VARIANTE PRG IL TEMPO STRINGE
Il Consiglio comunale di Trento ha finalmente approvato, la settimana scorsa, il documento di indirizzo e di obiettivi che dovrebbe dare inizio al percorso della variante generale al Piano regolatore della città. Dovrebbe, in quanto l’avviso previsto dall’articolo 37 della legge urbanistica non è stato ancora pubblicato né sui giornali locali, né sul sito internet del Comune. Nel periodo di pubblicazione, per trenta giorni, chiunque può presentare proposte non vincolanti al Comune ed è forse l’unica forma di partecipazione nel processo di formazione del piano. Per stendere 35 pagine di obiettivi, metodo di lavoro e modalità delle decisioni, sindaco e amministrazione comunale hanno impiegato un anno e mezzo: una partenza troppo lenta per far ben sperare nella conclusione dell’iter entro la fine consiliatura. Perché chiudere l’iter di una variante come quella impostata necessita di ben due approvazioni del Consiglio comunale intervallate dai tempi necessari alle osservazioni dei cittadini e alle loro risposte, nonché di una definitiva approvazione da parte della giunta provinciale: visti i tempi di elaborazione e decisione finora espressi, si possono avanzare seri e motivati dubbi sulla reale volontà di chiudere nei tempi previsti. Ma perché l’urbanistica cittadina è così lenta? Perché ci si mette così tanto a variare un Prg? Nel rapporto tra procedimento tecnicoamministrativo e decisione politica, è oggi in corso una rapida mutazione, dovuta sinteticamente a due fattori. Da un lato, a una mutazione propria della politica, sempre più mediatizzata, disancorata dalla realtà e da verifiche operative concrete; dall’altro, alla crescente complessità riscontrabile nell’uso e nella trasformazione del territorio, gestito da troppe leggi e soggetto a eccessivi controlli non reali ma burocratici. I procedimenti tecnici, anche se complessi e opportunamente partecipati, in sé non sono necessariamente lunghi nel tempo; quando però la politica non è capace di decidere, o vede il percorso di piano come momento autoreferenziale o, peggio ancora, come elemento di scontro politico, allora il fattore tempo non conta e si spalmano i Piani regolatori su più consiliature, scelta frustrante delle legittime attese dei cittadini. La revisione del Prg — o la sua variante come impropriamente denominata questa proposta— è uno dei punti centrali del programma dell’attuale giunta comunale. Non portarla a termine, la farebbe rimanere solo una delle tante promesse elettorali.