Cantina Opera di Cembra Sequestrate 7000 bottiglie
Erano nascoste in un magazzino di Pinzolo. Indagine per bancarotta, videocamere al setaccio
TRENTO Questa volta sono solo 7.000 bottiglie, niente a che vedere con le 200.000 sequestrate dieci giorni fa, ma se vendute al dettaglio avrebbero potuto fruttare oltre 120.000 euro. Il nucleo di polizia economico-finanziaria, che indaga sul fallimento della casa vivinicola Opera di Cembra, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di otto persone per bancarotta fraudolenta per distrazione in concorso, questa volta si è spinto fino a Pinzolo per intercettare il magazzino privato dove erano state «nascoste» le bottiglie.
Secondo l’accusa le settemila bottiglie facevano parte di una giacenza della cantina fallita che gli amministratori avrebbero tentato di occultare sottraendoli ai creditori, fornitori e banche, soprattutto. Gli investigatori si sono concentrati sulle videocamere installate nelle vie nei comuni della valle per intercettare i movimenti sospetti poi, grazie anche ad una serie di informazioni raccolte sul territorio, sono riusciti a risalire al magazzino di Pinzolo, riconducibile a uno dei professionisti indagati. Le bottiglie, circa 5.300 litri di vino spumante doc, erano nascoste dietro alcuni grandi pannelli termosaldati. Secondo la Procura gli amministratori dell’azienda — nata nel 2007 poi, schiacciata dai debiti, era stata dichiarata fallita il 30 novembre scorso— grazie all’aiuto di alcuni professionisti avrebbero creato un’altra cantina, la Arepo (il nome è lo stesso di Opera, ma al contrario) che si trova a pochi passi dalla cantina di Verla, per dirottare gran parte del magazzino di Opera sottraendo l’ingente quantitativo di spumante ai creditori. Questa è la ricostruzione degli inquirenti, ma l’indagine è in corso. Le fiamme gialle stanno cercando di ricostruire i movimenti sospetti dei carichi di spumante.