«Marmolada, ora un rilancio condiviso»
Appello di Mountain Wilderness: dal 6 all’8 aprile iniziative in quota
TRENTO Mountain Wilderness torna sulla Marmolada. E, per l’occasione, ripropone il decalogo per il rilancio della Regina delle Dolomiti.
«Dal 1998 — scrive l’associazione guidata da Franco Tessadri — a causa di una incomprensibile quanto assurda lotta sui confini che ancora oggi si trascina, un confronto onesto e intelligente sul rilancio sostenibile della Marmolada è improponibile. Ci troviamo così nel 2018 con ancora nulla di fatto, lasciando la Marmolada sempre più marginale nell’economia locale, che pur con un enorme potenziale naturale e paesaggistico ora anche forte del simbolo Unesco è abbandonata al degrado urbanistico e infrastrutturale che specie nel suo versante nord attorno al lago di Fedaja continua ad accrescere».
Mountain Wilderness ne è convinta: la Marmolada, dice l’associazione, «meriterebbe ben altra attenzione, che purtroppo la politica e l’amministrazione locale non sanno ancora porre».
Di qui la definizione del «decalogo». Che prevede in primo luogo «la ripresa di un progetto condiviso e partecipato di rilancio che comprenda tutto il gruppo sia sul versante trentino che bellunese», ma anche «un riordino paesaggistico» dei parcheggi e «un’accessibilità sicura». Si chiede inoltre la costruzione di una pista ciclabile attorno al lago, la messa in rete dei musei della guerra e «il riordino dell’area sciabile, semplificandola con la possibilità di prevedere un collegamento leggero fra i due versanti». Ancora, Mountain Wilderness invoca «il rilancio dei valori naturalistici, storici, geologici e identitari coinvolgendo sia i versanti verso la val di Fassa che quelli verso la val Pettorina», la pulizia immediata di tutto il versante nord «dai plinti di cemento e altri manufatti abbandonati da una storia della montagna basa sull’assalto e sul conflitto», la pulizia «ripetuta negli anni» dai rifiuti e, infine, «un patto chiaro fra le due province di rispetto reciproco nel valorizzare la montagna nel massimo e inderogabile rispetto dei protocolli della Convenzione delle Alpi».
Per questo, dal 6 all’8 aprile gli attivisti dell’associazione saranno in quota a rilanciare la loro proposta, aperta a «operatori, esercenti e cittadini comuni».