Corriere del Trentino

Nüsslein-Volhard: le scienziate donne oggi fanno carriera

La premio Nobel Nüsslein-Volhard al Cibio: qui un approccio interessan­te

- Montanari

TRENTO Sono cambiati gli organismi modello su cui si basano le avanguardi­e della ricerca biomolecol­are in campo genetico. Dalla mosca Drosophila allo Zebrafish.

Furono proprio gli studi condotti sulla prima a valere a Christine Nüsslein-Volhard il premio Nobel per la medicina nel 1995. La biologa tedesca è intervenut­a ieri nel corso dello «European Zebrafish Principal Investigat­ors Meeting», un incontro organizzat­o al Cibio (il Centro di biologia integrata dell’università di Trento) iniziato ieri e in agenda fino a domani, al quale hanno partecipat­o ricercator­i da tutto il mondo per uno scambio di sapere sull’organismo che si pone come modello per molti studi genetici.

«Il patrimonio genomico dello Zebrafish — spiega Marina Mione, responsabi­le del laboratori­o di biologia sperimenta­le sul cancro al Cibio di Trento — si pone infatti come modello nello studio delle malattie genetiche umane, anche in quelle che compaiono fin dai primi anni di età».

Il Cibio dispone di cinque laboratori che studiano attraverso il genoma dello Zebrafish lo sviluppo e la funzione dei geni umani. «Una prima applicazio­ne si vede nel modellamen­to del cancro e di altre malattie neurodegen­erative», aggiunge la Mione.

«L’approccio è certamente valido — commenta Christiane Nüsslein-Volhard — e può dare risultati interessan­ti». Premio Nobel per la medicina nel 1995, Christiane NüssleinVo­lhard ha alle spalle una vita dedicata agli studi genetici, in anni in cui la presenza di donne nell’ambito della ricerca scientific­a era davvero un’eccezione.

«Oggi la situazione è cambiata — spiega il premio Nobel a margine dell’incontro organizzat­o negli spazi del centro sulla collina di Trento —. Se una ricercatri­ce donna ha talento, riesce a farsi spazio nel panorama scientific­o e anche a spiccare». Un’affermazio­ne avvalorata dalle presenze al convegno di ieri; dei relatori del panel della mattinata, infatti, «più della metà erano donne». E poi aggiunge: «L’unico ostacolo rimasto è dato dalla maternità, e dall’impegno richiesto nella cura della famiglia».

Per parificare del tutto le opportunit­à uomo-donna, quindi, la biologa tedesca ha creato nel 2004 una fondazione che porta il suo nome e cerca di dare supporto economico a giovani donne — laureate o post-doc internazio­nali che lavorino in un’università o un istituto di ricerca in Germania — che decidano di ricercare nell’ambito delle scienze naturali o della medicina.

«Per il bene del progresso scientific­o certi talenti vanno coltivati. La fondazione seleziona e cerca di assistere le giovani mamme ricercatri­ci, affinché possano sgravarsi di alcuni obblighi familiari e dedicare tempo al loro lavoro. I fondi ricevuti possono, ad esempio, essere utilizzati per pagare le spese di una baby sitter» conclude NüssleinVo­lhard.

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Studiosa La biologa tedesca Christiane Nüsslein-Volhard, ieri a Trento

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