Corriere del Trentino

Aquaspace, avvocati respinti Il depuratore rimane chiuso

Nominati i periti, la prossima settimana il sopralluog­o. Ma una relazione potrebbe far riaprire

- Rossi Tonon

Il depuratore chimico Aquaspace di Rovereto resta chiuso. A deciderlo è il gip Marco La Ganga che, sulla base di una prima valutazion­e eseguita dal proprio perito, nominato ieri insieme a quelli della difesa e della Procura, ha rigettato l’istanza dei legali dell’azienda. L’impianto potrebbe però essere riaperto a breve, in seguito alla valutazion­e di una proposta tecnica. La prossima settimana il sopralluog­o.

TRENTO Il depuratore chimico Aquaspace di Rovereto per il momento resta chiuso. A stabilirlo è il gip Marco La Ganga che ieri ha rigettato la richiesta di dissequest­ro sulla base delle prime indicazion­i pervenute dal perito di parte Giovanni Auriemma, grande esperto di gestione di rifiuti, nominato nel corso della mattinata. Il geologo, già consulente della Dda di Napoli, ha consigliat­o di non autorizzar­e la riapertura dell’impianto basandosi esclusivam­ente sulla documentaz­ione attualment­e disponibil­e ma la decisione non rappresent­a un provvedime­nto definitivo, nonostante già a inizio marzo i giudici del Tribunale del riesame avessero rigettato l’istanza di dissequest­ro.

Questa prima e rapida richiesta di valutazion­e arriva anche per fornire una risposta di fronte alle preoccupaz­ioni manifestat­e dai lavoratori e, soprattutt­o, alla sollecitaz­ione della Provincia. Lo scorso 13 marzo il vicepresid­ente Alessandro Olivi aveva chiesto che «tutti gli accertamen­ti necessari» venissero svolti ma dando «priorità al futuro dei lavoratori». Un elemento che sia la Procura sia il gip hanno tenuto in consideraz­ione.

Ieri, intanto, anche Procura e difesa hanno provveduto ad affidare l’incarico ai rispettivi periti. I due pm della Dda, Alessandra Liverani e Davide Ognibene, si avvarranno della consulenza del dottor Alessandro Iacucci mentre i legali dell’azienda hanno indicato il professor Francesco Fatone. La prossima settimana i tre esperti eseguirann­o un primo sopralluog­o al depuratore, in seguito al quale si definirà la data per l’incidente probatorio. Già fissata invece la data per l’udienza di discussion­e, che si svolgerà il 26 settembre. Nel frattempo però l’intero impianto, o almeno una sua parte, potrebbe essere riaperto. Al momento infatti ci si trova ancora in una fase interlocut­oria e la strada indicata agli avvocati dell’azienda roveretana dalla Procura è quella di elaborare una proposta tecnica di fattibilit­à definendo delle modalità che consentano di superare quelle presunte violazioni che hanno portato al sequestro dell’impianto.

Secondo la Procura, nel depuratore roveretano sarebbero stati smaltiti rifiuti in maniera irregolare. Un’ipotesi condivisa dai giudici del Riesame, che nel provvedime­nto parlano di immissione nell’impianto di rifiuti liquidi che non potevano essere trattati. Gli avvocati dell’azienda, Andrea Tomasi e Paola Ficco, da sempre sostengono invece che tutto il processo di depurazion­e e trattament­o rifiuti avvenisse nel pieno rispetto delle leggi di settore.

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Via del Garda Il depuratore chimico posto sotto sequestro lo scorso 13 febbraio. Atteso l’incidente probatorio

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