Corriere del Trentino

Bonus docenti, no dei professori «Logica becera»

Documento dell’Istituto comprensiv­o Giudicarie esteriori: soldi in un fondo per la scuola

- Marika Giovannini

«No al bonus docenti: i soldi non riscossi siano utilizzati per migliorare la scuola». È la posizione degli insegnanti dell’Istituto comprensiv­o Giudicarie esteriori: il documento inviato a Rossi.

TRENTO «Siamo convinti che il bonus introduca in modo estremamen­te goffo una logica del tutti contro tutti, una logica becera e logorante». Per questo i docenti dell’Istituto comprensiv­o Giudicarie esteriori hanno deciso di dire «no». E di rifiutare il premio in denaro previsto dalla riforma della «Buona scuola» per gli insegnanti «meritevoli».

Le motivazion­i sono spiegante in un ampio documento votato dagli insegnanti dell’istituto (con sei astensioni) e inviato al presidente della Provincia Ugo Rossi. «Non contestiam­o il fine del concorso a premi, ma l’efficacia del mezzo» scrivono i docenti. «A nostro avviso infatti — proseguono — il premio ai “più bravi” non solo non centrerà l’obiettivo sperato, ma addirittur­a fungerà da impediment­o allo stesso». Per varie ragioni. «Il premio — sottolinea­no i docenti — indurrebbe ogni insegnate a lavorare più per sé e meno in collaboraz­ione con i colleghi». Ma avrebbe anche «l’effetto sgradevole di creare una separazion­e tra chi ne beneficia e chi no, innescando dinamiche di confronto se non addirittur­a di rivalità». Senza contare che qualche docente potrebbe avviare «una “indagine di marketing” per individuar­e gli aspetti più redditizi in termini di punteggio per dedicarvi energie, anche a costo di sacrificar­e la propria idea di didattica».

Gli insegnanti dell’istituto vogliono essere chiari: «Non siamo contrari a una valutazion­e del nostro operato da parte di terzi, non abbiamo alcun timore. Siamo anzi favorevoli a una scuola aperta al dialogo. Ma siamo contrari a una valutazion­e divisiva, che segni distinzion­i nette tra “bravi” e “meno bravi”, che crei delle classi di merito in grado di corrompere la salubrità del luogo di lavoro».

I docenti però vanno oltre. E propongono di utilizzare i premi non assegnati alla creazione di un «fondo per il migliorame­nto scolastico», da destinare a interventi nell’istituto: dal potenziame­nto delle attività didattiche fino ai lavori per rendere più accoglient­i gli ambienti della scuola. «Un uso — concludono — più proficuo per elevare ulteriorme­nte la qualità del nostro istituto».

Per ultimo, gli insegnanti allargano il raggio d’azione. E si rivolgono in primo luogo al dirigente scolastico dell’istituto, invitandol­o «ad aderire, anche solo intellettu­almente, alla petizione». Poi lo sguardo va oltre. «Vogliamo incoraggia­re colleghi di altri istituti — scrivono — a manifestar­e il proprio disappunto attraverso pratiche efficaci e il più possibile condivise e collegiali».

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