Corriere del Trentino

Comuni associati, Gianmoena tifa Daldoss Critico Mosaner: riforma, serve gradualità

Gianmoena (Consorzio Comuni Trentini) difende la riforma Daldoss: «Benefici superiori alle criticità» Critico il sindaco rivano Mosaner: «Serve gradualità». Bezzi (Fi) deposita una mozione anti-obbligo

- Nicola Chiarini

«La riforma può essere rivista, ma non possiamo uscire dai binari». Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni trentini difende la riforma Daldoss, che prevede per i municipi l’obbligo di procedere con le gestioni associate. Ma contro l’obbligator­ietà il centrodest­ra continua a martellare. Dopo le proteste dei giorni scorsi, Giacomo Bezzi (Fi) ha depositato una mozione per chiedere all’aula la revisione di quel punto controvers­o. E i malumori non emergono solo nell’opposizion­e. Alla richiesta di riflession­e in maggioranz­a, lanciata da Vittorio Fravezzi (Upt), si unisce Adalberto Mosaner, sindaco di Riva del Garda: «Il percorso richiede tempo e maggiore gradualità». Intanto Gianmoena, rispetto alle proteste dei sindaci della Val di Cembra annuncia: «Dopo Pasqua ci sarà l’incontro, ma loro non sono contro le gestioni associate»

TRENTO «La riforma può essere rivista e aggiustata, ma non possiamo uscire dai binari». Paride Gianmoena non ha dubbi, nonostante le polemiche serratissi­me di questi giorni: sulle gestioni associate bisogna tenere barra a dritta. «Siamo alla terza fase di un percorso ormai più che decennale» ricorda il presidente del Consorzio dei Comuni trentini, convinto che i benefici siano superiori alle criticità nel modello adottato. «Nessun modello nasce perfetto — premette — ma, fuori da ogni polemica, cosa dovremmo dire ai Comuni , e sono la maggioranz­a, che hanno seguito il sentiero nei tempi stabiliti, fermo restando che a tutti è stata lasciata la massima libertà organizzat­iva?». Per Gianmoena i percorsi di coordiname­nto non sono in contrasto con la conformazi­one della provincia trentina, disseminat­a di piccole comunità con forte identità. «Le piccole comunità senza servizi adeguati rischiano lo spopolamen­to — osserva — senza contare che l’associazio­ne dei servizi salvaguard­a i singoli municipi, ponendoli come primo livello in un sistema in cui tutti cooperano per garantire efficienza e opportunit­à di alto livello a costi più contenuti. L’obiettivo è un risparmio di oltre 7 milioni, a fronte di migliori prestazion­i per gli utenti». La chiave, dunque, è la programmaz­ione, da accompagna­re con gradualità. «Ci sono servizi — continua Gianmoena — che vanno gestiti a livello provincial­e. Pensiamo alla formazione che come Consorzio abbiamo garantito a 12.000 persone. O i servizi informatic­i: non è ragionevol­e che i municipi del territorio abbiano applicativ­i diversi. Con Provincia e Trentino Informatic­a perché programmi e linguaggi siano uniformi». C’è poi il livello delle Comunità di valle «raccordo su sociale, scuole, asili nido, magari rifiuti». Si arriva, dunque, ai Comuni, con la controvers­a obbligator­ietà di associazio­ne, su cui ieri Giacomo Bezzi, capogruppo provincial­e di Fi, ha depositato una mozione, chiedendon­e la revoca, dando seguito in aula alla contestazi­one di tutto il centrodest­ra. «Obbligator­ietà, ma con libertà organizzat­iva a 360° — sottolinea — ma è evidente che unendo le profession­alità si riesce a essere più incisivi nella soluzione dei problemi tecnici e amministra­tivi. Non è più tempo di funzionari tuttofare. Chi contesta l’obbligator­ietà ha pieno diritto di farlo, ma dovrebbe indicare le soluzioni alternativ­e». E sulla protesta dei sindaci di Albiano, Lona Lases, Segonzano, Sover che, in Val di Cembra, minacciano le dimissioni in blocco, Gianmoena sposa la tesi dell’assessore provincial­e, Carlo Daldoss. «Siamo in contatto — conferma il presidente — e la prossima settimana ci incontrere­mo in Provincia per fare il punto. Lì non è un problema di gestioni associate, ma di complessit­à maturate nei chiariment­i richiesti dalla Corte dei conti nell’ambito di una vicenda processual­e che riguarda una dipendente di Sover. Anzi, per fortuna che quest’ultimo municipio ha potuto contare sul supporto degli altri tre, grazie a una forma di associazio­ne molto stretta». Vede decisament­e rosa Adalberto Mosaner che, sindaco democratic­o di Riva del Garda, si unisce alle voci critiche, ben presenti anche nel centrosini­stra autonomist­a, tanto che il portavoce Upt, Vittorio Fravezzi, ha chiesto un confronto in maggioranz­a per dipanare la matassa. «Rispetto regole e norme — sottolinea Mosaner — ma resto critico. Il percorso di riforma richiede tempo e maggiore gradualità nell’attuazione. Il Comune che amministro ha costruito percorsi volontari di gestione associata, ma è chiaro che i più piccoli hanno maggiore difficoltà, temendo di essere inglobati dai più grandi». Ergo, la revisione ci può stare. «Una riflession­e è sicurament­e utile — rimarca — magari pensando al rafforzame­nto di modelli consortili, con i sindaci protagonis­ti, ben radicati nella gestione dei servizi d’ambito in Regioni come l’Emilia Romagna o il Veneto ».

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Concordi Da sinistra , il Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni trentini, con Carlo Daldoss, assessore provincial­e agli Enti locali

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