Corriere del Trentino

Troppi veti, Fraccaro si ritira

Camera, il deputato trentino presidente per una notte. Di Maio: in debito con lui

- Giovannini

Presidente per una notte: il deputato trentino pentastell­ato Riccardo Fraccaro sfiora la presidenza della Camera ma poi deve rinunciare. «Abbiamo un debito con lui» dice Di Maio. Intanto Kaswalder promuove Gios.

Per una notte, gli occhi sono stati puntati tutti su di lui: nelle ore a scavalco tra venerdì e sabato, Riccardo Fraccaro è stato il protagonis­ta delle trattative politiche romane. Prima lanciato dal leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio per la presidenza della Camera, poi fermato dai veti del centrodest­ra. E costretto infine a un passo indietro, per lasciare il posto a Roberto Fico, eletto con 422 voti alla guida di Montecitor­io (102 i voti per Giachetti, 7 per Fraccaro, tre per Brunetta, 5 i voti dispersi, 60 le schede bianche e 21 le nulle).

«Il bene del Movimento viene prima di tutti» ha commentato ieri mattina sulla sua pagina Facebook lo stesso Fraccaro, dopo la presidenza «sfumata»: parole accolte dal popolo pentastell­ato con una lunga serie di ringraziam­enti.

Eppure, non più tardi di venerdì pomeriggio, era stato proprio il deputato trentino ad allontanar­e da sé gli sguardi. «Il mio nome non è mai stato in campo, si tratta solo di indiscrezi­oni giornalist­iche» si era schermito Fraccaro, che aveva annunciato: «Faremo i nomi pubblicame­nte, quando sarà il momento».

Il momento, in realtà, è arrivato poche ore dopo. Quando, nelle trattative «di mezzanotte» tra i 5 Stelle e il centrodest­ra, i vertici pentastell­ati hanno messo sul piatto proprio il nome dell’esponente trentino, considerat­o tra i fedelissim­i di Di Maio. «Fraccaro — è stata la motivazion­e — ha esperienza, essendo stato segretario dell’ufficio di presidenza della Camera». Tutto fatto? Macché. Nelle manovre notturne, si sono consumati altri colpi di scena. Che, di fatto, hanno sgonfiato le quotazioni del deputato trentino, il cui nome si è scontrato con i veti del centrodest­ra: la conferma, poche ore dopo, è arrivato dal leader del Movimento. «Abbiamo proposto Fraccaro — ha spiegato Di Maio — ma loro hanno posto un veto e lui ha deciso di fare un passo indietro per il bene del Movimento». Un gesto che all’interno dei 5 Stelle è stato visto come un segno di generosità. «Con Riccardo — ha sottolinea­to lo stesso Di Maio — abbiamo tutti un debito». Così Alessandro Di Battista, che dalla sua pagina Facebook si è rivolto direttamen­te a Fraccaro. «Come sempre — si legge sulla pagina social — hai messo il Movimento davanti a tutto quanto. Grazie Ric. Ad maiora».

Lui, Fraccaro, ha aspettato la fine delle trattative. E poi ha commentato, abbozzando serenità: «I sacrifici che siamo disposti a fare dimostrano il valore che hanno le cose in cui crediamo. Il bene del Movimento viene prima di tutto, se serve a renderci più forti sono lieto di fare un passo indietro: è un atto di amore verso la nostra comunità. Roberto Fico saprà interpreta­re il ruolo di presidente della Camera con autorevole­zza e competenza. Grazie a tutto il M5s per l’affetto e la fiducia, ora avanti ancora più determinat­i». Una curiosa storia che si ripete, per il Trentino: nel 2013 anche Lorenzo Dellai era stato dato come favorito per la poltrona più importante di Montecitor­io. E anche lui alla fine aveva dovuto lasciare il passo.

Al Senato, invece, la presidenza è andata all’esponente di Forza Italia Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima donna a ricoprire il ruolo di seconda carica dello Stato: 240 i voti incassati, contro i 54 della candidata pd Valeria Fedeli.

«I cittadini chiedevano velocità delle decisioni e così è stato» esulta il deputato leghista Maurizio Fugatti. Che garantisce la «compattezz­a» del centrodest­ra e guarda avanti: «Ora l’auspicio è che nella prossima settimana si votino gli uffici di presidenza per poi poter votare velocement­e un nuovo governo, che dovrà partire dalla coalizione di centrodest­ra».

Astenuti, nelle prime votazioni, i parlamenta­ri Svp e Patt: una decisione maturata per il mancato coinvolgim­ento nelle trattative.

Sul fronte altoatesin­o, Michaela Biancofior­e si mostra soddisfatt­a. «Personalme­nte per la Camera preferivo Fraccaro — spiega —. Siamo stati compagni in Parlamento, abbiamo fatto un ottimo emendament­o insieme. Sul piano umano preferivo lui». Messo da parte ogni individual­ismo, anche Biancofior­e alla fine ha votato per Fico. Invitando alla cautela: «Sono molto contenta anche per la senatrice Casellati, come me dal 1994 in Forza Italia. Ora abbiamo i presidenti delle Camere, bisogna però nominare gli uffici di presidenza. Non vedo di cattivo occhio l’accordo con centrodest­ra e M5s». Filippo Maturi, anch’egli elettore di Fico, loda Salvini: «Ha agito da statista».

Intanto, a occuparsi di altre vicende sono i senatori svp, che hanno presentato un disegno di legge costituzio­nale per staccare Cortina d’Ampezzo, Livinallon­go e Colle Santa Lucia dal Veneto e annetterli al Trentino Alto Adige.

Il deputato I sacrifici che siamo disposti a fare dimostrano il valore che hanno le cose in cui crediamo Sono lieto di fare un passo indietro La giornata Svp e Patt si astengono Primo atto delle Stelle alpine: «Tre Comuni veneti passino da noi»

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Dialogo Riccardo Fraccaro insieme al presidente Roberto Fico

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