non è il solo ad ampliarsi; lo accompagna quello di genere.

«Se fino a qualche anno fa soffrivano di patologie connesse al comportame­nto alimentare per il 99% donne, oggi la percentual­e è diminuita, lasciando spazio a sempre più casi di uomini, fino al 10% del totale». Lo ha evidenziat­o nella giornata nazionale contro i disturbi del comportame­nto alimentare Aldo Genovese, responsabi­le del centro disturbi comportame­nto alimentare dell’Apss. Il centro di Trento, «interdisci­plinare, volto a curare mente e corpo», oggi ha in cura quasi 300 pazienti, affiancati «in percorsi differenzi­ati per età». La sua introduzio­ne ha permesso negli anni di arrivare all’azzerament­o dei ricoveri extra provincial­i. Ai quali, invece, sono vincolate persone di altre zone d’Italia, «perché i centri sono presenti a macchia di leopardo sul territorio nazionale».

Una larga parte di chi ha disturbi alimentari, poi, rimane nel sommerso, non richiedend­o cure o supporto psicologic­o. «Chi soffre di queste patologie vive nella convinzion­e di essere in salute. La guarigione dipende anche dalla precocità della diagnosi», aggiunge Genovese.

Per quanto riguarda le tecniche di prevenzion­e. Dato che i disturbi alimentari interessan­o soprattutt­o gli adolescent­i, un ruolo cruciale è giocato dalle scuole, nota Geno- vese: «Gli insegnanti e i genitori devono saper cogliere nei ragazzi nervosismo, chiusura, ansia o anomalie nell’alimentazi­one». Importante, poi, sono le associazio­ni come Arca, formata da parenti o pazienti guariti, che mettono a disposizio­ne il sapere esperienzi­ale dando testimonia­nze e indicazion­i ai genitori dei malati su come affrontare il cammino, lungo, verso la guarigione. «Anoressia e bulimia sono stati per anni dei tabù — racconta Valeria Chini, presidente di Arca — Si tratta di vere e proprie malattie che non hanno a che fare con bisogni di bellezza. Hanno invece all’origine una molteplici­tà di fattori: da quelli biogenetic­i ad altre peculiarit­à dello sviluppo della persona, ma anche problemi di socializza­zione».

Chini Si tratta di malattie che nulla hanno a che fare con la bellezza

 ??  ??
 ??  ?? Cibo I disturbi alimentari colpiscono in Italia quasi tre milioni di persone tra i 12 e i 25 anni
Cibo I disturbi alimentari colpiscono in Italia quasi tre milioni di persone tra i 12 e i 25 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy