Corriere del Trentino

Migranti, apre la scuola di Affinati

Trento, il progetto dello scrittore sbarca nella sede dei Cappuccini. Aboliti i voti

- di Andrea Bontempo

Aprirà a Trento la trentasett­esima «Penny Wirton», la scuola gratuita e apolitica, senza voti e registri, fondata dall’insegnante e scrittore Eraldo Affinati. Nella scuola, che sarà ospitata nella sede dei Cappuccini di Trento, si insegnerà la lingua italiana agli stranieri grazie a una decina di insegnanti volontari. «È un valido progetto di inclusione» commenta il coordinato­re Luca Bronzini.

«Senza verbi non si vive. TRENTO Senza nomi si muore». Parole di Eraldo Affinati, insegnante e scrittore, secondo classifica­to al Premio Strega 2016 con L’uomo del futuro, dedicato alla figura di don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana che negli anni ’50 aveva capito una cosa molto semplice: «Finché ci sarà uno che conosce 2.000 parole e uno che ne conosce 200, questi sarà oppresso dal primo. La parola ci fa uguali».

I suoi studenti erano i ragazzi di Barbiana, borgo sperduto della diocesi di Firenze, figli di contadini, svantaggia­ti e descolariz­zati. Si chiamavano Franco, Guido, Nevio, Mario, Mileno, Silvano… Oggi per Affinati quei ragazzi si chiamano Omar, Khaliq, Faris, Alì, Mohammed, Francisco, Ivan... Sono figli di immigrati o immigrati loro stessi, descolariz­zati, analfabeti in italiano e spesso anche nella loro lingua madre. È per loro che Affinati ha fondato a Roma nel 2008, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, la sua Barbiana: la scuola di italiano per stranieri Penny Wirton. Una scuola gratuita, apolitica, aconfessio­nale, senza classi, senza voti, senza registri, con docenti volontari che insegnano a ragazzi e adulti in rapporto uno a uno o in piccoli gruppi, per sviluppare al meglio la relazione e creare rapporti duraturi basati sulla fiducia e l’empatia, fornendo al tempo stesso conoscenze adeguate di lingua italiana che permettano ai discenti la miglior integrazio­ne possibile nella società («Per noi contano tre cose: la qualità del rapporto umano, il rigore didattico e il sorriso», spiega Affinati). Tutto ciò affinché queste persone non si perdano o non si facciano sfruttare. Perché per loro è vero che senza verbi non si vive, che senza nomi si muore e che le parole in più possono fare la differenza. Dopo il successo della prima Penny Wirton — il nome della scuola richiama il titolo di un romanzo di Silvio D’Arzo, «Penny Wirton e sua madre», che ha come protagonis­ta un bambino povero e disprezzat­o — ne sono sorte molte altre, su tutto il territorio nazionale: da Catanzaro a Trieste, da Bari a Milano, sempre fedeli ai principi espressi in una carta d’intesa comune e con il benestare di Affinati.

La prossima Penny Wirton, la trentasett­esima, aprirà a Trento. Le lezioni si terranno tutti i giovedì dalle 16 alle 18, a partire dal 5 aprile, in un locale presso la sede dei Cappuccini di Trento, attualment­e utilizzato da Il Margine, la casa editrice del libro di testo in uso presso le Penny Wirton, Italiani anche noi (due volumi, teoria ed esercizi), scritti proprio da Affinati e Lenzi, attualment­e esauriti ma per i quali la Erickson pare possa offrire un contributo per la ristampa.

Coordinato­re del progetto Penny Wirton-Trento è Luca Bronzini, operatore nel campo della valorizzaz­ione ambientale: «Già nel 2010 Il Margine propose l’apertura di una scuola Penny Wirton a Trento, consideran­dolo un valido progetto sociale, di inclusione, per fornire agli stranieri presenti nel nostro territorio strumenti per vivere. Avendo contatti con la casa editrice, l’anno scorso ho dato la mia disponibil­ità come coordinato­re di questo progetto e così ho conosciuto Affinati, visitato varie Penny Wirton e seguito i loro corsi di formazione. Il 5 aprile finalmente si parte, speriamo in una buona partecipaz­ione e in un riscontro positivo. Attualment­e — continua — abbiamo una decina di insegnanti volontari, per lo più ex docenti ma anche, ad esempio, uno studente di scuola superiore impegnato nell’alternanza scuola-lavoro». La Penny Wirton difatti, come recita la carta d’intesa, non prevede necessaria­mente insegnanti con diplomi specialist­ici e «promuove l’insegnamen­to tra pari con la partecipaz­ione volontaria di studenti stagisti italofoni (alternanza scuola-lavoro o libera iniziativa)». Gli insegnanti volontari trentini (in maggioranz­a donne) sono pronti, emozionati e motivati, come testimonia una loro rappresent­ante, Chiara Tomasi: «La nascita di una scuola Penny Wirton a Trento sarà per me un luogo di scambio e di arricchime­nto culturale, cui intendo partecipar­e attivament­e». Affinati è fiducioso della buona riuscita dell’iniziativa: «Qualche giorno fa vedere brillare gli occhi dei docenti volontari trentini mi ha dato una grande fiducia. Adesso però sta a loro mettersi all’opera e sono certo che lo faranno con lo spirito giusto. Considero il Trentino uno dei cuori d’Italia: territorio di straordina­ria bellezza naturale, da sempre all’avanguardi­a nell’accoglienz­a delle popolazion­i migranti per evidenti ragioni storiche e geografich­e. Credo che l’esperienza di scambio umano, linguistic­o e culturale maturata in questa parte dell’Europa possa risultare preziosa». Affinati tornerà a occuparsi di don Milani, il suo mentore ideale («Mi ha insegnato a fare l’insegnante senza sottrarre niente dentro me stesso, dando tutto ciò che ho») in un libro che uscirà per Piemme a settembre, in cui presenterà la figura del priore di Barbiana agli adolescent­i.

Affinati Vi considero uno dei cuori d’Italia Siete da sempre all’avanguardi­a nell’accoglienz­a

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