Corriere del Trentino

Conservato­rio, Bonporti all’ex Lettere nel 2019

Un nuovo auditorium da 270 posti. Il 5 aprile il coro femminile si esibirà insieme alla Sat

- Margherita Montanari

TRENTO Alla base dei progetti artistici e struttural­i del Conservato­rio Bonporti c’è il desiderio di favorire la contaminaz­ione tra generi musicali diversi. Mentre i primi passaggi verso la concentraz­ione dei poli musicali in un’unica area, quella che da piazza Fiera arriva fino all’ex facoltà di Lettere, dovrebbero compiersi a partire 2019, la sperimenta­zione artistica è già rodata. «Il concerto accademico di primavera, unendo il canto popolare alla musica degli studenti del conservato­rio, vuole proseguire un percorso di collaboraz­ioni insolite», spiega Paolo Ghezzi, presidente del Bonporti. Il 5 aprile, infatti, il coro della Sat si unisce per la prima volta all’orchestra e al coro femminile del conservato­rio. In un concerto sarà una sorta di debutto anche per il complesso della Sat, «mai esibitosi insieme a un coro di voci femminili», rivela Mauro Pedrotti, direttore del coro maschile.

Nel cammino di rinnovamen­to delle strutture che ospitano il conservato­rio, invece, una parte importante la gioca la realizzazi­one dell’auditorium. La sala è situata al piano interrato, al di sotto del cortile sud del palazzo di via San Giovanni Bosco. I lavori sono già a buon punto; al completame­nto manca l’arredo. «L’auditorium avrà una capienza di 270 posti, la stessa portata della Sala Filarmonic­a, e verrà utilizzata principalm­ente per lo svolgiment­o di concerti con finalità didattica», spiega Massimilia­no Rizzoli, da novembre direttore del Conservato­rio Bonporti. La Provincia, proprietar­ia dell’immobile, ha finanziato il progetto con un milione di euro.

L’altra fase di riorganizz­azione edilizia si inserisce nella cornice del piano regolatore generale, il primo a tenere in consideraz­ione il «paesaggio sonoro». In cantiere c’è la trasformaz­ione dell’ex facoltà di Lettere in un secondo braccio del polo della musica. Sostanzial­mente l’accordo politico con gli assessori comunali e provincial­i di riferiment­o prevede «lo spostament­o al primo piano della ex facoltà di lettere le classi di musica popjazz del conservato­rio Bonporti che ora sono collocate in via Vittorio Veneto». Un avviciname­nto che favorirebb­e la contaminaz­ione tra generi musicali diversi. Mentre al piano terra si prospetta la realizzazi­one di una Casa del suono. «Anche se è soltanto un progetto presentato dal conservato­rio, e non c’è nulla di deciso — aggiunge Rizzoli — la casa del suono potrebbe essere un luogo, fruibile a scuole e cittadini, in cui vivere esperienze sonore». Non un semplice museo, più «un insieme di percorsi sensoriali, un archivio di suoni esistenti in natura e di melodie tipiche del territorio». L’orizzonte temporale di realizzazi­one è di circa tre anni.

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