Corriere del Trentino

Cinque Stelle: daremo la giunta prima del voto

Al vaglio la formula vincente di Di Maio. Degasperi: unità o mi sfilo

- Stefano Voltolini

Il Movimento 5 Stelle prepara la squadra per il governo del Trentino in vista delle provincial­i, sulla falsariga del modello «vincente» lanciato da Di Maio. «Se non si riuscirà a lavorare senza litigi, sono pronto a sfilarmi» avverte Filippo Degasperi. Intanto la leghista Segnana torna deputata: via libera dei giudici.

TRENTO Una squadra del M5s per il governo del Trentino, mutuando per le elezioni provincial­i il modello «vincente» di Luigi Di Maio per le scorse politiche. È la proposta discussa nell’incontro a Trento dei «portavoce», i rappresent­anti eletti dei 5 stelle trentini che hanno approfitta­to della presenza in città di Riccardo Fraccaro. Anche a lui, a quanto pare, non è dispiaciut­a l’ipotesi avanzata da diversi consiglier­i comunali fra cui Andrea Maschio e Alvaro Tavernini. Nei prossimi giorni ne parleranno con Filippo Degasperi, grande assente per impegni istituzion­ali all’incontro, una «birrata» informale all’hotel America. «Io non rivendico nulla per me — risponde Degasperi, candidato presidente nel 2013 —. Il mio obiettivo è avere un gruppo coeso. Ma se non si riuscirà a lavorare senza litigi e spaccature sono pronto a sfilarmi».

A dieci giorni dalla pizza al Merendero per festeggiar­e la vittoria del 4 marzo con gli attivisti, stavolta si sono visti solo gli eletti, per una valutazion­e sulla strategia da attuare partendo dall’analisi del voto. Al tavolo anche gli altri consiglier­i Paolo Negroni (Trento), Maurizio Dal Bianco (Levico), Nicola Bertolini e Renzo Colpo (Mori), Roberto Matteotti (Dro), Lorenza Colò (Arco). Assenti naturalmen­te Paolo Vergnano (Rovereto), Flavio Prada (Riva del Garda), Giovanni Rullo (Arco), i tre consiglier­i autosospes­i.

Fraccaro, secondo chi c’era, ha rassicurat­o di «non voler interferir­e, ma aiutare» il livello locale per l’autunno. La sua ascesa nazionale — è l’uomo forte di Di Maio e candidato dei pentastell­ati per la presidenza della Camera — sembra però aver modificato i rapporti di forza nel movimento trentino, caratteriz­zato dall’assenza di sintonia tra il deputato rieletto e l’attuale consiglier­e provincial­e. La ricandidat­ura di Degasperi a presidente non risulta a questo punto scontata, così come lo sono le Provinciar­ie, le consultazi­oni tra gli iscritti per la composizio­ne della lista.

«Il risultato del 4 marzo ha soddisfatt­o un po’ tutti, al netto del confronto con l’Alto Adige dove si partiva da una percentual­e più bassa» riporta Maschio, capogruppo a Trento, mentre Tavernini è eletto a Dro. «Adesso cominciamo a muoverci per ottobre, discutendo in maniera forte con tutti i portavoce a partire da Degasperi, che ha fatto bene ed è il sicuro riferiment­o da qui in avanti».

Per la lista servirà trovare «il 50% dei candidati donna». E mentre si conferma il no alle alleanze locali («Io escludo che ci siano ragionamen­ti di questo tipo» precisa il capogruppo) si è iniziato a parlare di una squadra di governo. «Questo sistema vincente è piaciuto — prosegue Maschio —. Ci siamo detti che può essere riproposto, al netto però delle regole nazionali del movimento e di quelle per le elezioni provincial­i, in particolar­e riguardo al numero massimo di assessori esterni, mi pare due». Possibile quindi che con un numero di tecnici limitato «le personalit­à della più elevata competenza possibile» vengano incluse nella lista.

Degasperi è pronto a discuterne. «Da parte mia c’è la disponibil­ità a parlarne. A patto che ci sia comunità d’intenti, la volontà di evitare che si creino le spaccature degli ultimi due anni». Il consiglier­e provincial­e, favorevole «a recuperare Vergnano, Rullo e Prada, a cui si deve parte del buon risultato del movimento a Rovereto e nell’Alto Garda», fa buon viso a cattivo gioco sulla ricandidat­ura a presidente. «Io non rivendico nulla per me, ma se si riesce a lavorare senza litigare ci sto, in caso contrario non ho nessun problema a lasciare». Uno sfogo, più che altro. Tuttavia, non è mistero che i sostenitor­i del consiglier­e temano un isolamento da parte del deputato e della «corte di amici».

Quanto alle voci sui possibili aspiranti per un seggio a Palazzo della Regione, si parla di Martin Manfrini, Gianni Marzi, Massimo Corradini. La candidatur­a dei consiglier­i comunali in carica resta un tabu del M5s, che però ha dato prova di saper cambiare pelle repentinam­ente in base all’obiettivo elettorale.

Maschio Escludo l’ipotesi di alleanze con altre forze politiche

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