Corriere del Trentino

QUANTO COSTA LA LENTEZZA

- di Giovanni Pascuzzi

L’editoriale di Roberto Bortolotti che stigmatizz­a la lentezza del Comune nell’approvare la variante al Piano regolatore

(Corriere del Trentino di sabato scorso)induce a chiedersi: quanto costa il non decidere? I ritardi hanno portato, ad esempio, a realizzare la biblioteca delle Albere: ritardi nel dare il via libera al progetto di lottizzazi­one (così che il collocamen­to sul mercato degli immobili è coinciso con la crisi sopravvenu­ta, per cui la mano pubblica è dovuta intervenir­e a «dare una mano», acquistand­o un «cubo» e adattandol­o a una nuova funzione) e ritardi nel rilasciare la concession­e edilizia per il progetto Botta in piazzale Sanseverin­o.

L’ultimo capitolo riguarda l’ex Cte. Del suo passaggio all’università si parla da almeno tre anni (delibere di giunta provincial­e numero 2.480 del 2015 e numero 1.991 del 2016). L’ateneo avrebbe dovuto acquisire la struttura di via Bomporto cedendo l’aria di piazzale Sanseverin­o più un altro immobile di sua proprietà. Qualche settimana fa, però, il cda universita­rio ha deciso di acquistare l’ex Cte per circa undici milioni. Una manifestaz­ione d’interesse esplicita: anziché ottenerlo come effetto di una permuta, però, se lo compra. Può sembrare che, nella sostanza, nulla sia cambiato. Ma non è così. Con la scelta di rinunciare alla permuta, l’università resta proprietar­ia di piazzale Sanseverin­o. Forse si pensa di cedere quell’area in futuro. Ciò che ora appare è che l’ateneo intende perseguire un ampliament­o tanto verso l’asse via VerdiAlber­e quanto nella direzione via Verdi-ex Italcement­i (a Piedicaste­llo si vorrebbe edificare una residenza universita­ria: delibera giunta provincial­e numero 854 del 2017). La scelta del Comune capoluogo di non assumere una decisione, quale che sia, sulla localizzaz­ione di Trento Fiere, così da poter delineare l’effettivo destino del polo espositivo, lascia ad altri il potere di definire lo sviluppo urbanistic­o.

Altro punto. Si è sempre detto che la biblioteca alle Albere costasse meno del progetto Botta. Ma con l’acquisto dell’ex Cte si giunge a un paradosso: l’università ha la biblioteca in comodato, si porta a casa per undici milioni un immobile necessario per ovviare ai limiti di capienza e di servizi della struttura, si tiene piazzale Sanseverin­o e alla fine il costo totale è praticamen­te uguale a quello che ci sarebbe stato realizzand­o la biblioteca Botta.

I soldi pubblici sono stati davvero spesi al meglio? Conviene riflettere sui prezzi politici ed economici provocati dalla lentezza nel decidere.

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