Violenza sui minori, l’allarme della Garante
In un anno raddoppiate le consulenze. Ladstätter: «Casi in aumento, coinvolta anche la sfera psichica» Per i profughi non accompagnati arriva il tutore volontario. Sette gli affidamenti concessi dal tribunale
BOLZANO In un anno le consulenze con il Garante per l’infanzia e l’adolescenza sono più che raddoppiate, raggiungendo quota 2.124 (contro le 956 del 2016), a fronte di un aumento degli episodi di violenza in varie forme, da quella sessualizzata, a quella fisica a quella psichica. A lanciare l’allarme è la stessa Garante Paula Maria Ladstätter alla presentazione della relazione annuale dell’operato dei suoi uffici.
« I bambini hanno sempre meno tempo libero a loro disposizione e lo stress degli adulti si trasmette su di loro — spiega Ladstätter — Ansia da prestazione, pensiero elitario e perfezionismo gravano sempre più su di loro, con conseguenze negative anche sulla capacità di concentrazione».
Per gli esperti il contatto diretto è fondamentale in questi casi. Motivo per cui a impiegare la maggior parte del loro tempo sono state, nel corso del 2017, «consulenze e mediazioni — spiega — Dopo otto anni di attività il nostro organico si è allargato con l’arrivo di una terza esperta che ha permesso di poter prendere in carico un maggior numero di casi». Casi che hanno fatto registrare 203 consulenze avute di persona, contro le 125 dell’anno precedente, alle quali si aggiungono le 1.657 richieste pervenute per telefono (nel 2016 erano state 793), le 235 per e-mail (contro 29), le 15 via What’s app (contro 11) e le 14 tramite Facebook (contro 7).
«Quanto ai contenuti — prosegue — la tematica più ricorrente è la tutela dei minori, al centro di quasi la metà dei casi, seguita da questioni famigliari come situazioni conflittuali, allontanamenti, adozioni, diritti e doveri dei genitori. Molte richieste sono arrivate anche in riferimento al mondo della scuola, relative all’integrazione di studenti con difficoltà di apprendimento o con disabilità, al bullismo,al mobbing, al cybermobbing e all’abbandono scolastico». Un aumento consistente (+64%) si è registrato anche per quel che riguarda i fascicoli gestiti, arrivati a quota 858 (484 dei quali aperti proprio nel 2017). «Si tratta spesso di casi complessi — prosegue la Garante — che si trascinano per diversi anni e richiedono colloqui e mediazione anche con i partner di rete competenti, mediamente dai 6 ai 10 per ciascun incontro».
Di competenza della Garante è anche la tutela dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in provincia. Un tema sempre più scottante, «con domande relative alle loro sorti che sono aumentate in modo preoccupante fra il 2016 e il 2017 — spiega ancora Ladstätter — Un aiuto importante arriva dai cittadini che scelgono di diventare tutori volontari. Si tratta di una nuova figura che, a titolo gratuito, si occupa dell’educazione di un minore solo, della sua integrazione e del suo accompagnamento, fungendo anche da rappresentante legale». Un compito non facile e che, chiaramente, non può essere affidato a chiunque. Motivo per cui i candidati devono passare attraverso tre fasi. La prima è quella di una preselezione, ad opera della stesso Garante per l’infanzia, al quale è anche affidato il compito di organizzare appositi corsi di formazione (da 17 or)e. Dopodiché bisogna essere ammessi all’elenco dei tutori volontari, decisione che spetta al Tribunale per i minorenni. «Fra luglio e dicembre — precisa Ladstätter — sono state 99 le persone che si sono interessate ai nostri corsi di formazione, 72 delle quali donne. In 65 hanno poi preso effettivamente parte al corso di formazione e in 26 si sono iscritti all’elenco dei tutori volontari del Tribunale. Entro la fine dell’anno a 7 di loro è stato affidato un minore straniero non accompagnato».