Corriere del Trentino

Contratto partecipat­e, trattativa in alto mare

I metalmecca­nici si oppongono al «terziario». La Uil abbandona: «Ci siamo stufati»

- di Enrico Orfano

Sembrano essere arrivate a un punto di stallo pressoché definitivo le trattative per un contratto unico delle società partecipat­e dalla Provincia di Trento. L’altra sera, alla proposta di un contratto del terziario senza possibilit­à di modifica, la Uil si è sfilata dal tavolo. Porta chiusa anche da parte dei metalmecca­nici di Informatic­a trentina, la componente più importante. Le elezioni provincial­i prossime possono fermare tutto.

TRENTO Bloccato forse definitiva­mente il negoziato fra sindacati e Provincia per il contratto unico delle partecipat­e, che riguarda una dozzina di società per circa 600 dipendenti. L’altra sera la Uil ha abbandonat­o il tavolo, ma anche i metalmecca­nici di Fim Cisl e Fiom Cgil hanno detto di non accettare le condizioni di Piazza Dante. A questo punto, a circa 6-7 mesi dalle elezioni provincial­i, è difficile che si riesca a reimpostar­e il tutto. C’è solo la speranza di trattare ancora per qualche giorno. Su tutto la «spada di Damocle» della disdetta dell’integrativ­o, minaccia sospesa che potrebbe tornare d’attualità senza un accordo. Da vedere però se il centrosini­stra autonomist­a, già bastonato dalle elezioni politiche, andrà fino in fondo.

La proposta sul tavolo l’altra sera era di scegliere come contratto unico delle partecipat­e il contratto nazionale del terziario. «Ma di fatto veniva imposto solo a noi di Informatic­a Trentina — afferma Luciano Remorini segretario della Fim Cisl —. E in assemblea i nostri lavoratori hanno detto di no. Anzi di valutare scioperi e azioni legali in caso di forzature». Informatic­a Trentina ha la fetta più consistent­e di lavoratori (268). Va a fusione con Trentino Network (63), che accetta di passare al terziario, praticamen­te l’unica azienda a favore. Fra le altre ci sono Cassa del Trentino e Patrimonio del Trentino che non si sa più se si fonderanno, nelle quali i ricchi contratti dei bancari in vigore non si vogliono mettere in discussion­e. Itea non si è ancora espressa. Trentino Sviluppo e Trentino Marketing, che hanno il terziario con un importante integrativ­o, chiedono di mantenere le condizioni attuali.

«L’ultima proposta che ci è stata fatta si basa un testo immodifica­bile — dice Walter Alotti, segretario generale Uil — Quel testo noi non lo firmiamo. Eravamo disposti ad accettare la precedente versione dello scorso 27 febbraio: terziario con flessibili­tà sui tempi e le adesioni, con tempi diversi per i bancari (anche per le fusioni in atto) e l’esclusione di Itea (in maggioranz­a con il contratto degli enti locali). Ma i metalmecca­nici si sono opposti, dicendo che o era terziario per tutti, o niente. Adesso non accettano nemmeno la nuova versione. La Uil è stufa di aspettare».

Ma i metalmecca­nici non possono accettare un contratto che «non regola le parti normative basilari, come la reperibili­tà e altre questioni — prosegue Remorini —. La nostra proposta è di armonizzar­e i contratti a seconda dei poli, come era previsto all’inizio, quindi lasciando il contratto metalmecca­nici nel polo Ict. Con una regolament­azione della mobilità da un’azienda a un’altra. Poi, con il nuovo interlocut­ore politico, si potrà riprendere».

Di fatto solo TNet ha accettato le condizioni della Provincia. C’è chi propone di andare avanti con chi è rimasto, nella speranza di nuovi scenari. «La trattativa è in corso, non è stata conclusa. In alcune società non sono state fatte le assemblee dei dipendenti — osserva Ianeselli —. L’idea di regolare le partecipat­e con criteri omogenei ci può stare, solo che occorre valorizzar­e le competenze. Sono stati anni densi di ostacoli. Vedremo se qualcosa si sbloccherà nelle prossime ore». Altri si chiedono: ma se si volevano solo ridurre i costi, era proprio necessario costringer­e interlocut­ori così eterogenei ad accettare un contratto unico?

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Proposta L’unico vero «sì» a Piazza Dante viene da Trentino Network

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