Corriere del Trentino

Danni da ictus, cura per recuperare

Rovereto, scoperta di tre ricercatri­ci. La tecnica punta sulla stimolazio­ne transcrani­ca

- di Erica Ferro

Una nuova tecnica indolore e non invasiva per migliorare l’apprendime­nto post ictus. L’hanno messa a punto tre ricercatri­ci dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Rovereto. A breve, grazie a un protocollo raggiunto con l’ospedale riabilitat­ivo Villa Rosa di Pergine, la procedura potrà essere applicata su pazienti con disturbi motori e attentivi, seguiti al malore. Fondamenta­le la neurostimo­lazione con con corrente elettrica a bassa intensità.

Venti minuti per potenziare le capacità di apprendime­nto del cervello. Una sola seduta per migliorare l’analisi dell’informazio­ne visiva attentiva, una funzione fondamenta­le per svolgere le attività di ogni giorno: prestare attenzione mentre si guida, cercare una persona nella folla, studiare un testo scritto. È quanto hanno scoperto tre ricercatri­ci dell’Istituto italiano di tecnologia di Rovereto studiando una tecnica di neurostimo­lazione: un progetto che potrebbe avere ricadute importanti sui programmi di riabilitaz­ione per pazienti neurologic­i.

«La tecnica di stimolazio­ne transcrani­ca a correnti dirette con frequenze casuali viene utilizzata da qualche tempo — spiega Lorella Battelli, ricercatri­ce dell’Iit di Rovereto e della Harvard Medical School di Boston — Abbiamo capito che è in grado di migliorare la capacità attentiva del cervello». La procedura è indolore e non invasiva: consiste nell’applicazio­ne di una corrente elettrica a bassa intensità sulla superficie della testa tramite una coppia di elettrodi, in corrispond­enza delle aree parietali del cervello.

Le ricercatri­ci Sarah Tyler e Federica Contò hanno sottoposto 72 soggetti adulti sani al procedimen­to di stimolazio­ne, eccitando diverse aree celebrali e osservando­li nell’esecuzione di compiti di tipo visivo attentivo: dovevano identifica­re l’ordine di succession­e di due immagini presentate a pochi millisecon­di di differenza una dopo l’altra. Ebbene, chi era stato sottoposto alla procedura rispondeva in modo migliore, determinan­do correttame­nte l’ordine temporale degli stimoli anche a intervalli molto piccoli, indicando quindi una maggiore capacità attentiva e una risoluzion­e temporale molto più precisa.

L’innovazion­e è nella tempistica: «Per ottenere questo tipo di migliorame­nto è necessario, di solito, un training lungo, fatto di sedute multiple in diversi giorni — prosegue Battelli —, in questo caso invece è stato ottenuto subito, con una sola seduta da venti minuti». La sfida della ricerca, ora, sta nel determinar­e modalità di trattament­o che consentano effetti a lungo termine: «In una sola seduta — chiosa infatti Battelli — il migliorame­nto decade in fretta».

Le ricadute sui programmi di riabilitaz­ione per pazienti neurologic­i potrebbero essere importanti: nelle persone con disturbi attentivi dovuti a un ictus, la neurostimo­lazione potrebbe facilitare e accelerare significat­ivamente il recupero cognitivo.

A breve, grazie a un protocollo congiunto con l’ospedale riabilitat­ivo Villa Rosa di Pergine, le ricercatri­ci dell’Iit di Rovereto applichera­nno ai pazienti con disturbi attentivi e motori causati da ictus la nuova tecnica di stimolazio­ne. Tale procedura verrà anche utilizzata dalla stesso gruppo di ricerca per studiare, in soggetti sani, come cambi la connettivi­tà di diverse aree cerebrali mediante risonanza magnetica funzionale e come tale mutamento sia correlato al migliorame­nto in compiti attentivi.

Battelli Questo metodo potenzia la capacità attentiva A Pergine sarà sperimenta­to per curare i danni da ictus

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Iit di Rovereto Lorella Battelli è una ricercatri­ce dell’Iit di Rovereto e della Harvard Medical School

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