L’Upt cambia, via Mellarini Gilmozzi rifiuta l’incarico
Upt, dimissioni di segreteria e guida del parlamentino. Gilmozzi rifiuta l’incarico di «esploratore» Via alla fase costituente. L’assessore rilancia il dialogo con i civici e chiude al partito unico con i dem
TRENTO Dimissioni dovevano essere e dimissioni sono state. Ieri, in un lungo pomeriggio di incontri in via Lunelli, l’Unione per il Trentino ha cercato di guardare oltre la batosta incassata alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo (con Civica Popolare l’Upt è praticamente scomparso dai radar). Dando seguito a quel rinnovamento invocato dopo le elezioni, in vista delle Provinciali di ottobre.
Al parlamentino del partito, convocato alle 19 dopo una riunione della segreteria, il segretario Tiziano Mellarini (oltre all’intera segreteria) e il presidente dell’organismo Fabio Pipinato si sono presentati dimissionari. Una mossa ampiamente anticipata nei giorni scorsi, ma sulla quale pesava ancora qualche incognita. Ieri, dunque, l’assessore provinciale — uscito sconfitto dalla sfida alle urne con l’ex upitina Donatella Conzatti — ha rotto gli indugi. E ha rimesso il mandato nelle mani del partito. «Dimissioni irrevocabili» ha precisato Mellarini. Avviando di fatto un percorso di rinnovamento che porterà, entro dieci giorni, alla convocazione di una nuova riunione del parlamentino per eleggere il nuovo presidente e per dare mandato a «un esploratore» di guidare la fase costituente che dovrà individuare un «nuovo architetto» (così lo ha definito Mellarini) e costruire una «nuova casa»: una «forza popolare, riformista, esponente del cattolicesimo democratico» ha aggiunto l’assessore, che guardi ai civici e alla società civile piuttosto che al Pd. Mellarini ha fatto il nome di Mauro Gilmozzi per il ruolo di esploratore, ma il diretto interessato ha declinato: in tempi brevi quindi si dovrà trovare un’alternativa.
L’analisi del voto, affidata al segretario dimissionario a inizio riunione, è stata impietosa. «C’è stata una sconfitta netta della proposta del centrosinistra autonomista e ne dobbiamo prendere atto» ha detto Mellarini. Che ha puntato il dito sul «vento leghista» e sulle «dinamiche nazionali», citando i temi che hanno segnato la campagna elettorale (sicurezza, immigrazione, ma anche legge Fornero e reddito di cittadinanza). Per poi soffermarsi sul quadro locale. «Tutti abbiamo ravvisato nel nostro elettorato un clima difficile, legato anche a una latente insoddisfazione verso l’azione provinciale» ha ammesso l’assessore. Che non ha dimenticato un accenno a Lorenzo Dellai (presente solo prima della riunione): «Spiace che lo tsunami leghista abbia prevaricato la validità di una candidatura. Oggi Lorenzo parla di fine ciclo, ma la sua esperienza deve essere ancora utile. La sua riflessione però doveva passare prima dal partito».
E di fine di un’epoca ha parlato anche Mellarini: «Io ho fatto parte di un ciclo, che oggi si è concluso». Via libera, quindi, a «un ripensamento dell’assetto» della coalizione, resettando i vertici e «aprendo a forze nuove». E via, sul fronte dell’Upt, a «una nuova ripartenza», che dovrà superare la litigiosità passata guardando al nuovo corso. «Forse — ha spiegato l’assessore — abbiamo aspettato troppo a finalizzare questo processo, anche nell’attesa dell’azione dei civici». E il dialogo con il Pd? La linea dell’uscente è stata decisamente fredda.
Il futuro C’è sempre bisogno di una forza popolare, riformista e cattolica Su Dellai È terminata un’epoca ma la sua esperienza deve essere ancora utile