COOPERAZIONE, VOLTARE PAGINA CON PERSONE LIBERE E AUTOREVOLI
La cooperazione è, da sempre, forza motrice dell’economia trentina. Essenza e denominatore comune sono le condizioni sociali ispirate al benessere delle persone, nessuna esclusa. Si vorrebbe copiarne i meccanismi senza dover ammettere che il modello cooperativo è il solo in grado di indirizzare i proventi delle varie attività direttamente sul territorio. Particolarmente in Trentino, i padri fondatori della cooperazione hanno intuito e utilizzato l’unico sistema in grado di dare — a un territorio prevalentemente rurale — lavoro, dignità, crescita. Ha funzionato. Senza le cooperative presenti in modo capillare in tutti i settori della nostra società, il Trentino non sarebbe quello che oggi è: una realtà dove si vive ancora bene, con un sistema valido, spesso preso a modello e anche invidiato. Negli ultimi tempi però si sono rotti i metodi tradizionali di fare politica, di gestire economia e finanza. Sono in crisi o scomparsi i partiti e i sistemi speculatori sono pronti anche qui a depredare quanto ci è rimasto. In tale contesto anche la cooperazione trentina è smarrita. Gli storici punti di riferimento si sono oscurati e altre logiche sembrano prendere il sopravvento. Siamo veramente a un punto cruciale per il nostro territorio: dobbiamo essere consapevoli che senza una cooperazione forte, rinnovata, motivata e al passo con i tempi, rischiamo di andare alla deriva. In nome del futuro del nostro Trentino dobbiamo avviare un robusto e deciso processo di rinnovamento, subito. I vertici della cooperazione sono in fase di rinnovo: non è più tempo di persone legate a campanili, a settori cooperativi, a rivalità di gruppo o personali; non possiamo accontentarci di persone, anche se valide, già occupate in ruoli dirigenziali di singole cooperative, consorzi o società varie. Occorre allora scegliere una persona libera, autorevole e soprattutto svincolata da condizionamenti settoriali; che possa dedicarsi esclusivamente agli obiettivi comuni, strategici e slegati da logiche ormai superate. Un nome capace di creare coesione per trainare la cooperazione seguendo una visione europeista e internazionale, mantenendo nel contempo salde le tradizioni rurali. Una persona che conosca la politica, gli ambienti cooperativi, la società trentina nel suo insieme. Non solo, fondamentale sarà la propensione verso un’economia integrata alle nuove esigenze, con sensibilità verso le persone e i loro bisogni, capace di costruire una società equa e solidale. Queste credo siano le caratteristiche che dovrebbero muovere i candidati al vertice della Cooperazione. Ugo Riccadonna, cooperatore, responsabile organizzazione Psi del Trentino
Caro Riccadonna,
Vero, la cooperazione è arrivata a un punto cruciale. Il nuovo presidente sarà chiamato a guidare una trasformazione che è già in atto. Probabilmente siamo in presenza del passaggio più delicato da molti anni a questa parte. È cambiata la società e inevitabilmente anche la cooperazione deve adeguare i propri strumenti. Perché non è più sufficiente richiamarsi semplicemente a don Guetti, sbandierandone gli ideali senza poi declinarli nella quotidianità. La vicenda legata al Sait o alla nuova veste che assumerà a breve il credito cooperativo impongono un’ampia riflessione. È evaporato lo spirito che ha consentito di creare tra cooperazione e territorio una simbiosi importante, anche se in certi frangenti la troppa politica ha rappresentato una sorta di tappo che ha rallentato un normale avvicendamento alla guida dei vari comparti. Prima o poi anche Via Segantini doveva aprire le finestre per fare girare aria fresca: è ciò che sta avvenendo. Un’opportunità a mio avviso, a patto di farlo — come lei scrive — con occhi liberi. Ecco, anziché preoccuparsi dei colloqui con le varie forze politiche, gridando a possibili invasioni di campo, il mondo cooperativo si attrezzi invece per riammodernare al meglio un movimento fatto di valori, coesione, mutuo-aiuto, partecipazione democratica, evitando se possibile derive sociali che stonano pesantemente con una storia centennale.