«La morte e la fanciulla» in scena al Teatro Zandonai
Il lavoro di Abbondanza/Bertoni: «Un balletto nato da una composizione musicale»
Uno spettacolo «nato da uno sguardo curioso, appassionato, doloroso». Michele Abbondanza descrive così La
morte e la fanciulla, ultima fatica della compagnia Abbondanza/Bertoni che co-dirige con Antonella Bertoni. Lo spettacolo oggi alle 20.45 sarà sul palco dello Zandonai a Rovereto, a poco più di dieci giorni dalla vittoria del premio Danza&Danza 2017 come Produzione italiana dell’anno. «Un premio inaspettato, che ci fa molto piacere — continua Abbondanza — Abbiamo una lunga storia alle spalle, e sapere che possiamo ancora essere maestri e guidare la
sperimentazione ci riempie di gioia».
La morte e la fanciulla nasce da un deciso cambiamento nelle modalità di lavoro della compagnia. «Di solito nel nostro lavoro la musica è un dato fondamentale ma è solo una parte del quadro scenico. In questo caso abbiamo invece deciso di creare un balletto a partire da una composizione
musicale, rendendola il presupposto del movimento — spiega Antonella Bertoni — la scelta è ricaduta sul quartetto d’archi di Schubert Der Tod und Das Mädchen,
un brano che io e Michele portiamo nel cuore da più di 20 anni». La scrittura coreografica si è sviluppata nella direzione di rendere visibile ogni nota, ogni pulsazione della composizione. «Allo stesso tempo l’aspetto drammaturgico è sempre stato di enorme importanza. Dal titolo dell’opera abbiamo indagato un tema al quale ci stavamo interessando da lungo tempo: il concetto di finitudine e di morte». In scena Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas e Claudia Rossi Valli sono la fanciulla, tre grazie gemelle, nude, che raccontano una visione quasi pittorica del femminile, seguendo gli impulsi ottocenteschi della musica.
Al piano orizzontale del palcoscenico si contrappone quello verticale del video in cui sono ritratte le stesse ragazze in momenti di backstage. «Questo è per noi lo sguardo della morte — spiega Bertoni — lo scollamento tra la realtà e la rappresentazione, un presente virtuale e contemporaneo che si contrappone alla vita». La nudità del- le danzatrici rappresenta il disarmo totale dell’uomo davanti alla morte, la pelle è l’unico costume di scena possibile. Il progetto de La morte
e la fanciulla, ben lungi dal segnare un termine, ha aperto una nuova strada nel percorso artistico della compagnia.
«Abbiamo deciso di proseguire la ricerca creando un altro spettacolo partendo dalla musica e facendo sì che i corpi vengano mossi dalle onde sonore — confessa Abbondanza — La scelta è ricaduta su Pithecanthropus erectus di Charles Mingus, un album di free jazz bellissimo e molto difficile da coreografare. La messa in scena coinvolgerà quattro danzatori di grande tecnica e debutterà ad Ancona il 3 agosto, per poi arrivare a Rovereto per Oriente Occidente
a inizio settembre».