Comuni associati, Gianmoena tifa Daldoss Critico Mosaner: riforma, serve gradualità
Gianmoena (Consorzio Comuni Trentini) difende la riforma Daldoss: «Benefici superiori alle criticità» Critico il sindaco rivano Mosaner: «Serve gradualità». Bezzi (Fi) deposita una mozione anti-obbligo
«La riforma può essere rivista, ma non possiamo uscire dai binari». Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni trentini difende la riforma Daldoss, che prevede per i municipi l’obbligo di procedere con le gestioni associate. Ma contro l’obbligatorietà il centrodestra continua a martellare. Dopo le proteste dei giorni scorsi, Giacomo Bezzi (Fi) ha depositato una mozione per chiedere all’aula la revisione di quel punto controverso. E i malumori non emergono solo nell’opposizione. Alla richiesta di riflessione in maggioranza, lanciata da Vittorio Fravezzi (Upt), si unisce Adalberto Mosaner, sindaco di Riva del Garda: «Il percorso richiede tempo e maggiore gradualità». Intanto Gianmoena, rispetto alle proteste dei sindaci della Val di Cembra annuncia: «Dopo Pasqua ci sarà l’incontro, ma loro non sono contro le gestioni associate»
TRENTO «La riforma può essere rivista e aggiustata, ma non possiamo uscire dai binari». Paride Gianmoena non ha dubbi, nonostante le polemiche serratissime di questi giorni: sulle gestioni associate bisogna tenere barra a dritta. «Siamo alla terza fase di un percorso ormai più che decennale» ricorda il presidente del Consorzio dei Comuni trentini, convinto che i benefici siano superiori alle criticità nel modello adottato. «Nessun modello nasce perfetto — premette — ma, fuori da ogni polemica, cosa dovremmo dire ai Comuni , e sono la maggioranza, che hanno seguito il sentiero nei tempi stabiliti, fermo restando che a tutti è stata lasciata la massima libertà organizzativa?». Per Gianmoena i percorsi di coordinamento non sono in contrasto con la conformazione della provincia trentina, disseminata di piccole comunità con forte identità. «Le piccole comunità senza servizi adeguati rischiano lo spopolamento — osserva — senza contare che l’associazione dei servizi salvaguarda i singoli municipi, ponendoli come primo livello in un sistema in cui tutti cooperano per garantire efficienza e opportunità di alto livello a costi più contenuti. L’obiettivo è un risparmio di oltre 7 milioni, a fronte di migliori prestazioni per gli utenti». La chiave, dunque, è la programmazione, da accompagnare con gradualità. «Ci sono servizi — continua Gianmoena — che vanno gestiti a livello provinciale. Pensiamo alla formazione che come Consorzio abbiamo garantito a 12.000 persone. O i servizi informatici: non è ragionevole che i municipi del territorio abbiano applicativi diversi. Con Provincia e Trentino Informatica perché programmi e linguaggi siano uniformi». C’è poi il livello delle Comunità di valle «raccordo su sociale, scuole, asili nido, magari rifiuti». Si arriva, dunque, ai Comuni, con la controversa obbligatorietà di associazione, su cui ieri Giacomo Bezzi, capogruppo provinciale di Fi, ha depositato una mozione, chiedendone la revoca, dando seguito in aula alla contestazione di tutto il centrodestra. «Obbligatorietà, ma con libertà organizzativa a 360° — sottolinea — ma è evidente che unendo le professionalità si riesce a essere più incisivi nella soluzione dei problemi tecnici e amministrativi. Non è più tempo di funzionari tuttofare. Chi contesta l’obbligatorietà ha pieno diritto di farlo, ma dovrebbe indicare le soluzioni alternative». E sulla protesta dei sindaci di Albiano, Lona Lases, Segonzano, Sover che, in Val di Cembra, minacciano le dimissioni in blocco, Gianmoena sposa la tesi dell’assessore provinciale, Carlo Daldoss. «Siamo in contatto — conferma il presidente — e la prossima settimana ci incontreremo in Provincia per fare il punto. Lì non è un problema di gestioni associate, ma di complessità maturate nei chiarimenti richiesti dalla Corte dei conti nell’ambito di una vicenda processuale che riguarda una dipendente di Sover. Anzi, per fortuna che quest’ultimo municipio ha potuto contare sul supporto degli altri tre, grazie a una forma di associazione molto stretta». Vede decisamente rosa Adalberto Mosaner che, sindaco democratico di Riva del Garda, si unisce alle voci critiche, ben presenti anche nel centrosinistra autonomista, tanto che il portavoce Upt, Vittorio Fravezzi, ha chiesto un confronto in maggioranza per dipanare la matassa. «Rispetto regole e norme — sottolinea Mosaner — ma resto critico. Il percorso di riforma richiede tempo e maggiore gradualità nell’attuazione. Il Comune che amministro ha costruito percorsi volontari di gestione associata, ma è chiaro che i più piccoli hanno maggiore difficoltà, temendo di essere inglobati dai più grandi». Ergo, la revisione ci può stare. «Una riflessione è sicuramente utile — rimarca — magari pensando al rafforzamento di modelli consortili, con i sindaci protagonisti, ben radicati nella gestione dei servizi d’ambito in Regioni come l’Emilia Romagna o il Veneto ».