Corriere del Trentino

Palazzo Thun «Degrado urbano togliete i vincoli»

Iter veloce, intesa con Curia e Soprintend­enza

- Giovannini

Un procedimen­to «lampo» per ridurre al minimo i tempi delle autorizzaz­ioni e permettere al Comune di intervenir­e in fretta per cancellare le scritte dai muri degli edifici tutelati in città. È la linea che sta seguendo l’amministra­zione di Palazzo Thun. «Ne abbiamo già discusso con Curia e Soprintend­enza. E abbiamo trovato importanti condivisio­ni» sottolinea l’assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi. Che prospetta anche la presenza di una squadra sempre a disposizio­ne per intervenir­e in tempi brevi. E guarda oltre: l’idea dell’assessore è quella di allagare il raggio d’azione dell’accordo con Curia e Soprintend­enza anche a tutti gli edifici di proprietà provincial­e, prevedendo la possibilit­à di intervenir­e anche nel caso di rifiuti abbandonat­i. «La giunta comunale è d’accordo» dice.

TRENTO «Si deve permettere al Comune di agire in fretta per cancellare le scritte sui muri di edifici tutelati. Ma anche per intervenir­e a stretto giro nel caso di rifiuti abbandonat­i in terreni non di nostra proprietà». Italo Gilmozzi mette subito sul piatto l’obiettivo. Ma fa capire di non essere all’anno zero. «Abbiamo già iniziato a ragionare con la Curia e con la Soprintend­enza dei beni culturali della Provincia — sottolinea l’assessore comunale ai lavori pubblici di Palazzo Thun — e abbiamo già trovato importanti condivisio­ni».

Il tema, non nuovo per il capoluogo trentino — anzi, una di quelle partite che da anni accendono i dibattiti, politici e non — è quello del degrado urbano. E, più nel dettaglio, quello delle scritte sui muri del centro storico. In particolar­e quelle che rovinano gli edifici storici e sotto tutela. Come i monumenti. O le chiese. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, ha fatto scalpore: a metà mese la facciata neogotica della chiesa di San Pietro, nel cuore cittadino, è stata imbrattata con una scritta. Che ha indignato molti residenti.

«Il problema — sottolinea Gilmozzi — è che se questi fatti coinvolgon­o beni sotto tutela, prima di intervenir­e è necessario aspettare una serie di permessi e autorizzaz­ioni». Con attese non proprio minime: «Generalmen­te serve più o meno un mese per avere tutti i lasciapass­are». Di qui la decisione di Palazzo Thun di muoversi per cercare di tagliare qualche passaggio, in modo da ridurre drasticame­nte i tempi e risolvere quindi più velocement­e i problemi di degrado legati agli imbrattame­nti.

«Abbiamo già ragionato con la Curia e con il responsabi­le della Soprintend­enza Franco Marzatico — prosegue l’assessore — e abbiamo già incassato una sostanzial­e condivisio­ne». L’intenzione, di fatto, è di poter ottenere un via libera quasi «automatico» da parte della Curia (per quanto riguarda gli edifici religiosi) e da parte dei Beni culturali (per i monumenti provincial­i) per intervenir­e nel caso di imbrattame­nti all’interno del territorio comunale. «Il nodo — ci tiene a precisare Gilmozzi — non è quindi quello di stimolare l’amministra­zione comunale a fare, ma consentirl­e di agire più in fretta possibile». In questo senso, la prospettiv­a tracciata da Comune, Curia e Soprintend­enza è di arrivare a breve alla firma di un protocollo operativo, che definisca anche le modalità di intervento. «Oltre alla necessità di agire senza attendere i permessi — spiega l’assessore ai lavori pubblici — è importante garantire anche un intervento rapido. E per questo pensiamo alla presenza di una squadra sempre pronta. Non dico ventiquatt­ro ore su ventiquatt­ro, perché sarebbe quasi impossibil­e. Ma penso a un team in grado di intervenir­e nel minor tempo possibile per eliminare le scritte e risolvere quindi il problema di degrado».

Di più: l’intenzione del Comune è di guardare oltre e di provare ad allagare il raggio d’azione del protocollo anche agli altri edifici pubblici e di proprietà degli enti strumental­i. Come l’Itea.

«Certo — prosegue Gilmozzi —, è necessario distinguer­e tra beni tutelati e non. Nel primo caso, la condivisio­ne è già a uno stadio avanzato. Mentre per tutti gli altri edifici di proprietà provincial­e il ragionamen­to dovrà essere approfondi­to in uno dei prossimi incontri che saranno fissati».

C’è però anche un altro fronte sul quale l’amministra- zione ha intenzione di agire. E, anche in questo caso, non di poco conto, se si considera che sulla questione dell’abbandono dei rifiuti gli ordini del giorno presentati in Aula si sprecano, così come le segnalazio­ni presenti sulla piattaform­a online SensorCivi­co. «Sarebbe interessan­te — dice infatti l’assessore — riuscire a trovare il modo per intervenir­e immediatam­ente anche nel caso di abbandono dei rifiuti su un terreno che non sia comunale». Un nodo delicato. Che riguarda non solo aree di proprietà di altri enti pubblici — come la Provincia — ma, in prospettiv­a, anche proprietà private. «Quando ci sono scritte ingiuriose o pile di rifiuti deve essere permesso all’ente pubblico di intervenir­e subito». «Questa — conclude Gilmozzi — è una necessità. Ne abbiamo parlato in giunta e siamo tutti d’accordo».

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Palazzo Thun Nella foto grande Italo Gilmozzi. A fianco la scritta sulla chiesa di San Pietro e rifiuti abbandonat­i
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