Corriere del Trentino

CULLE VUOTE, MA I VOTI PESANO

- di Luca Malossini

Roma contro Trento; Trento contro il ministero; le valli contro la Provincia; le opposizion­i contro il centrosini­stra e viceversa: il punto nascita di Cavalese è assurto a emblema di una battaglia politica che ci accompagne­rà fino alle provincial­i di ottobre. Se la popolazion­e locale — temendo di ritrovarsi prima o poi senza un presidio sanitario — ha intrapreso la strada della protesta a prescinder­e, non è ammissibil­e che una classe politica a cui abbiamo affidato il compito di fare delle scelte, anche impopolari, per un pugno di voti nasconda la testa sotto la sabbia. Peggio, disconosca i dati che ogni anno vengono diffusi dall’ospedale Santa Chiara in merito all’andamento delle nascite e che raccontano come le culle trentine — in linea con il trend nazionale — siano sempre più vuote.

Il tira e molla con la commission­e romana, che ha posto il veto sulla riapertura del punto nascita per l’assenza di due sale operatorie, racchiude l’indecision­ismo di un governo provincial­e ritrovatos­i tra due fuochi: da una parte bersagliat­o dal centrodest­ra che punta a monetizzar­e al massimo la recente vittoria elettorale; dall’altra colpevoliz­zato di alto tradimento. La via imboccata da Piazza Dante è quindi di accusare l’invasore romano, colui che vuole chiudere i punti nascita costringen­do le mamme al pellegrina­ggio. Il centralism­o statale è sempre stato ovviamente l’ostacolo maggiore alla crescita dell’autonomia. Nel caso specifico però Roma si è mossa nel rispetto delle leggi e soprattutt­o della tutela delle pazienti, l’unico aspetto importante. Il ministero ha detto che per riattivare neonatolog­ia vanno costruite due sale operatorie. Lesa maestà? No, opportuna consideraz­ione. Sbaglia perciò la Provincia nel manifestar­e platealmen­te la propria contrariet­à: sempre meglio tenersi aperta la strada romana, visto il mutamento politico in atto. Senza dimenticar­e che le due sale operatorie andranno costruite nell’attuale nosocomio, costeranno 700.000 euro circa e avranno soprattutt­o vita breve in quanto Cavalese ospiterà un nuovo ospedale (il vecchio verrà abbattuto). È il momento allora di impostare un’altra strategia: spiegare alla popolazion­e i rischi che si corrono nel tenere aperto un punto nascita con 200 parti annui. Perché la stella della fortuna può aiutare fino a quando non dovesse malaugurat­amente succedere l’irreparabi­le. Nel caso sarebbero guai seri e non basterebbe la caccia a un solo colpevole.

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