Libertà accademica sotto attacco dalla Turchia alla Colombia Un ciclo di seminari in Ateneo
È una prassi che la storia replica: l’autonomia dell’intelletto e della ricerca disturbano il potere autoritario che ne soffoca l’espressione, in modo più o meno esplicito, più o meno virulento. Persino oggi. A cambiare sono tuttavia gli strumenti a disposizione della collettività per contrastare simili attacchi al pensiero indipendente. È da simili premesse che, a partire dal 12 aprile, il dipartimento di Sociologia e ricerca sociale organizza un ciclo di dieci seminari aperti agli studenti — e in quattro casi anche ai cittadini — per accendere i riflettori sui casi simbolo di oggi (Turchia, Siria e Colombia in primis) e formare le coscienze delle giovani generazioni. Tra gli ospiti: attivisti, docenti e ricercatori da tutto il mondo. Tra tutti lo scrittore Adam Braver, la documentarista Nicole Leghissa, da anni impegnata con l’Organizzazione delle donne nella scienza nei Paesi in via di sviluppo (Owsd), e Ahmad Sadiddin, ricercatore della Fao.
«Diritti umani e libertà accademiche», questo titolo dei seminari che prevedono l’attribuzione di due crediti formativi, è un percorso proposto dalla ricercatrice Ester Gallo, delegata dell’ateneo per Scholars at Risk, il network internazionale che promuove la libertà accademica e prevede la protezione di chi si sente minacciato. «In diversi Paesi, più o meno vicini, la libertà è sotto attacco — premette Gallo — Le principali associazioni che da più di un decennio forniscono appoggio a docenti e studenti, come Scholars at Risk e Cara, hanno evidenziato un aumento drammatico delle richieste di aiuto; un campanello d’allarme che impone una risposta».
Minacce velate, altre spinte, aggressioni fisiche, carcerazione, sparizioni sospette: sono diverse le modalità scelte dai regimi autoritari per limitare l’espressione degli intellettuali e degli studenti. Ma come intervenire? «Ciò che Scholars at Risk prevede sono tre tipi di attività — spiega Gallo — Innanzitutto protezione, ossia creare opportunità con borse e contratti per accogliere in Europa o negli Stati Uniti accademici in pericolo, tutto ciò per garantire continuità del lavoro. Lo stesso si fece con gli ebrei perseguitati dal nazismo, o con i cileni negli anni Settanta». Un modo invece nuovo «è l’advocacy, ciò che vogliamo fare a Trento — prosegue Gallo — In questo caso si tratta di mobilitare la comunità accademica per far conoscere cosa sta accadendo altrove. Il rettore Paolo Collini, in questo senso, lo scorso gennaio ha firmato una lettera in cui stigmatizzava la condanna a morte di Ahmadreza Djalali, il medico e ricercatore iraniano». Infine la terza modalità: «La formazione, la conoscenza diffusa», spiega Gallo che ricorda i Paesi ritenuti maggiormente critici per la libertà accademica: «Iran, Siria, Turchia, Africa subsaha- riana, Iraq». Mentre le discipline più bersagliate sono scienze sociali, biomedicina e scienze naturali, scienze umane, arti, diritto, giornalismo.
I quattro incontri dedicati ai casi simbolo di oggi saranno aperti anche al pubblico: l’8 maggio Tarek Ahmad (University of Heidelberg), Fazıla Mat (Osservatorio Balcani e Caucaso) ed Ester Gallo parleranno di Siria e Turchia. L’11 maggio, questa volta al dipartimento di Scienze cognitive di Rovereto, proiezione del documentario «Science in Exile» di Nicole Leghissa, con la stessa autrice in dialogo con Edward Lempinen (Twas, l’academy of sciences for the developing world) e Ahmad Sadiddin (Fao). Il 24 maggio si torna nuovamente a Sociologia, che ospiterà tutti gli incontri, con un focus a cura di Stefano Penasa sulla libertà in ambito biomedico. Il 29 maggio ultimo incontro aperto alla cittadinanza con un panel sulla Colombia. A parlarne saranno quattro docenti-attivisti: Yohana Lòpez (Università di Popayan); Luz M.Cuchumbe (Conpaz), Aida Gamboa (Università Popolare di San Pedro), Jairo Agudelo Taborda (Università del Nord di Barranquilla) e Francesca Caprini (Yaku). I seminari sono aperti a tutti gli studenti e per iscriversi è necessario registrarsi online entro il 4 aprile.