Cinque Stelle: daremo la giunta prima del voto
Al vaglio la formula vincente di Di Maio. Degasperi: unità o mi sfilo
Il Movimento 5 Stelle prepara la squadra per il governo del Trentino in vista delle provinciali, sulla falsariga del modello «vincente» lanciato da Di Maio. «Se non si riuscirà a lavorare senza litigi, sono pronto a sfilarmi» avverte Filippo Degasperi. Intanto la leghista Segnana torna deputata: via libera dei giudici.
TRENTO Una squadra del M5s per il governo del Trentino, mutuando per le elezioni provinciali il modello «vincente» di Luigi Di Maio per le scorse politiche. È la proposta discussa nell’incontro a Trento dei «portavoce», i rappresentanti eletti dei 5 stelle trentini che hanno approfittato della presenza in città di Riccardo Fraccaro. Anche a lui, a quanto pare, non è dispiaciuta l’ipotesi avanzata da diversi consiglieri comunali fra cui Andrea Maschio e Alvaro Tavernini. Nei prossimi giorni ne parleranno con Filippo Degasperi, grande assente per impegni istituzionali all’incontro, una «birrata» informale all’hotel America. «Io non rivendico nulla per me — risponde Degasperi, candidato presidente nel 2013 —. Il mio obiettivo è avere un gruppo coeso. Ma se non si riuscirà a lavorare senza litigi e spaccature sono pronto a sfilarmi».
A dieci giorni dalla pizza al Merendero per festeggiare la vittoria del 4 marzo con gli attivisti, stavolta si sono visti solo gli eletti, per una valutazione sulla strategia da attuare partendo dall’analisi del voto. Al tavolo anche gli altri consiglieri Paolo Negroni (Trento), Maurizio Dal Bianco (Levico), Nicola Bertolini e Renzo Colpo (Mori), Roberto Matteotti (Dro), Lorenza Colò (Arco). Assenti naturalmente Paolo Vergnano (Rovereto), Flavio Prada (Riva del Garda), Giovanni Rullo (Arco), i tre consiglieri autosospesi.
Fraccaro, secondo chi c’era, ha rassicurato di «non voler interferire, ma aiutare» il livello locale per l’autunno. La sua ascesa nazionale — è l’uomo forte di Di Maio e candidato dei pentastellati per la presidenza della Camera — sembra però aver modificato i rapporti di forza nel movimento trentino, caratterizzato dall’assenza di sintonia tra il deputato rieletto e l’attuale consigliere provinciale. La ricandidatura di Degasperi a presidente non risulta a questo punto scontata, così come lo sono le Provinciarie, le consultazioni tra gli iscritti per la composizione della lista.
«Il risultato del 4 marzo ha soddisfatto un po’ tutti, al netto del confronto con l’Alto Adige dove si partiva da una percentuale più bassa» riporta Maschio, capogruppo a Trento, mentre Tavernini è eletto a Dro. «Adesso cominciamo a muoverci per ottobre, discutendo in maniera forte con tutti i portavoce a partire da Degasperi, che ha fatto bene ed è il sicuro riferimento da qui in avanti».
Per la lista servirà trovare «il 50% dei candidati donna». E mentre si conferma il no alle alleanze locali («Io escludo che ci siano ragionamenti di questo tipo» precisa il capogruppo) si è iniziato a parlare di una squadra di governo. «Questo sistema vincente è piaciuto — prosegue Maschio —. Ci siamo detti che può essere riproposto, al netto però delle regole nazionali del movimento e di quelle per le elezioni provinciali, in particolare riguardo al numero massimo di assessori esterni, mi pare due». Possibile quindi che con un numero di tecnici limitato «le personalità della più elevata competenza possibile» vengano incluse nella lista.
Degasperi è pronto a discuterne. «Da parte mia c’è la disponibilità a parlarne. A patto che ci sia comunità d’intenti, la volontà di evitare che si creino le spaccature degli ultimi due anni». Il consigliere provinciale, favorevole «a recuperare Vergnano, Rullo e Prada, a cui si deve parte del buon risultato del movimento a Rovereto e nell’Alto Garda», fa buon viso a cattivo gioco sulla ricandidatura a presidente. «Io non rivendico nulla per me, ma se si riesce a lavorare senza litigare ci sto, in caso contrario non ho nessun problema a lasciare». Uno sfogo, più che altro. Tuttavia, non è mistero che i sostenitori del consigliere temano un isolamento da parte del deputato e della «corte di amici».
Quanto alle voci sui possibili aspiranti per un seggio a Palazzo della Regione, si parla di Martin Manfrini, Gianni Marzi, Massimo Corradini. La candidatura dei consiglieri comunali in carica resta un tabu del M5s, che però ha dato prova di saper cambiare pelle repentinamente in base all’obiettivo elettorale.
Maschio Escludo l’ipotesi di alleanze con altre forze politiche