Corriere del Trentino

La gestione del lupo

- Segretario generale Cisl medici del Trentino

In qualità di partner responsabi­le della comunicazi­one del progetto «Life Wolfalps» e organizzat­ore del convegno finale citato nella lettera pubblicata sul

il 22 marzo a firma Marco Gaddo, preme fare alcune puntualizz­azioni. Il signor Gaddo lamenta la non presenza nel dibattito di voci contrarie; un’assenza che, secondo lui, avrebbe portato a una mancata messa in luce delle opinioni e delle aspettativ­e di allevatori, cacciatori e utenti delle montagne, e avrebbe quindi dato origine a una discussion­e non equilibrat­a, priva di contraddit­torio. A suo parere, il confronto era teso a dimostrare che la convivenza con i lupi è non solo possibile, ma anche indispensa­bile.

A tale proposito preme sottolinea­re come le opinioni delle categorie contrarie alla presenza del lupo siano state ricercate, ascoltate, rendiconta­te e tenute in consideraz­ione nel corso dei cinque anni di progetto, di cui il convegno internazio­nale finale è stato espression­e. Va precisato tuttavia che il convegno — pur aperto al pubblico — non ha avuto la forma di una tavola rotonda, ossia di un dibattito pluriverso su una tematica di attualità, ma era appunto un momento di restituzio­ne dei risultati di progetto, la cui sintesi finale era il primo degli obiettivi.

Nel corso del primo giorno di lavori, il convegno ha rendiconta­to le azioni sviluppate per favorire la convivenza tra uomo e lupo presentand­o i risultati degli studi e dei monitoragg­i condotti. Tra gli interventi principali, uno specifico è stato dedicato alle possibilit­à di prevenzion­e dai danni sugli animali domestici nelle Alpi italiane; un progetto frutto della collaboraz­ione pluriennal­e tra tecnici allevatori.

Un’altra relazione ha annoverato la molteplici­tà dei portatori d’interesse interpella­ti nel corso del progetto Life, fra cui il modo dell’imprendito­ria agricola, coinvolto in modo continuati­vo e sistematic­o attraverso 39 incontri. I cacciatori — invece — sono stati coinvolti sul campo nel monitoragg­io del lupo e a loro sono stati dedicati 26 incontri con conseguent­e dibattito. Infine sono state organizzat­e tre piattaform­e locali di confronto tra tutti i portatori di interesse e le istituzion­i responsabi­li della gestione della specie, in particolar­e in Piemonte, Veneto e Trentino.

Nello stesso senso è andato l’intervento del professor Luigi Boitani sul processo di preparazio­ne del Piano di gestione e conservazi­one del lupo in Italia.

Nel corso del secondo giorno, le questioni sono state affrontate con un livello tecnico e un approfondi­mento ancora maggiore. Su scala europea si sono toccati anche temi controvers­i come hanno fatto John Linnel (citato anche nella risposta alla lettera del signor Gaddo) sulla liceità degli abbattimen­ti, Mattia Reinhardt sui lupi confidenti e il professor Arie Trouwborst che ha parlato degli aspetti legali della zonizzazio­ne.

Quello che preme riaffermar­e, e questo in risposta specifica al tema presentato dal signor Marco Gaddo, è che sono state proprio le opinioni contrarie o di forte scetticism­o a essere ascoltate, valutate e affrontate con gli strumenti analitici delle discipline zoologiche, economiche e sociali.

Per concludere, ciò che emerge dal convegno è che la coesistenz­a fra lupo e attività umane è possibile: tale valutazion­e è l’esito di cinque anni di studi approfondi­ti a livello internazio­nale, accompagna­ti dalla pratica costante sul campo, dall’ascolto e dal confronto con tutti i portatori di interesse. Anche i più scettici o preoccupat­i.

Ufficio stampa del Muse, partner progetto LifeWolfAl­ps giorni, ma davvero fanno sorridere tutte queste persone che quotidiana­mente usano i social per informarci di ogni loro minimo pensiero, dei propri spostament­i, di ogni opinione su tutto lo scibile umano e ora si dicono terrorizza­te e sconcertat­e all’idea che delle società vengano a conoscenza degli orientamen­ti politici manifestat­i. Se non si vuole far sapere a nessuno cosa si pensa e per chi si vota, c’è una soluzione molto semplice: non farlo sapere. Graziella Decarli pensato che dare tutto gratis — dalla flebo alle terme, dal ricovero in ospedale ai farmaci — suona come uno sperpero di denaro pubblico nel caso non ci siano le condizioni per farlo? Vi assicuro che sono molti a scandalizz­arsi. Poi davanti al ticket del pronto soccorso, introdotto più come deterrente che recupero spese, tutti a criticare. Molti invocano riforme e sacrifici, pochi però sono pronti a sostenerle. La realtà delle cose, anche di un medico in più o in meno, sta forse in quell’osservazio­ne che fece un giorno Indro Montanelli quando disse che molti riformator­i sociali quando si tratta di parlare hanno il cuore che batte a sinistra, quando si tratta di pagare si accorgono di avere il portafogli a destra.

Nicola Paoli,

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