Riforma Federcasse Tour illustrativo Ma Trento non c’è
Sede: l’associazione si stacca da Iccrea e si sposta nel palazzo di Confcooperative
TRENTO Federcasse sta presentando in tutta Italia la «ridefinizione della sua struttura organizzativa» e lo scorso 15 marzo il consiglio ha approvato il documento che ne fissa compiti e ruoli. Nel programma trova spazio anche lo spostamento nella nuova sede in centro a Roma, nel palazzo di Confcooperative, staccandosi dalla sede finora condivisa con Iccrea, separazione anche simbolica, con diversi piani di lettura. Dal 14 febbraio è partito un tour nazionale per spiegare le novità, ma a Trento, «patria» di Cassa centrale banca, per adesso Federcasse non viene a illustrare la sua evoluzione, anche se c’è «massima disponibilità» a fissare una data.
A Roma non si vuol dar troppo peso alle prese di posizione recentemente emerse in merito al futuro di Federcasse, che è la Federazione italiana di Bcc, Casse rurali e Raiffeisen e l’anno prossimo compirà 110 anni, essendo «una delle tre più antiche associazioni di categoria del mondo imprenditoriale» scrive il direttore Sergio Gatti nell’ultimo numero di Credito cooperativo.
Per primo ne ha parlato preoccupato Pierluigi Angeli, presidente di Federconsumo nazionale e cooperatore di lunga esperienza, che nei giorni scorsi diceva: «Che ci siano i due gruppi nazionali (Iccrea e Ccb, ndr) ormai è un fatto (...) Il problema è che si comincia a parlare di fare due Federazioni, con il rischio di innescare una vera guerra fra i due poli. Bisogna al contrario mantenere l’unitarietà della rappresentanza politica, sindacale e valoriale e il legame con le altre cooperative».
Dal canto suo da Bari, in occasione dell’ultima convention Ccb — a «casa» del presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba — il leader Giorgio Fracalossi ha detto: «Non è nostra intenzione abbandonare il sistema perché insieme si costituisce un interlocutore più forte nei confronti delle controparti. Certo, Federcasse deve rinnovarsi abbandonando la logica delle decisioni a maggioranza». Altrimenti, se la maggioranza è filo-Iccrea, Ccb dovrà trovare il modo di far pesare di più la sua «parte».
Dell’Erba, nel suo editoriale, dà conto del tour nazionale per presentare la ristrutturazione: 14 febbraio Federazione Marchigiana, 20 Puglia e Basilicata, 22 con il cda di Piemonte Val d’Aosta e Liguria; 12 marzo Emilia Romagna; 22 marzo Toscana. E a Trento, dove nascerà il secondo gruppo nazionale? Nessuno sa niente, almeno per ora, quindi non ci sono date in programma, anche se Federcasse assicura che c’è massima disponibilità a fare una trasferta in via Segantini.
La ristrutturazione potrebbe portare addirittura al cambio di nome di Federcasse, anche se per ora non è previsto. Verranno cedute alcune attività, che la riforma del credito cooperativo trasferisce all’interno dei gruppi nazionali di Ccb e Iccrea, oltre che in quello provinciale di Cassa centrale Raiffeisen, passaggio che interesserà parte del personale, anche se non ci saranno «impatti sociali». Da ricordare che l’unità di Federcasse è importante anche perché all’istituzione è legato il contratto nazionale di lavoro del credito cooperativo, diverso da quello di Abi.
Dell’Erba dice che la «nuova associazione nazionale, snella nella struttura organizzativa, dovrà essere capace di rispondere alle sfide normative, alla digitalizzazione e alla globalizzazione, «che tende a omologare, invece che valorizzare quella “biodiversità” che è condizione di libertà, concorrenza, democrazia, stabilità finanziaria».
Il direttore Gatti aggiunge: che, per essere destinatari di «norme specifiche», in un contesto «evidentemente omologante», servono «forme associative dotate di forte identità valoriale, visione strategica e competenze adeguate». Necessario un soggetto terzo, «che si collochi tra il soggetto che scrive la norma e l’operatore di mercato che ne è destinatario (vigilato)». «Il processo normativo europeo prevede il coinvolgimento dei soggetti rappresentativi delle imprese mediante la partecipazione a consultazioni informali e formali, collaborazione alle analisi di impatto, presidio dei dossier più rilevanti».