Sam Falls, la natura è minimalista
La Galleria Civica di Trento ospita l’esordio europeo dell’artista californiano
«La luce della luna si riflette sull’acqua ed io mi ci immergo. Comincio ad avere paura e più mi rendo conto che sono solo nell’oceano, più sento che l’acqua diventa sempre più profonda, quindi apro il coltello e con la mano seguo l’alga fino a raggiungere la roccia muschiosa e la taglio. Come un pescatore di perle, vado avanti e indietro, riempiendo il secchio galleggiante finché non sono soddisfatto, poi vado in spiaggia e completo il mio lavoro».
Un racconto denso di lirismo quello con cui Sam Falls (San Diego, 1984) narra la genesi delle sue opere che, ed è la sua prima personale in un museo europeo, da oggi fino al 26 giugno si possono ammirare presso la Galleria Civica di Trento nella mostra Sam Falls. Nature Is the New Minimalism.
Curata da Margherita de Pilati, l’iniziativa comprende un nucleo di oltre quaranta lavori la maggior parte dei quali inediti - dipinti, disegni, sculture, installazioni e video - realizzati negli ultimi mesi.
Più che ammirare queste opere, si tratta di sentirsi quasi parte del respiro della natura, impegnata in un’incessante metamorfosi. Ad aprire il percorso sono infatti due grandi tele site-specific, seguite da altre sei, che come tutte le opere in mostra nascono da un contatto ravvicinato tra l’artista e l’ambiente: Falls adagia il supporto sul terreno, lo copre con una composizione di foglie, fiori e rami, lo cosparge con pigmenti colorati e lo lascia esposto al sole, al vento, alla pioggia. Le opere per la Civica sono state realizzate nei pressi di Los Angeles, dove Falls risiede.
Un’iniziativa che, come sottolinea la curatrice de Pilati, «porta a Trento le tendenze più interessanti dell’arte contemporanea. Gli otto rain painting realizzati a misura per le pareti, un po’ rifacendosi all’action painting di Pollock, si sviluppano orizzontalmente. – osserva -. Suggeriscono quasi una contrapposizione tra l’ambiente di montagna e quello marino delle alghe».
Se al piano terra artefice delle metamorfosi è l’acqua, nell’interrato protagonista diventa il fuoco. Due grossi blocchi di cera, che rappresentano l’Artico e l’Antartico, sono attraversati da un neon che lentamente fa sciogliere la paraffina: ecco la rappresentazione concettuale dei rischi connessi al cambiamento climatico.
Si prosegue con una serie di sculture in ceDi ramica, sia a parete, sia da appoggio, contenenti altre piante, mentre nelle nicchie laterali l’attenzione si appunta su tre diversi pigmenti di luce: giallo, azzurro, rosso, che corrispondono ad altrettanti video a camera fissa che propongono un movimento di foglie le cui ombre è la natura stessa a trasformare.
«mostra particolarmente importante nell’ambito del posizionamento della Galleria Civica, che crea una continuità di progetto con ricerche e temi affrontati dal Mart» parla il direttore del Mart Gianfranco Maraniello. «Un’operazione quasi immersiva, che mette in luce non solo una serie di variazioni sul tema, ma permette di percepire quasi il senso del tempo. Un artista che predispone e lascia poi che l’opera diventi tale per effetto di condizioni oggettive, ambientali. Un accadimento essenziale dell’opera a prescindere dalle intenzioni e dal talento artistico», conclude il direttore.