Pressing Rossi «Io presidente o il Patt saluta»
Critiche dall’Alto Garda: «Il partito non è la giunta»
Critica «Alleanza arenata sui diritti civili Sanità, scontente le valli»
TRENTO Messa da parte l’idea del presidente garante della coalizione, Ugo Rossi si è proposto ieri sera al consiglio del suo partito come il presidente del Patt, con o senza alleati.
Il dispositivo del documento presentato dal governatore all’assemblea delle Stelle Alpine parte dal come fare la campagna elettorale, ossia puntando sul fatto che «i sistemi che crescono di più sono quelli che garantiscono continuità e stabilità, come l’Alto Adige». Si ribadisce di essere alternativi a «Lega e Movimento 5 Stelle». Il progetto politico proposto «si regge sulla valorizzazione di tutti i tesserati e i cittadini interessati e riconosce quale riferimento istituzionale il Presidente Ugo Rossi». E ancora: «Un ragionamento che, se ci sono i presupposti, si intende portare avanti con il coinvolgimento e il protagonismo dei partiti che compongono l’attuale coalizione di centrosinistra autonomista». A verificare la consistenza dei presupposti ci penserà lo stesso Rossi: «Il Patt ha l’onere e la responsabilità di indicare in tempi brevi alla comunità politica questo percorso e questa direzione di marcia, partendo dalle forze con cui ha condiviso la responsabilità di governo e con l’obiettivo di allargare il più possibile l’alleanza a persone nuove e alla società civile. Gli organi del partito e lo stesso Presidente si faranno quindi carico di verificare la reale volontà degli attuali alleati di procedere convintamente in questa direzione». Nella premessa fa capolino l’analisi critica, ma l’obiettivo pare esterno: «La coalizione si è arenata per troppo tempo sulla dimensione dei diritti civili e su alcune politiche lungimiranti, ma percepite come penalizzanti per le valli, ad esempio in tema di sanità». In ogni caso, il messaggio rivolto agli alleati è chiaro: o mi confermate a breve la fiducia, o io e il Patt ci rivolgeremo altrove. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso della pazienza di Rossi sarebbe stata la recente intervista di Alessandro Olivi
(Corriere del Trentino) in cui il vicepresidente rinviava la scelta del candidato presidente. La risposta di Rossi è arrivata domenica su l’Adige: pronto a cambiare alleati. Una minaccia che non ha fatto breccia nelle fila di Pd e Upt, concordi nel giudicarla un bluff: una coalizione diversa che eredita il candidato presidente è giudicata irrealistica.
Le voci di dissenso non sono mancate. Ad esempio Luca Giuliani, sostenuto dal coordinamenti dell’Alto Garda e Ledro, non ha mai criticato Rossi, ma proposto un documento in cui, tra le altre cose, si dice che il Patt «non è la Svp», che «l’ambizione di diventare un partito di raccolta ha un po’ annacquato quei valori che ci differenziavano», che «non può apparire un’eresia rimarcare il nostro attaccamento ai diritti della periferia», che «troppe volte abbiamo assecondato i nostri alleati», che su guardie mediche e accentramento delle Apsp bisognava agire diversamente e che «il partito non è la giunta provinciale». Non a caso, la proposta è di affiancare a Panizza «un gruppo di lavoro formato da tesserati da almeno tre anni» e che non ricoprano incarichi istituzionali: via dalla segreteria assessori, e nuovi ingressi.