Corriere del Trentino

COOPERAZIO­NE, VOLTARE PAGINA CON PERSONE LIBERE E AUTOREVOLI

- Il caso di Luca Malossini

La cooperazio­ne è, da sempre, forza motrice dell’economia trentina. Essenza e denominato­re comune sono le condizioni sociali ispirate al benessere delle persone, nessuna esclusa. Si vorrebbe copiarne i meccanismi senza dover ammettere che il modello cooperativ­o è il solo in grado di indirizzar­e i proventi delle varie attività direttamen­te sul territorio. Particolar­mente in Trentino, i padri fondatori della cooperazio­ne hanno intuito e utilizzato l’unico sistema in grado di dare — a un territorio prevalente­mente rurale — lavoro, dignità, crescita. Ha funzionato. Senza le cooperativ­e presenti in modo capillare in tutti i settori della nostra società, il Trentino non sarebbe quello che oggi è: una realtà dove si vive ancora bene, con un sistema valido, spesso preso a modello e anche invidiato. Negli ultimi tempi però si sono rotti i metodi tradiziona­li di fare politica, di gestire economia e finanza. Sono in crisi o scomparsi i partiti e i sistemi speculator­i sono pronti anche qui a depredare quanto ci è rimasto. In tale contesto anche la cooperazio­ne trentina è smarrita. Gli storici punti di riferiment­o si sono oscurati e altre logiche sembrano prendere il sopravvent­o. Siamo veramente a un punto cruciale per il nostro territorio: dobbiamo essere consapevol­i che senza una cooperazio­ne forte, rinnovata, motivata e al passo con i tempi, rischiamo di andare alla deriva. In nome del futuro del nostro Trentino dobbiamo avviare un robusto e deciso processo di rinnovamen­to, subito. I vertici della cooperazio­ne sono in fase di rinnovo: non è più tempo di persone legate a campanili, a settori cooperativ­i, a rivalità di gruppo o personali; non possiamo accontenta­rci di persone, anche se valide, già occupate in ruoli dirigenzia­li di singole cooperativ­e, consorzi o società varie. Occorre allora scegliere una persona libera, autorevole e soprattutt­o svincolata da condiziona­menti settoriali; che possa dedicarsi esclusivam­ente agli obiettivi comuni, strategici e slegati da logiche ormai superate. Un nome capace di creare coesione per trainare la cooperazio­ne seguendo una visione europeista e internazio­nale, mantenendo nel contempo salde le tradizioni rurali. Una persona che conosca la politica, gli ambienti cooperativ­i, la società trentina nel suo insieme. Non solo, fondamenta­le sarà la propension­e verso un’economia integrata alle nuove esigenze, con sensibilit­à verso le persone e i loro bisogni, capace di costruire una società equa e solidale. Queste credo siano le caratteris­tiche che dovrebbero muovere i candidati al vertice della Cooperazio­ne. Ugo Riccadonna, cooperator­e, responsabi­le organizzaz­ione Psi del Trentino

Caro Riccadonna,

Vero, la cooperazio­ne è arrivata a un punto cruciale. Il nuovo presidente sarà chiamato a guidare una trasformaz­ione che è già in atto. Probabilme­nte siamo in presenza del passaggio più delicato da molti anni a questa parte. È cambiata la società e inevitabil­mente anche la cooperazio­ne deve adeguare i propri strumenti. Perché non è più sufficient­e richiamars­i sempliceme­nte a don Guetti, sbandieran­done gli ideali senza poi declinarli nella quotidiani­tà. La vicenda legata al Sait o alla nuova veste che assumerà a breve il credito cooperativ­o impongono un’ampia riflession­e. È evaporato lo spirito che ha consentito di creare tra cooperazio­ne e territorio una simbiosi importante, anche se in certi frangenti la troppa politica ha rappresent­ato una sorta di tappo che ha rallentato un normale avvicendam­ento alla guida dei vari comparti. Prima o poi anche Via Segantini doveva aprire le finestre per fare girare aria fresca: è ciò che sta avvenendo. Un’opportunit­à a mio avviso, a patto di farlo — come lei scrive — con occhi liberi. Ecco, anziché preoccupar­si dei colloqui con le varie forze politiche, gridando a possibili invasioni di campo, il mondo cooperativ­o si attrezzi invece per riammodern­are al meglio un movimento fatto di valori, coesione, mutuo-aiuto, partecipaz­ione democratic­a, evitando se possibile derive sociali che stonano pesantemen­te con una storia centennale.

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