Corriere del Trentino

Abusi sulla figlia della convivente La piccola molestata nel sonno L’uomo condannato a sette anni

- di Valentina Leone

Lo sfogo La vittima si è confidata a scuola svelando l’orrore subito in casa

BOLZANO Sette anni per abusi sessuali nei confronti della figlia minorenne dell’allora convivente: questa la condanna, con formula di rito abbreviato, inflitta dal giudice per le udienze preliminar­i ad un cittadino di origini straniere ma da molti anni residente a Bolzano che, secondo l’accusa, per diversi anni - dal 2009 al 2013 – avrebbe palpeggiat­o la piccola approfitta­ndo delle ore notturne in cui la piccola riposava.

In realtà, come la stessa ha poi raccontato in sede di incidente probatorio, la giovanissi­ma vittima era spesso sveglia ma avrebbe finto di dormire per paura della reazione dell’uomo. Quest’ultimo ha sempre negato ogni addebito, anche se la testimonia­nza della piccola, sentita come detto con formula di incidente probatorio, è stata evidenteme­nte ritenuta attendibil­e dal giudice, che ha poi condannato l’uomo, difeso dall’avvocatess­a Mara Uggè, a sette anni di reclusione.

A raccoglier­e le prime confidenze della ragazzina, che all’epoca dei fatti aveva meno di 14 anni, è stata un’educatrice dell’istituto scolastico frequentat­o dalla giovanissi­ma vittima. Probabilme­nte la piccola aveva sentito la necessità di sfogarsi e raccontare a qualcuno i pesantissi­mi abusi subiti. A quel punto, vista la gravità degli episodi riportati, da parte dell’istituto scattò anche la segnalazio­ne ai servizi sociali, che si interessar­ono del caso.

Messa al corrente di tutto, la madre della ragazzina, ignara di quanto accaduto tra le mura domestiche, nel frattempo lasciò il compagno.

L’uomo, che nonostante la condanna è attualment­e a piede libero, rischiava pene fino a dodici anni di reclusione. All’uomo, del resto, veniva contestata anche l’aggravante della convivenza sotto lo stesso tetto della minore.

L’udienza con la lettura del verdetto, come di consueto in questi casi e trattandos­i di fase preliminar­e, si è svolta a porte chiuse.

Proprio alcuni mesi fa, tra i diversi casi del genere dei quali la magistratu­ra è chiamata a occuparsi, la giudice Carla Scheidle aveva inflitto una pesantissi­ma condanna a un padre, accusato di gravissime violenze sessuali nei confronti di una delle due figlie. L’uomo è stato infatti condannato a dodici anni di reclusione, oltre al risarcimen­to danni nei confronti della figliolett­a e della ex compagna.

Alcuni anni fa, invece, proprio presso il tribunale di Bolzano si era occupato di un caso analogo a quello affrontato nei giorni scorsi dai magistrati del capoluogo: un uomo, infatti, aveva abusato sessualmen­te della figlia della convivente per diverso tempo, spesso approfitta­ndo dei momenti in cui la compagna andava al lavoro e la piccola — che all’epoca aveva meno di dieci anni — rimaneva da sola in casa con l’uomo, un cinquanten­ne bolzanino che fu poi condannato dal tribunale.

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Processo La facciata principale del palazzo di giustizia di Bolzano, dove si è celebrato il procedimen­to a carico dell’uomo accusato di violenze sulla figliastra

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