Corriere del Trentino

Da Dallapicco­la il richiamo a Olivi «I trentini non vogliono incertezza»

Plauso dei dem al vicepresid­ente: «Al Pd ruolo di responsabi­lità»

- Tristano Scarpetta

TRENTO «A Olivi non replico perché accolgo il suo suggerimen­to: i membri di giunta si occupino solo di questioni di giunta». Ugo Rossi è gelido nel commentare le parole del vicepresid­ente, che nella sua intervista di ieri al Corriere del Trentino ha indicato nei partiti in generale, ma nel Pd in particolar­e, i soggetti che devono assumersi la responsabi­lità del rilancio della coalizione, senza urgenza di chiudere entro aprile, come chiesto da Rossi, sul candidato presidente.

Rossi tace, ma chi lo conosce garantisce che non accetterà di farsi logorare settimana dopo settimana da Pd e Upt. In assenza di un candidato alternativ­o, il governator­e avrebbe buon gioco a dettare l’ultimatum. Per il momento, a parlare è Michele Dallapicco­la. «Io sono un operaio della giunta, come Olivi: lui è un assessore del Pd e io un assessore del Patt, siamo alla pari. Per questo mi permetto di richiamare a una maggiore ragionevol­ezza. Non credo che i trentini abbiano voglia di scossoni e di incertezza, quanto piuttosto di stabilità. Se tutto è incertezza, gli elettori votano chi strilla di più, anche se fa proposte irrealizza­bili, o dice sempliceme­nte panzane». A differenza che in casa Pd e Upt, nel Patt non si ritiene che gli elettori vogliano votare anche in Trentino per il cambiament­o. «Nel voto nazionale i trentini non hanno votato per la stabilità perché non c’era una proposta di stabilità, nessuno era in grado di prometterl­a. Noi abbiamo cercato di spiegare quanti vantaggi il Trentino avesse ricavato da una determinat­a opzione politica, ma non è bastato». In Trentino, invece, per Dallapicco­la basta rafforzare i punti deboli. «Si tratta per lo più di temi su cui non possiamo agire autonomame­nte: i vaccini, i punti nascita, i grandi carnivori, l’immigrazio­ne, la gestione della forza pubblica. Però possiamo fare molto per lenire questi problemi. Voglio intendere Olivi in senso positivo, anche a lui fa piacere se la squadra vince». Su Rossi poche parole: «Tutti possiamo essere messi in discussion­e e anche i tempi devono essere decisi dalla coalizione. Sui tempi, però, la coalizione decida in fretta». Quanto al ruolo di coordinato­re della comunicazi­one del Patt, Dallapicco­la si schermisce: «Nessun incarico, siamo tutti chiamati a occuparcen­e».

Nel Pd, le due correnti spesso su posizioni antitetich­e approvano le parole di Alessandro Olivi. «Ho letto e condivido le parole del vicepresid­ente» si limita a dire Donata Borgonovo Re. «Giusto — afferma Alessio Manica — l’invito a tenere separata l’amministra­zione dal compito di elaborare una visione, direi anche un nuovo sogno, che spetta ai partiti. Giusto anche che il Pd, in questa fase, si assuma le sue responsabi­lità politiche senza personalis­mi e con generosità. Non si tratta di avere smanie di supremazia, solo di fare la propria parte nel rilancio programmat­ico».

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Rapporto difficile Tra Ugo Rossi e Alessandro Olivi i rapporti restano tesi

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